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A scuola odiavo, fortemente odiavo, Dante, Iliade, Odissea, tutte le poesie, i Promessi Sposi erano il mio incubo.
RispondiEliminaPoi sono invecchiato, ho ascoltato Gassman prima, Benigni dopo, leggendo, spesso citando a memoria, l'opera di Dante Alighieri, e poi ho ripreso in Mano i Promessi Sposi e testi di poesie, riscoprendo un mondo che mi era nascosto dalla cecità degli insegnati, i quali pretendevano che gli studenti ripetessero a memoria interi testi di cui non afferravano il significato.
Questo per dire che non è colpa dell'italiano medio questo disinteresse per la cultura e la storia locale. La colpa è stato il metodo di insegnamento, che faceva odiare agli studenti pagine che devono essere degustate, centellinate, come un buon vino, e non ingurgitate a forza come il piombo fuso versato nelle gole dei presunti eretici durante le torture dell'Inquisizione.
Questo è il grave errore del politicamente corretto, del tutti uguali, quando invece gli esseri umani sono unici nella loro personalità, intelligenza, conoscenza.
Se non cambia la mentalità di chi deve istruire le giovani menti, questa mancanza di amore per il bello potrà solo aumentare.
Nelle mie pagelle delle Medie spicca un bel 3 (tre) in Storia, ma un 8 in geografia. Questo dimostra la mia grande ignoranza e poca voglia di studiare, ma anche l'interesse che avevo fin da giovani per quello che esisteva fuori dall'Italia. Poi col tempo un poco é cambiato, e ora adoro leggere libri storici e biografie. Quindi la mia ignoranza é rimasta tale e quale, ma il mio interesse é aumentato.
RispondiEliminaPerché questo? Forse perché studiare la storia non era piú un obbligo, ma un piacere nel sapere cosa fosse successo in quel tal periodo o in quella determinata persona. O forse perché i libri che leggo e sto leggendo trattano tale materia in modo diverso e meno noioso.
Quindi forse, caro Giancarlo, tu hai ragione, e sarebbe un'ottima cosa che i vari scrittori di libri scolastici o lo stesso Ministero dell'Educazione rivedessero il loro modo di insegnamento, giusto per invogliare gli studenti, o qualunque altra persona, a conoscere meglio il proprio paese. Perché, come disse Carla Fracci in una sua intervista:
"Un paese senza cultura e arte, senza i mezzi per fare cultura e arte, è un paese che non si rinnova, che si ferma e non ha accesso a ciò che succede in paesi più importanti, negandosi così ad un futuro vero, autentico e soprattutto libero."
Anche io Franco da quando ho avuto l'occasione di passare un periodo della mia vita in Brasile sono ancora più orgoglioso del mio paese, sia per la cultura ma anche per la capacità di fare e la bellezza e varietà dei paesaggi.
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