L’amianto – la cui produzione è stata bandita dal 1992 in Italia, dal 1999 in Europa e di cui l’OMS raccomanda sia eliminato a livello mondiale – ha un giro d’affari mondiale plurimiliardario che interessa molti paesi, a cominciare da Russia, Cina e Brasile, i tre principali produttori. Se però la Cina non è una democrazia e in Russia non si muove foglia che Putin non voglia, il Brasile è una democrazia piena e, per di più, è anche il terzo maggior consumatore al mondo d’amianto. «Ogni brasiliano» spiega lo pneumologo Ubiratan de Paula Santos, «consuma in media 700 grammi di amianto l’anno e stimiamo che i morti da amianto negli ultimi 10 anni siano stati 150mila». Il motivo è semplice: in Brasile ci sono 16 grandi aziende multinazionali che producono amianto – Eternit compresa – che «ad ogni elezione, vanno a finanziare trasversalmente tutti i partiti politici», spiega Fernanda Giannasi, un’ispettrice del ministero del Lavoro brasiliano in pensione, che ha fondato l’Abrea, l’associazione delle tante vittime verde-oro dell’amianto. Il suo è un lavoro immane perché gran parte di media e tv, grandi e piccoli, in cambio di pubblicità e/o finanziamenti da parte delle multinazionali che producono amianto non informano la popolazione brasiliana dei rischi connessi all’uso quotidiano dell’amianto.
Due episodi personali per capire. Quando nel 2007 mi trasferii in Brasile cercavo casa e ricordo ancora come un locatore, nello spiegarmi le virtù del suo appartamento, mi mostrò 4 enormi «fioriere di amianto. Sono una bellezza non è vero?» mi disse. Scappai a gambe levate. Un paio di anni fa, visitando il villaggio degli indios Tupinambá di Itapuã nei pressi di Ilheus, la città dove Jorge Amado ha ambientato il suo Gabriella, garofano e cannella, un vecchio mi mostrò orgoglioso il tetto della sua capanna in Eternit. «È indistruttibile» mi disse. «La nostra tradizione vorrebbe il tetto di foglie e paglia», mi spiegò lasciandomi di sasso Thiago, studente 25enne con la passione per l’informatica, nome indio Kaluaná, ma «la maggioranza qui ha voluto l’Eternit», perché «costa poco» ed è «più moderno».
Questa dunque la situazione in Brasile dove le aziende del settore si difendono con un mantra: «Il nostro amianto non fa male, è crisotile ed è diverso da quello italiano». Una balla clamorosa smentita da tutti gli studi scientifici seri, ovvero non fatti da “scienziati” pagati dalle multinazionali dell’amianto.
Fonte: Europaquotidiano
QUI un video del quotidiano britannico The Guardian sulle decine di migliaia di brasiliani affette da mesotelioma da amianto.
la situazione qui in brasile è tragica, hanno eternit ovunque, tetti di capannoni, case, riservatori d'acqua, tutto in eternit. Ma siccome qui nessuno ne parla vuol dire che non fa mica male, siamo noi in italia che ci allarmiamo per delle stupidate
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