Un paese in lacrime


Prometto che é l'ultimo post sulla Coppa del Mondo, ma se c'é una cosa che ha fatto molto discutere sono i pianti dei giocatori brasiliani. È impressionante come i calciatori della Seleção siano cosí emotivi e sensibili. Lothar Matthaus, ex-giocatore della Germania, ha criticato aspramente, ma a mio parere con giusta ragione, il comportamento dei vari giocatori del Brasile.

"Non capisco perché un giocatore di calcio pianga. I brasiliani piangono sempre. Se suona l'inno nazionale, loro piangono. Eliminano il Cile e piangono. Perdono con la Germania e piangono> Devono mostrare che sono uomini, che sono forti. Non ho mai visto niente di cosí terribile come il linguaggio corporale di questa squadra", ha commentato. Ha anche trovato sbagliata la maniera di come il Brasile abbia reagito per la perdita di Neymar: "Le varie commemorazioni fatte dalla squadra, ma anche dai tifosi e media televisivi, furono cosí eccessive che sembrava che Neymar fosse morto. Altre squadre persero alcuni giocatori importanti [per esempio la Francia ha perso Ribery, la Colombia Falcao Garcia, la Germania Marco Reus O Di Maria dell'Argentina] ma nessuno si é lamentato. Invece di rimpiangere il proprio attaccante, i brasiliani avrebbero dovuto dimostrare di essere capaci anche senza di lui".

Secondo Thiago Silva, capitano del Brasile, il pianto non rappresenta instabilitá, ma un normale comportamento di un essere umano con sentimenti. Secondo Júlio César invece hanno pianto molto per la pressione di giocare una Coppa del Mondo in casa.

Ma non solo i giocatori hanno pianto. Dopo l'eliminazione per la Germania la giornalista Fernanda Gentil piange in diretta durante una trasmissione televisiva. Assurdo il suo commento: "Vocês estavam falando sobre as crianças e isso que pesa mais. Se a gente não consegue explicar o que aconteceu com a Seleção, como vamos falar isso com eles? Não que a gente não queira, mas a gente não sabe o que explicar. Eles acreditavam tanto, viram isso tão de perto… Crianças que também sofrem, também choram. Tantos jogadores aí, ídolos como o David Luiz, que eles se apegaram tanto. É tão bom ver os rostinhos deles felizes. E agora a gente não consegue explicar'", come se la perdita di una partita fosse la cosa piú importante del mondo per l'educazione di un bambino. Ma d'altronde non possiamo dimenticare che siamo nel "pais de futebol".

Ma tutte queste lacrime non sono una caratteristica solo dei giocatori. Chiunque viva in Brasile sa perfettamente che i brasiliani piangono sempre e molto, per qualunque motivo. Guardate un qualunque programma televisivo brasiliano e troverete sempre qualcuno che piange, sia che sia una persona comune o un personaggio famoso.

Piangere é normale e non é una forma di debolezza. Io mi commuovo facilmente, io piango, ma quello che succede qui in Brasile, come sempre, é una esagerazione.
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2 commenti:

  1. Franco,piangere e' sport nazionale in brasile,e la seleçao si e' perfettamente adattata.
    I giocatori brasiliani mi hanno dato l'impressione di essere in preda al terrore fin dalla prima partita:giocare in Brasile non e' semplice,la pressione e' assurda,e ,diciamocelo pure,molti giocatori brasiliani sono sopravvalutati.
    Il commento della Gentili e' di una imbecillita' impressionante.

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  2. La giornalista si é sentita offesa per le tante critiche ricevute dopo il suo pianto e ha affermato che per i problemi del mondo le non piange, ma agisce! E ha tirato in ballo un'associazione benefica di cui lei fa parte, la Caslu. Ottima iniziativa, ma che non toglie l'assurditá del suo commento e la esagerata reazione per il risultato del Brasile.

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