Lula migliore di Steve Jobs


Qui in Brasile esistono molti bravi attori comici. Potremmo parlare iniziando da Chico Anísio, morto purtroppo nel marzo di quest’anno, o di Renato Aragão, in arte Didi, o Bruno Mazzeo, o tanti altri giovani e meno giovani, famosi o appena conosciuti. La lista è veramente lunga.

Ma un comico che a mio parere supera tutti non è un attore, ma bensì un politico e ex-presidente. Si, stiamo parlando proprio di lui, Luiz Inácio Lula da Silva, o Lula il Mollusco, come più preferite.

Non ci credete? Allora torniamo un attimo indietro nel tempo, nel lontano 2011. In un mercoledì del 4 maggio, durante una cena nel lussuoso buffet Fasano di São Paulo, il nostro amato commediante, davanti a un pubblico di banchieri e importanti invitati della Bank of America/Merrill Lynch, nella sua quarta conferenza a pagamento, avendo come tema… nulla, ha esternato affermazioni tipo:

“Wall Street não gosta de mim, mas o chefe deles gosta” (Wall Street ha un capo?)

“Tem que falar português em aeroporto americano, eles têm que entender o que a gente fala” (evidentemente il portoghese brasiliano è diventata una lingua universale, migliore dell’esperanto)
A alta da inflação no Brasil não tem causas estruturais. É um fenômeno passageiro, com causas externas, e será revertido graças à ação decidida do governo e da sociedade. A presidenta Dilma já tomou medidas” (questa è veramente bella!)

Ma il massimo della comicità avvenne quando Lula declarò, senza falsa modestia:
"Quando peguei esse País, só tinha miserável. E eu, operário sem um dedo, fiz mais que o Bill Gates, Steve Jobs e esses aí".

Cosa dire davanti a queste affermazioni? E cosa poteva dire Thomas Montag, presidente della Global Banking della Bank of America, e gli altri illustri invitati. Evidentemente fare il comico in Brasile rende bene, perché a Lula hanno pagato 250 mila dollari per sentire queste frasi. Penso che neanche il grande Chico Anisio poteva immaginare, nella sua fertile mente, simili assurdità.

Ma con Lula e Co. tutto è possibile.
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E qui la festa?


E’ difficile non dire niente quando si leggono certe notizie:

Base da Antártida estava em festa quando incêndio começou em fevereiro

Torniamo un attimo indietro nel tempo: il 25 febbraio di quest’anno la base antartica brasiliana Comandante Ferraz prende fuoco causando la quasi totale distruzione dei vari laboratori di ricerca, con una perdita stimata di 9 milioni di reais. Per fortuna non ci furono morti ma solo un ferito grave.
Per tutto questo tempo, la Marina brasiliana ha mantenuto uno stretto silenzio sull’accaduto, ma si è venuto a sapere che proprio nel momento in cui la base brasiliana ha preso fuoco, tutti i funzionari, civili e militari, stavano partecipando a una festa chiamata Baile da Terceira Idade, con uso di birra e altri alcolici. Fin qui non ci sarebbe nulla di male. E’ vero che, considerando i costi di gestioni, il personale che lavora in tali laboratori dovrebbe prendere il lavoro più seriamente, ma siamo tutti umani, e anche loro hanno il diritto di divertirsi ogni tanto.

Il problema nasce dal fatto che, per non rovinare la festa, questi “grandi” scienziati, degni di un intelletto di un insetto, hanno avuto la grandiosa idea di staccare l’allarme d’incendio. Perché tale idea assurda? Per il semplice fatto che durante la festa si faceva uso di una macchina per il fumo, e questo avrebbe fatto scattare l’allarme, rovinando così la piccola festicciola tra amici.
No momento em que a base brasileira na Antártida começou a ser destruída por um incêndio, na madrugada de 25 de fevereiro, funcionários militares e civis da Marinha e cientistas de universidades brasileiras participavam de uma festa chamada Baile da Terceira Idade, na qual houve consumo de bebidas alcoólicas.
Como o alarme não disparou quando o incêndio começou, os encarregados pelo inquérito suspeitavam que o sistema pode ter sido desligado por ordem do comando da base. O objetivo seria não atrapalhar a festa. Na pista de dança há um mecanismo que espalha fumaça de gelo seco, como em uma boate. Os sensores são sensíveis e poderiam disparar, anunciando um falso incêndio.
fonte: UOL
Geniale vero? Degno dei migliori scienziati.
Come se non bastasse, qualche mese prima, a dicembre, sempre in Antartide, una chiatta con 10 mila litri di gasolio è affondata nel gelido mar artico. Anche in questo caso la Marina non ha voluto dire niente a proposito per evitare problemi internazionali.

Di conseguenza il Senato brasiliano ha da poco approvato la proposta di investire l’ingente cifra di 40 milioni di reais per riparare la base antartica e per il recupero della chiatta affondata.
O plenário do Senado aprovou nesta quarta-feira a Medida Provisória (MP) que libera recursos para a reconstrução da base militar brasileira na Antártida. Por meio da proposta, o governo libera crédito extraordinário de R$ 40 milhões ao Ministério da Defesa para começar as obras de limpeza do terreno e de reconstrução da Estação Antártica Comandante Ferraz, que pegou fogo no início deste ano.
Os recursos liberados pela MP vão servir, também, para cobrir despesas com a retirada de uma chata (embarcação com fundo chato), que afundou em dezembro do ano passado em frente à estação brasileira na Antártida. A remoção dos escombros deve começar no verão austral, em outubro.
fonte: Terra.com
Ora, le considerazioni da fare sono due. La prima, ovviamente, è su questi 40 milioni di reais. Immaginate quante cose si potrebbero fare per il popolo brasiliano con tutti questi soldi. Considerando i noti problemi di questo paese, è proprio necessario spendere questo denaro in questo modo? Non ci sono cose più utili e più urgenti da fare?

La seconda, e qui mi scuso anticipatamente con tutti quei brasiliani che conosco, ma se non sapete nemmeno costruire una casa decente, cosa andate a fare in Antartide? Che nessuno si offenda, ma vivo qui da anni, e vedo come lavorano i vari muratori, elettricisti, carpentieri, ecc. Non puoi fare una base scientifica in Antartide e mandare là persone a “lavorare” con la mentalità e il modo di fare dei brasiliani. Quest’idea di fare le cose em qualquer jeito mal si adatta per la vita comune in città, figuratevi per una base scientifica in Antartide. E, sempre chiedendo scusa a tutti, il Brasile è certamente un ottimo paese, ma non è certamente un sinonimo di efficienza o di qualità. Allora forse non è meglio starsene a casa propria?
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Ah credo!!!


Spero proprio che ai brasiliani on venga questa idea di passare dal churrasco agli insetti, perché è la volta buona che cambio Paese!

Insetti nella dieta dei brasiliani?

I produttori sostengono che il consumo di grilli, scarafaggi e mosche è in grado di fornire la quantità ideale di proteine
Qualche anno fa era stata la Fao a lanciare la proposta: perché non introdurre nella dieta umana gli insetti? «Con le 1.400 specie che vengono regolarmente consumate in tutto il mondo, offrono possibilità promettenti sia dal punto di vista commerciale che da quello nutrizionale», spiegava l'agenzia Onu per l'alimentazione e l'agricoltura. Poi c'è stato Johan Van Dongen, manager che dirige il reparto carni nella catena di supermarket olandesi Sligro: da qualche tempo oltre a offrire ai suoi clienti bistecche e polli, ha riempito gli scaffali con nuovi singolari prodotti, come cavallette, formiche e grilli.
PROTEINE - Ma nel mondo sono in tanti a consumare regolarmente insetti, alcuni dei quali - come spiega la Fao - «hanno un apporto proteico pari a quello della carne o del pesce». Inoltre, «alcuni insetti, specialmente allo stato larvale, sono ricchi anche di lipidi e contengono importanti vitamine e sali minerali». E naturalmente costano molto meno di una fiorentina o di un branzino. La questione è seria, dato che secondo la Fao nel 2020 gli insetti potrebbero essere realmente necessari per compensare la scarsità di proteine animali.
BRASILE - Ora tocca al Brasile: la proposta è stata formulata ufficialmente da un'azienda locale, la Nutrinsecta, specializzata nella produzione di grilli, scarafaggi e mosche, che ha chiesto l'autorizzazione al governo per poter offrire il singolare menù alla popolazione. I produttori sostengono che il consumo di insetti è in grado di fornire all'organismo umano la quantità ideale di proteine. «La barriera culturale è ancora grande, ma un giorno verrà superata» spiega il fondatore di Nutrinsecta, Luiz Possas. Nella sua fabbrica di Betim, nello Stato di Minas Gerais, l'imprenditore ha montato uno stand per la degustazione degli insetti, che vengono serviti fritti, insieme agli spaghetti. E come dessert? Grilli ricoperti di cioccolato. Imperdibile, ma occorre fare attenzione. La Fao avverte: gli insetti devono essere igienicamente sicuri per il consumo umano e non devono contenere eccessive quantità di residui chimici, per esempio insetticidi.

fonte: Corriere della Sera
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Falando grosso


La grande Dilma Rousseff, meglio conosciuta come A presidentA, esperta di economia mondiale, qualche mese fa, durante un suo viaggio negli Stati Uniti, ha criticato duramente l’economia dei Paesi ricchi (ma perché, non è ricco anche il Brasile? O lo è solo quando fa comodo?):

Na Casa Branca, Dilma critica política expansionista dos EUA
Dilma criticou a politica monetária expansionista dos países ricos, afirmando que elas valorizam as moedas das nações em desenvolvimento e comprometem seu crescimento. 
Depois, em entrevista à imprensa, Dilma foi ainda mais explícita: a tsunami monetária (excessiva disponibilidade de dinheiro aos mercados pelos bancos centrais) “exporta para os emergentes a crise dos países ricos”.
Prima ancora, sempre Dilma, questa volta conosciuta come A professorA, voleva insegnare l’economia ai Paesi europei:
Dilma ensina à Europa receita brasileira
A presidente Dilma Rousseff recomendou há pouco ao primeiro-ministro belga Yves Leterme que a Europa não adote ajustes fiscais profundos como forma de combater a crise financeira internacional.
A presidente afirmou que a experiência do Brasil vivida durante a crise da década de 1980 é que a crise deve ser combatida com aumento do consumo, dos investimentos e do crescimento da economia. “A nossa experiência demonstra que, nosso caso, ajustes fiscais extremamente recessivos só aprofundaram o processo de estagnação, perda de oportunidades e desemprego”, disse Dilma, durante declaração conjunta ao lado de Leterme, no Palácio de Egmont, sede do governo belga, em Bruxelas.
Oggi, la rivista americana di economia Forbes, annuncia in un suo articolo:
Brasil vai crescer menos que os Estados Unidos em 2012, diz a revista Forbes
O Brasil vai crescer menos que os Estados Unidos neste ano, diz artigo da revista de economia americana Forbes, publicado nesta quinta-feira (12). Segundo o texto, enquanto a economia dos EUA deverá crescer cerca de 2% em 2012, o Produto Interno Bruto (PIB) brasileiro parou completamente – é o pior desempenho entre os quatro grandes mercados emergentes, os Brics.
No Brasil, as vendas no varejo tiveram em maio a maior queda dos últimos três anos. De abril para maio, houve redução de 0,8%, segundo o Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (IBGE). Além disso, na quinta-feira (12), o Banco Central divulgou que o índice de atividade econômica mensal, o IBC-Br, caiu 0,02% na comparação com abril. A expansão real foi revisada e passou para 0,10%, contra 0,22% apurado anteriormente. O IBC-Br é considerado pelo mercado como uma prévia do PIB.
As boas notícias vêm apenas do setor automotivo brasileiro, onde os incentivos fiscais fizeram a venda de carros subir 40% entre abril e maio. No entanto, em junho, dados indicam estabilidade na taxa de produção industrial.
Para a Forbes, não há dados suficientemente bons para empurrar a economia brasileira acima do crescimento do ano passado, de 2,6%. “A menos que os EUA tenham um segundo semestre terrível, o mais provável é que a economia do Brasil fique aquém da do Tio Sam”, diz o artigo.
O Ministério da Fazenda prevê crescimento de 4% do PIB neste ano. Em junho, o Banco Central reduziu a estimativa de 3,5% para 2,5%. Para tentar reanimar a economia, que não tem respondido aos estímulos de consumo feitos pelo governo, o Comitê de Política Monetária (Copom) reduziu, nesta quarta-feira (11), a taxa básica de juros (Selic), que já era a mais baixa da história. A partir desta quinta, ela passou de 8,5% para 8% ao ano, valendo pelos próximos 45 dias.
De acordo com a publicação, o banco de investimento Barclays disse que sua meta para o PIB do Brasil foi de 2,2%, mas estão reajustando o valor para 1,7%, mesmo considerando que o forte fluxo de estímulos deva levantar a economia no segundo semestre do ano.
Come diceva Chico Buarque, “falando grosso”.
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Dilma l’ipocrita

pib_pequeno

8 giugno 2010: Dilma exalta PIB e Serra relembra crise. Em viagem a São José dos Campos (SP), Dilma comparou o crescimento brasileiro ao da China e previu uma alta do PIB entre 6,5% e 7% para este ano. “Nem na China (há um crescimento nesse nível)”, afirmou Dilma, em entrevista à rádio Planeta Diário.
3 febbraio 2012: A presidente Dilma Rousseff comemorou o crescimento da economia brasileira no ano passado e disse que o país tem condições de ter uma expansão sustentada em torno de 4,5 a 5 por cento.
21 febbraio 2011: A presidente da República, Dilma Rousseff, garantiu nesta segunda-feira, durante o 12º Fórum de Governadores do Nordeste, que criará condições para que a economia nordestina cresça a taxas superiores à do crescimento do Produto Interno Bruto (PIB) nacional.
14 settembre 2011: Dilma promete esforço para PIB atingir 4% em 2011.
Queste erano le notizia che si leggevano nei giornali fino a poco tempo fa. Ovviamente l’elenco sarebbe quasi infinito, io ho voluto solo farvi degli esempi.
Bene. Che cosa si legge invece oggi?
Dilma: "Uma nação não é medida só pelo PIB"

A presidente Dilma Rousseff negou que um grande país seja medido somente por riquezas econômicas. Diante de um público jovem, a presidente Dilma Rousseff disse nesta quinta-feira que uma grande nação deve ser medida não só pelas riquezas econômicas, mas também pelo que faz pelas crianças e adolescentes. “Uma grande nação tem que ser medida por aquilo que faz por suas crianças e adolescentes, e não pelo Produto Interno Bruto [que tem].”
Perchè questo repentino cambio d’opinione? Per il semplice fatto che il PIB brasiliano non è cresciuto come pensavano.

pibzinho_brasileiro_2012

Num dia de muitas notícias ruins sobre a economia global, o Brasil divulgou um dos piores crescimentos no primeiro trimestre de 2012, quando se compara com outros países. O avanço de apenas 0,2% no Produto Interno Bruto (PIB) no primeiro trimestre de 2012, ante o quarto trimestre de 2011, ficou acima somente do registrado nas problemáticas economias europeias, como Itália (-0,8%), Reino Unido (-0,3%), Espanha (-0,3%), Holanda (-0,2%), Portugal (-0,1%) e França (zero).
Na comparação com o primeiro trimestre de 2011, o Brasil teve o pior desempenho entre os Brics. A alta do PIB de 0,8% no primeiro trimestre em relação a igual período de 2011 ficou atrás do registrado por China (8,1%), Índia (5,3%), Rússia (4,9%) e África do Sul (2,1%).
Mesmo com a crise, alguns países desenvolvidos cresceram mais. A Alemanha teve avanço de 0,5% no primeiro trimestre ante o período imediatamente anterior, deixando o crescimento da União Europeia (UE) em zero. Os Estados Unidos cresceram no mesmo ritmo (0,5%) e o PIB do Japão avançou 1%.
Outros países emergentes também cresceram mais. O avanço do PIB na Coreia do Sul foi de 0,9% no primeiro trimestre, ante os três últimos meses de 2011. No Chile, a alta foi de 1,4% e, no México, de 1,3%.
O fraco desempenho brasileiro no primeiro trimestre se torna mais preocupante diante da situação cada vez pior no cenário global, citada por muitos analistas como uma das razões para a queda dos investimentos no Brasil. “Com esse ambiente externo extremamente complicado, a primeira reação é segurar investimento”, diz a economista
fonte: Blog do Onyx

Che certa gente sia ipocrita e falsa lo si può capire facilmente. Peccato (per il Brasile) che per alcuni Dilma sia considerata una delle artifici di questa grande “espansione” brasiliana.
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Gelo, congelo e ricongelo


Qui in Brasile l’igiene è un argomento serio. Essendo un paese tropicale le persone si lavano molto (troppo, a mio parere, considerando il tempo assurdo che stanno in bagno) e anche nei locali pubblici questa parte così importante viene presa seriamente.

I ristoranti in genere sono molto puliti ed è un diritto del cliente poter visitare la cucina per osservare le buone norme d’igiene di tale esercizio. E’ chiaro che questo è un discorso generale, quindi possiamo anche trovare una lanchonete o un piccolo supermercato sporco e senza cura. La cosa assurda è che, come è facile trovare un ristorante pulito, è ancora più facile entrare in un ospedale pubblico e vedere sporcizia e situazioni che nemmeno nel più piccolo ospedale del Congo troverete (senza offesa per il Congo).

Ma quello che mi lascia abbacinato (nel senso di confuso, smarrito) è l’abitudine dei brasiliani di congelare tutto.

Tutte le volte che vado al supermercato, che sia della grande catena Carrefour o il piccolo Bom Lugar vicino a casa mia, rimango scioccato nel vedere, nel reparto frutta e verdura, fragole, angurie e altra frutta “fresca” con ancora del ghiaccio intorno, segno riconoscibile di una precedente congelazione (da non confondere con surgelazione). Potete immaginare cosa voglia dire, per esempio, congelare delle fragole. Significa che dopo un’ora a temperatura ambiente invece di comprare dei frutti deliziosi avremo una sorta di marmellata senza sapore.

Se comperi della carne è ancora peggio. Anche se la costoletta in mostra davanti al bancone sembra appena uscita dal costato di un povero manzo, quelle che il giovane macellaio prenderà per voi sarà un bel chilo di carne congelata.

Ma la cosa che mi lascia più abbacinato di prima è la pessima abitudine dei brasiliani di ricongelare gli alimenti.

Cosa pensate che facciano alla sera, prima di chiudere, nel supermercato che abbiamo visto prima, con quelle fragole o quella carne scongelata? La rimettono nel congelatore per il giorno dopo. E se un supermercato fa questo, cosa pensate possa fare la classica donna di casa brasiliana? Mette tutto nel congelatore e, se non usa tutto quello che prende, rimette la parte che avanza a ricongelare. Ho visto gente congelare fette di prosciutto o formaggio, per la paura innata di “estragar”, cioè rovinare, mandare a male, il cibo appena comprato.

Iniziamo col dire che c’è una differenza grandissima tra surgelazione e congelazione. La surgelazione avviene in tempi rapidissimi, può raggiungere in fase iniziale anche temperature inferiori ai -80° e non supera mai la temperatura di -18°. La congelazione invece è un procedimento "casalingo" , che può essere effettuato nel freezer di qualsiasi cucina. Ma la differenza sostanziale fra i due processi riguarda la formazione dei cristalli di ghiaccio. Nel caso della surgelazione, avviene in tempi così rapidi e a temperature così basse che i cristalli di ghiaccio che si formano sono di piccolissime dimensioni. Nel caso della congelazione, invece, I cristalli sono più grandi, comportano la rottura delle strutture cellulari, una maggiore perdita d'acqua quando avviene il processo di scongelamento, e insieme all'acqua, anche di sostanze nutritive. Questo fa sì che un prodotto surgelato, una volta riportato a temperatura ambiente, sia simile o identico al prodotto fresco; il prodotto congelato, invece, a causa dell'acqua persa e alla rottura delle strutture cellulare, appare meno compatto.

Perché si consiglia di non ricongelare il cibo?

I motivi sono almeno due. Anzitutto il congelamento non uccide tutti i batteri che sono presenti sugli alimenti (soprattutto su verdura e carne). Alcuni di questi, con il freddo, semplicemente abbassano le loro funzioni vitali entrando in una fase di quiescenza che permette loro di sopravvivere, anche a basse temperature. Così, quando un alimento viene decongelato, questi batteri riprendono la loro attività e iniziano a moltiplicarsi. Se a questo punto il cibo viene consumato subito, il fenomeno rimane limitato; ma se invece viene ricongelato e scongelato più volte, ad ogni passaggio la moltiplicazione dei batteri parte da un numero base sempre maggiore. In questo modo aumenta il rischio di un’intossicazione, soprattutto se il cibo viene consumato crudo. L’altro problema riguarda invece il valore nutritivo dei cibi congelati: se carne e verdure vengono surgelate lentamente, come avviene nei frigoriferi di casa, si possono formare grossi cristalli di ghiaccio che rompono la struttura delle cellule degli alimenti: con lo scongelamento si ha la perdita di acqua mista a proteine, vitamine e sali minerali. A questo punto il valore nutritivo di quei cibi si è decisamente impoverito.

Ora, posso capire che la tipica massaia brasiliana non sappia queste regole generali (anche se mi domando per quale motivo in Italia certe cose siano conosciute e qui no), ma che un macellaio qualificato o un direttore di supermercato siano ignoranti a tale punto da compromettere la qualità delle merce e la salute dei clienti, questo per me è veramente incomprensibile. Ma evidentemente non comprendere questo paese fa parte della mia natura.
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Lula appoggia la rielezione di Chavez


É vergonhosa, como a contradição é a marca registrada do Sr. Luis Inácio. Em pouco menos de 3 minutos ele consegue defender os ideais democráticos e a reeleição de Chavez, um ditador.

Lula, não fale pelo Brasil, fale por você e seu partido. Nós, brasileiros, sentimos na pele o que foi uma ditadura e não apoiamos o Chavez, não somos amigos de Fidel Castro e queremos distância de Ahmadinejad.

Será que só eu que não me iludo?

di Clesio Silva, giornalista di Observador Politico

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Napoli come in Brasile, e viceversa


Io dico sempre a mia moglie che purtroppo non è stata fortunata a trovare me come marito e compagno, perché io sono esattamente all’opposto, come carattere, al mio conterraneo partenopeo. I napoletani sono persone allegre, sociali, amano la musica, cantare e ballare, amano avere tanta gente intorno, sono letteralmente pazzi per il calcio e amano fare casino.

I piemontesi, viceversa, sono a mio parere la “razza” più chiusa e più introversa dell’Italia. Il lombardo già è più estroverso, più amante della compagnia. Noi invece siamo noiosi e più amanti della solitudine e della tranquillità. Infatti, quando ero giovane, se volevo divertirmi in compagnia andavo nei locali della vicina Lombardia, perché là c’era più “vita”.

In qualche modo i brasiliani assomigliano ai napoletani e hanno molte cose in comune. E questa mia idea è rafforzata da una notizia trovata oggi sul Corriere della Sera:



NAPOLI - Spuntano dalle fogne con il caldo dell'estate. Sono lunghe anche un dito, sono resistenti ai disinfettanti e soprattutto «portano con loro malattie gravi come tifo ed epatite A», avvertono gli esperti. Sono le blatte rosse che in questi giorni stanno invadendo i quartieri di Napoli.
PROLIFERANO AL PORTO - La blatta rossa ha colto impreparati un po' tutti. Si tratta, infatti, di una novità importata da circa 4 o 5 anni con i traghetti che provengono dalle Eolie e che, per selezione naturale, ha soppiantato i vecchi e più fragili scarafaggi napoletani. Ed è proprio nella zona del porto che hanno cominciato la loro proliferazione mentre solo negli ultimi tempi, attraverso la rete fognaria, sono arrivate anche nelle zone collinari. Il fatto che vivono, si cibano e proliferano nelle fogne le rende pericolose, aumenta, infatti, il rischio di infezioni e malattie, cosiddette orofecali, anche con conseguenze gravi.
FENOMENO ESTIVO- Le blatte che si trovano più frequentemente negli ambienti urbani italiani sono generalmente associate alla presenza di acque umide e materiali organici ed essendo sensibili alle temperature, d'estate fanno più uova, dando origine alle «invasioni».

E voi direte: cosa c’entra questo col Brasile? Ma cari miei lettori che così poco conoscete ill Brasile, qui in questo Paese le blatte, più comunemente chiamate baratas, sono di casa. Nel senso letterale del termine, cioè è comune averle in casa, come se fossero animali di compagnia. E non è per una questione di sporcizia o di immondizia (cosa anche questa che a Napoli non manca). Perché anche nella casa più pulita in estate è facile trovare qualche blatta che cammina senza troppi problemi sui muri o sui pavimenti di casa.

Evidentemente, per una questione di clima, qui le baratas hanno trovato il loro habitat naturale. Sarà per il caldo tropicale, le abbondanti piogge (a parte la “seca” di quest’anno) o le noci di cocco, ma qui la blatta vive da re, o meglio, da regina.

Quindi, oltre alla pizza, alla musica e alla allegria, ecco un altro punto in comune con noi italiani. Viva Napule! Viva l’Italia! Viva o Brasil!

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Vecchi sistemi


E’ incredibile come questo Paese sia ancora fortemente legato ad abitudini del passato e che, pur cercando di uscire da quest’aurea di povertà e di semplicità che possiede, a volte dandosi arie di modernità che solo determinate aree di determinate città hanno, abbia ancora usi e costumi rurali che nemmeno io, alla veneranda età di 51 anni, ho visto nella mia “povera” Italia.

Qui è facile vedere ancora, in pieno centro, una carrozza trainata da un cavallo (anche se si cerca di debellare tale trasporto dato che questi poveri animali vengono usati fino allo stremo). Oppure basta pensare al fatto che non si usa buttare la carta igienica nel water ma in un cestino a parte. O al fatto che qui si usa ancora tantissimo lavare i vestiti a mano (ma considerando la scarsa qualità delle lavatrici nazionali questo forse non è un difetto). Ma la cosa che mi lascia letteralmente “doido” è il modo di pulire la casa!

Qui, per lavare il pavimento della casa, in particolar modo quello della cucina e del bagno, si usa la canna dell’acqua. Quindi prima si bagna bene per terra, poi si passa un po’ di detersivo per i piatti o per i panni (!) e con una scopa si pulisce per bene anche negli angoli e sotto i mobili. Poi si passa ancora con la canna dell’acqua per sciacquare. Dopodiché con quello che qui chiamano “rodo”, che in Italia si chiama tira-acqua, si toglie il più grosso dell’acqua che c’è sul pavimento. E per finire, con un vecchio asciugamano, si asciuga, o per meglio dire, si cerca di asciugare il pavimento così pulito.

Questo sistema poteva andare bene il secolo scorso, quando non c’erano i prodotti di pulizia che esistono adesso, e si abitava in un sitio, cioè una casa di campagna, con un semplice pavimento in cemento. Ma in pieno 2012, in una casa moderna, piena di mobili e elettrodomestici, con un pavimento in ceramica o porcellanato, questo per me è una grande assurdità.

Io regolarmente, almeno una volta alla settimana, mi ritrovo con la casa allagata per colpa di questo sistema di pulizia, che forse nemmeno gli antichi egizi usavano per pulire le loro piramidi.

E come se non bastasse questa scomodità di avere un pavimento con un dito d’acqua, mi ritrovo con i mobili della cucina appena comprata già rovinati e gonfi per tutta l’acqua e umidità che ricevono. Per non parlare delle porte di casa, arrugginite quelle in metallo, rovinate quelle in legno. E per non parlare nemmeno del fornello col fondo arrugginito, o del tavolo della cucina con i piedi in metallo, indovinate come, arrugginiti. O la sedia girevole modernissima del mio computer, con la base ovviamente arrugginita.

Ma guai a dire a qualche donna brasiliana che questo sistema non va bene. Loro letteralmente impazziscono quando vedono le case degli altri Paesi senza lo scarico dell’acqua in cucina o in bagno. Se non ci credete leggete quel simpaticissimo blog “Sem ralo” e capirete che non sto mentendo. E inoltre c’è sempre questa idea, in loro innata, che noi europei siamo sporchi e puzzolenti, e quindi non possiamo capire questo loro efficacissimo sistema di pulizia. Il bello è che alla fine io mi ritrovo con una casa sì bagnata, ma non splendente, perché se vado a vedere controluce il pavimento o i mobili, vedo sempre dei terribili aloni lasciati dai vari panni o stracci. Ma essendo italiano non ho l’autorità di criticare il sistema di pulizia brasiliano.

C’è anche da dire che qui in Brasile lo spreco d’acqua è enorme. A parte il metodo che ho descritto, vedo l’uso che fanno dell’acqua le altre persone. Ed è già capitato parecchie volte che, in caso di rottura di qualche tubazione d’acqua sulla strada, prima che quelli dell’acquedotto vengono a riparare o perlomeno chiudere quella parte difettata, passa tantissimo tempo (una tubazione vicino a casa mia è stata quasi una settimana con acqua che usciva). “Tanto ne abbiamo tanta di acqua!”, dicono. E’ vero. Ma anche le cascate di Iguazù hanno un limite.
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