Qui l’Artusi
(1) non c’entra niente o quasi. Il fatto è che, a costo di diventare più antipatico di quanto sono, devo ammettere che i brasiliani non sanno mangiare bene. O per meglio dire non sanno stare a tavola.
Non è tanto una questione di educazione, perchè qui le persone sono molto educate, però hanno preso bruttissime abitudini quando sono a tavola. Ora lo so, qualcuno dirà ... io non sono così, ... io non faccio questo oppure affermerà che noi italiani siamo peggio. Ma non stiamo facendo una gara a chi è peggiore ma stiamo solo parlando di alcune cose che vedo qui e che per me sono strane o sbagliate. So benissimo che non tutti i brasiliani si comportano allo stesso modo, come non tutti gli italiani sono uguali, ma ciò non toglie che alcuni modi di comportamento di alcune persone siano sbagliati, brasiliani o italiani che siano. Non basta dire “questo è il costume di quel popolo” perchè, facendo un esempio sciocco, se io ho l’abitudine di mettermi le dita nel naso questo non significa che stia facendo la cosa giusta e che le altre persone possano accettare questo mio costume.
Ma andiamo a vedere di cosa sto parlando.
La prima volta che sono venuto in Brasile, ed è stato più di 6 anni fa, una cosa che mi ha quasi scioccato è il modo di mangiare dei brasiliani. Io ero a casa della famiglia di mia moglie e sua madre, la mia futura suocera, era intenta a preparare il pranzo per tutti noi: arroz e feijao, frango ao passarinhos, polenta, carne moida, salada e xuxu (traduco per gli italiani: riso e fagioli, pollo in casseruola, polenta con macinato, insalata e una verdura locale cucinata in padella). Tutte ottime cose ma cosa è successo quando tutto era pronto? La prima cosa che avevo trovato strana ancor prima di mangiare era che la tavola non era apparecchiata. Sul tavolo da pranzo c’erano mille cose ma non i piatti con i bicchieri e le posate. Quando la madre ha annuciato di venire a mangiare todo o mundo è venuto in cucina, ha preso un piatto nell’armadio e lo ha riempito con tutto, ma proprio tutto quello che c’era. Quindi le persone hanno iniziato a versare prima i fagioli, poi sopra i fagioli il riso, poi qualche pezzo di pollo, la polenta, un poco di carne moida, la verdura e addirittura qualche foglia di insalata! Tutto nello stesso piatto! Poi ognuno ha preso un bicchiere di acqua o di refrigerante e si sono sparpagliati per la casa. I due fratelli di mia moglie sono andati nelle rispettive camere, mia suocera è andata a mangiare nel letto e solo io e mia moglie siamo rimasti in cucina, io con un piatto di arroz e feijao (e solo questo) e mia moglie con anche un po’ di pollo. E' stata un'eccezione? Qualche giorno fa è venuto mio cognato a mangiare a casa mia per fare dei lavori e nel piatto, insieme al riso e fagioli, ha messo dei pezzi di pane e ricordo che una volta, a casa sua, non avendo pane diponibile ha usato dei biscotti secchi! Ma vi immaginate cosa vuol dire mangiare riso, fagioli, carne, insalata e biscotti… tutto insieme… io sto male a pensarci!
Ora questo modo di pranzare può sembrare pittoresco agli occhi di qualche turista, ma per chi decide di vivere qui vi assicuro che è un pochino imbarazzante trovarsi da solo in cucina a mangiare mentre tutti gli altri sono a farsi gli affari loro in un altro posto. Io sono italiano e come tale sono stato abituato a vivere diversamente il pranzo o la cena. Per noi italiani il tavolo da pranzo è un luogo particolare, non è solo un pezzo di legno o altro materiale dove appoggiare i piatti. Tutti noi lavoriamo, tutti noi abbiamo mille cose da fare, quindi è solo durante il pranzo che possiamo restare insieme. Stare intorno al tavolo da pranzo vuol dire stare insieme alla propria famiglia, insieme alle persone a noi care, perchè nessun italiano potrebbe mangiare insieme a una persona che non gli piace. Quindi il pranzo o la cena diventa una riunione di persone che si vogliono bene, che vogliono comunicare le loro esperienze o i loro sentimenti di quel giorno. Diventa una cosa in più di un semplice ingerire alimenti. Questa è la prima cosa importante ma non è l’unica.
Un altra cosa sbagliata è che voi brasiliani mangiate molto in fretta. Secondo alcuni questo succede perchè in Brasile di solito si ha solo mezz’ora di tempo per mangiare durante il lavoro, quindi questo poco tempo ha creato questa cattiva abitudine. Ma io penso che sia proprio per una abitudine diversa. Mi spiego meglio. In Italia è vero che abbiamo più tempo per mangiare (di solito è di circa un’ora e mezza) ma quando siamo in casa o al ristorante ci piace andare con calma. Ricordo che questo Natale avevo invitato a casa mia tutta la famiglia di mia moglie. Io avevo preparato tutto per bene, dall’antipasto al dolce (non sono un cuoco provetto ma me la cavo in cucina) e mia moglie era molto ansiosa perchè era il primo pranzo “ufficiale” a casa nostra. Non ci crederete, c’erano in totale otto portate, io restavo in cucina per preparare le pietanze e mia moglie serviva a tavola. Nel giro di un’ora e mezza hanno mangiato tutto e dopo aver bevuto un caffè veloce ognuno di loro è tornato nella proria casa, chi dicendo che aveva qualcosa da fare chi invece voleva riposare. Io e mia moglie alla fine abbiamo mangiato poco e niente e verso le due del pomeriggio io stavo lavando i piatti e mia moglie spreparando la tavola! Ora, io non sono esagerato come alcuni meridionali, ma un pranzo di Natale in Italia inizia verso le 12.30 e fino alle 17.00/18.00 siamo ancora seduti a tavola. Questo perchè come ho detto ci piace stare a tavola, ci piace parlare del più o meno, prendiamo tempo tra una portata e l’altra in modo da digerire quello che si è mangiato così da gustare meglio quello che viene dopo. Poi finito il pranzo c’è il tempo per il caffè, per la frutta secca, per i liquori e infine il panettone. Vi giuro che il pranzo che ho fatto qui questo Natale è stato il peggiore della mia vita, e questo mi ha fatto pensare che i brasiliani non sanno stare a tavola.
D’accordo, forse non tutti voi siete così, ma sono stato a casa di altra gente e il modo di mangiare era identico.
Ma non è solo questa fretta nel mangiare che da fastidio. E’ anche il fatto che molti brasiliani non sanno usare le posate o i piatti giusti. Ci sono tre tipi di piatti, ok? C’è il piatto fondo, il piatto piano e il piattino. Il piatto fondo serve per le minestre o per i primi in genere; il piatto piano per i secondi e il piattino per il formaggio o per i dolci. Più o meno il metodo è questo. Per la maggior parte dei brasiliani che conosco non c’è differenza. Il classico tanto faz viene usato in modo sproporzionato quindi usare un piatto o un altro per loro non fa differenza. Per loro, perchè per me ce ne molta. Per le posate è uguale. Ho visto mangiare la carne o l’insalata con il cucchiaio, oppure non usare il coltello ma prendere la bistecca con la forchetta e tagliarla con i denti! Giuro che non sto mentendo. Sono cose che vedo vivendo qui e che mai ho visto in altri posti. Inoltre pochi brasiliani sanno usare le posate nel modo giusto, perchè la maggior parte usano il coltello con la sinistra invece che con la destra, usandolo per aiutarsi a porre il cibo sulla forchetta.
Qualcuno potrà dire che queste sono solo abitudini diverse, come i giapponesi usano le bacchette i brasiliani usano il coltello con la sinistra, ma non è così. Io posso capire per esempio che in alcune regioni africane usino le mani per mangiare, ma in un popolo di cultura occidentale questo non deve avvenire. Dite sempre che il Brasile è un Paese envolvido, più sviluppato della Italia, ma da quello che vedo qui non mi sembra proprio. Voglio anche precisare che per me non c’è nulla di male in questo. Non tutti i popoli sono uguali. C’è chi riesce meglio in una cosa e chi in altra. Voi sarete ottimi per giocare a calcio ma non siete capaci di stare a tavola. Noi saremo capaci di stare a tavola ma siamo forse più maleducati, o più precisamente più grosseiros. Non si può avere tutto o essere migliori in tutto!
Quindi non arrabbiatevi per quello che ho scritto. So che non tutti sono così come ho descritto. Però è strano che solo io vedo queste cose, vero?
(1) Pellegrino Artusi (Forlimpopoli, 4 agosto 1820 – Firenze, 30 marzo 1911) è stato un critico letterario, scrittore e gastronomo italiano. E’ autore di La scienza in Cucina e l’Arte di mangiare bene, pubblicato nel 1881. Il volume è rimasto in stampa per oltre cent'anni ed è stato tradotto in diverse lingue, tra le quali, l'ultima in ordine cronologico, in portoghese, fu a lungo considerata un modello di perfetta cucina italiana.