Poveri pensionati… o pensionati poveri


Un altro articolo del Corriere della Sera che mi ha preoccupato. Non tanto per me perché ormai la mia vita, e quindi la mia vecchiaia, è qui in Brasile, ma per tutte quelle persone che ancora vivono in Italia.

Secondo una recente ricerca in Italia un pensionato su due è povero. Praticamente la metà dei pensionati italiani riceve un assegno di circa 1.000 euro e se pensate che “…la soglia di povertà relativa al di sotto della quale l'Istat considera l'individuo povero è quella di una spesa pro-capite di 999,67 euro al mese…” potete benissimo capire cosa voglia dire questo.

«I dati diffusi oggi dall'Istat dimostrano chiaramente come i pensionati italiani siano i più poveri d'Europa - ha sottolineato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Non solo gli importi percepiti da quasi la metà dei pensionati rappresentano una miseria, e non consentono una vita dignitosa, ma addirittura sulle pensioni italiane grava una pressione fiscale ben più alta rispetto a quella di altri paesi europei». (*)

«Possiamo affermare senza dubbio che la metà dei pensionati italiani vive in condizioni di povertà- prosegue Rienzi - un dato che rappresenta una vergogna in un Paese civile come l'Italia». (*)

E’ molto triste tutto questo, ma penso che una parte della colpa sia proprio di noi italiani, perché per tantissimo tempo ci siamo basati solo sulla previdenza pubblica. Credo che sia ora di iniziare a pensare a un nuovo modello esistenziale, facendo magari una pensione privata in modo da avere in futuro una vita più dignitosa. So che forse non è giusto questo perché dovrebbe essere lo Stato a garantire questo, ma visto che il Governo italiano non riesce a dare quello che spetta alle persone allora forse è tempo di rimboccarsi le maniche e pagare una previdenza privata. Perché alla fine è questo che succede: la pensione è in base a quanto si ha lavorato e quanto versato, quindi se volete una vita migliore dovete pagare di più.

Prima gli italiani capiranno questo e prima le cose andranno meglio per loro.

(*) fonte Corriere della Sera
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