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Il ritorno delle sacolinhas di plastica


Finalmente, per la felicità di molti brasiliani, tutti i negozi dello Stato di São Paulo dovranno ridare “de graça”, cioè senza pagare nulla, i sacchetti di plastica ai clienti. Per quei pochi che non sanno di cosa sto parlando è meglio fare un po’ di storia.

Nel lontano novembre del 2010, il neoeletto deputato Carlos Bezerra Jr. (PSDB) propose una legge per l’abolizione dei sacchetti di plastica nei commerci di São Paulo, con il nobile proposito di eliminare, o almeno in parte, diminuire, il flagello ecologico dovuto agli innumerevoli sacchetti di plastica usati dai brasiliani.

Dopo varie discussioni, tentativi, esperimenti e opinioni vari, questa legge fu approvata. Ovviamente tutto creato con la dovuta calma e flemma tipico di questo Paese. Quindi prima si iniziò a proibire la vendita solo in alcune piccole città del interior, poi si diminuì la quantità di sacchetti prelevabili direttamente dai clienti (chi voleva i sacchetti doveva chiederli alla cassiera, e non più prenderli direttamente dal bancone), poi si iniziò a non dare più i sacchetti (per chissà quale motivo minuscoli) obbligando però i gestori di tali negozi a proporre un contenitore alternativo (leggi: scatole di cartone), poi a non dare nemmeno quelle (le scatole non sono infinite) e vendere a 19 o 49 centavos, a seconda delle dimensioni, una borsa (indovinate fatta di che? Plastica!) ma riutilizzabile più volte, ecc.

Ora, solo per mostrare le differenze di abitudini, io in Italia ho sempre pagato i sacchetti di plastica al supermercato, e non ho mai avuto problemi a riguardo. E se non volevo pagare bastava che andavo già con i sacchetti in mano, così non avevo bisogno di comprarne altri.

Qui, pagare qualche centavos per un sacchetto, abituati come sono a prenderne a manciate anche comprando un solo prodotto, era qualcosa di scandaloso e di inaccettabile. “Io pagare per una sacolinhas? Jamais!

E così, dopo innumerevoli discussioni sull’utilità di tale provvedimento, sul fatto se fosse giusto che un consumatore dovesse pagare o meno tale prezioso strumento, dopo aver interpellato economisti, deputati, Procon e altre istituzioni, ecco che finalmente, la Giustizia brasiliana ha dimostrato ancora una volta di essere dalla parte del cittadino. Infatti proprio ieri, la giudice della 1ª Vara Central della capitale paulistana, Cynthia Torres Cristófaro, ha decretato che “está proibida a cobrança por embalagens para acondicionamento de compras e que as empresas têm 30 dias para fornecer, também gratuitamente e em quantidade suficiente, embalagens de material biodegradável ou de papel adequadas, sem cobrar nada.”

Finalmente! Ora posso andare in qualunque supermercato senza portarmi quella fastidiosa Sacola Retornável o senza il timore di non aver con me nessun contenitore per la mia mercanzia, non potendo così comprare qualcosa. Evviva le vecchie abitudini!

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2 Commenti

  1. In realtà in Italia i sacchetti di plastica sono stati per diverso tempo forniti gratuitamente. Poi per iniziare a ridurne il consumo si è iniziato a farli pagare.

    Io già da molto tempo prima usavo borse un panno plastificato, non tanto per l'ecologia ma per la comodità.

    Ma prendevo comunque (anche a pagamento) alcuni sacchetti di plastica per metterci l'immondizia. Uno potrebbe dirmi che facevo un torto alla natura.

    SBAGLIATO! Io facevo un favore alla natura, perché nei municipi dove ho abito era vietato buttare spazzatura sciolta nei cassonetti, ma doveva essere chiusa negli appositi sacchetti di plastica.

    Se una persona osserva con occhio critico i sacchetti di plastica per l'immondizia, venduti nei supermercati, può vedere che la lo spessore della plastica è maggiore di quella dei sacchetti della spesa, ossia impiegano più tempo a riciclarsi. Anche bruciandoli, essendo che la quantità di plastica è maggiore necessitano di maggiore energia ed inoltre producono un quantità maggiore di diossina.

    Ossia, per voler proteggere l'ambiente, alla fine lo si inquina maggiormente. Questo, come tutti gli altri problemi che vedono in prima fila gli eco terroristi è solo fumo negli occhi per ottenere maggiori finanziamenti da spendere in cene e bevute.

    Concludo con una riflessione. Con tanti problemi ben più gravi, la giustizia brasiliana non aveva proprio altro da pensare?

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  2. Due anni fa quando andavo a fare la spesa, tutto quello che mettevo nei sacchetti di plastica ( poco o il giusto ) trac! il sacchetto regolarmente sul piu bello si rompeva sempre sempre e tutti i giorni che facevo la spesa al supermercato...il sacchetto si rompeva anche se era mezzo vuoto. Visto che li pagavo i sacchetti, sono andata a reclamare alla direzione del supermercato. La giustificazione del direttore è stata che avrei dovuto acquistare delle robuste borse di plastica molto piu spesse fatte di panno che naturalmente erano in vendita sempre in quel supermercato...costavano molto di piu pero erano sicure. Non so cosa pensare. Rosanna

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