Nel 1941 Stefan
Zweig, scrittore austriaco esiliato in Brasile, scrisse un libro intitolato “Brasil,
pais do futuro”. Essendo di origini ebree, all’inizio della Seconda Guerra
Mondiale fu costretto a rifugiarsi prima a Londra, poi a New York per poi
finire in Brasile. Qui, a causa delle tristi vicissitudini passate e per aver
visto con i propri occhi gli orrori di una guerra, si ritrova in un mondo a lui
così diverso che non può far altro che innamorarsene.
Infatti nel suo libro,
amato da molti brasiliani ma, nello stesso tempo, criticato per essere ufanista
e troppo elogiativo per un paese con già tanti problemi - O Brasil vivia uma
ditadura penosa, a imprensa estava sob censura. Os intelectuais acharam
que, se ele louvava o Brasil, estaria simultaneamente louvando o governo
brasileiro – si leggono frasi tipo
“Você não pode imaginar o que
significa ver este país que ainda não foi estragado por turistas e tão
interessante - hoje estive nas cabanas dos pobres que vivem aqui com
praticamente nada (as bananas e mandiocas estão crescendo em volta) e as crianças
se desenvolvem como se estivessem no Paraíso -, a casa inteira, desde o chão,
lhes custou seis dólares e, por isso, são proprietários para sempre. É uma boa
lição ver como se pode viver simplesmente e, comparativamente, feliz - uma
lição para todos nós que perdemos tudo e não somos felizes o bastante agora, ao
pensar como viver então", "Considerando que o nosso velho mundo é,
mais do que nunca, governado pela tentativa insana de criar pessoas racialmente
puras, como cavalos e cães de corrida, ao longo dos séculos a nação brasileira
tem sido construída sobre o princípio de uma miscigenação livre e não filtrada,
a equalização completa do preto e branco, marrom e amarelo", “O Brasil é
um país cuja importância para as gerações vindouras não podemos calcular, mesmo
fazendo as mais ousadas estimativas... E quando cheguei ao Rio, percebi que
havia lançado um olhar para o futuro do mundo... Logo que alguém chega a esta
terra, a primeira surpresa que, depois, todos os dias felizmente se renova, é a
de ver a maneira amistosa e não fanática como os entes humanos vivem no seu
gigantesco território... Já não estamos dispostos a reconhecer uma
classificação de acordo com o valor industrial, financeiro e militar de um
povo, mas sim avaliar o grau de superioridade de uma nação pelo seu espírito
pacífico e humanitário.”, “Olhar sobre São Paulo”, por exemplo, reflete que
“para representar a cidade de São Paulo seria preciso ser um pintor. Para
descrever São Paulo, um estatístico ou um economista (...), pois não é o
passado ou o presente que tornam São Paulo uma cidade tão fascinante, e sim o
seu crescimento e o seu porvir, a rapidez de sua transformação, vistos em
câmera lenta.”
Aldilà dell’ingenuità
di certe affermazioni, pur tenendo conto del passato di Zweig, il suo libro
ebbe tanto successo in Brasile tanto da fare un lemma col suo titolo, e “pais
do futuro” è diventato praticamente un sinonimo di questo grande, come estensione,
paese. Peccato che la realtà sia completamente diversa.
Qui in Brasile ci
sono gravi problemi che tutti noi conosciamo bene, come la violenza (è il primo
paese al mondo per i numeri di omicidi), la corruzione endemica, la
disuguaglianza sociale, la salute pubblica, i prezzi stratosferici, ecc.
Ma ce ne sono
altri poco noti, perlomeno a chi non vive in questo paese (o vive ma preferisce
non vedere).
Uno degli ultimi,
ma a mio avviso molto preoccupante, è la mancanza d’acqua che sta avvenendo in
molti Stati come São Paulo, Minas Gerais e Rio de Janeiro. Se prima si pensava
che la siccità potesse colpire solo alcune regioni del Nord-Est, ora invece
anche in altre parti del paese questo triste fenomeno sta diventando una realtà
quotidiana.
“
Cantareira pode secar em setembro, mostra simulador”,
scrive BrasilPost.
Il Sistema
Cantareira é um insieme di dighe, tunnel e canali, situato nello Stato di São
Paulo. È uno dei piú grandi del mondo, eppure sta quasi sparendo, pur con le
piogge torrenziali di questo periodo (e chi vive a São Paulo sa di cosa sto
parlando).
E con la mancanza
d’acqua sorge un ulteriore problema: la mancanza di energia elettrica. Le varie
centrali idroelettriche, così comuni qui in Brasile, data la mancanza d’acqua
non riescono a produrre l’energia sufficiente per la numerosa popolazione
brasiliana.
“
Paulistas devem sentir no bolso custos de crise hídrica”.
E come sempre a chi tocca pagare per
questi eventi? A noi poveri consumatori. Molti bar e ristoranti sono stati
costretti a chiudere o a comprare acqua da provati per poter svolgere le loro
funzioni. I prezzi di frutta e verdura sono aumentati. Già si parla di un
aumento della bolletta della luce e dell’acqua.
“
Racionamento de energia pode levar o Brasil à recessão”.
Questo é il vero problema. Se la mancanza
d’acqua fosse qualcosa di passeggero, di stagionale, tutto bene, uno trova il
modo di andare avanti. Ma lo scenario che ci troviamo davanti è ben diverso,
molto più preoccupante. Quello che sta succedendo non è temporaneo, ma sta
peggiorando sempre di più. Non voglio sembrare troppo pessimista, non è nel mio
carattere, ma questo sembra che sia il futuro di questo paese.
Quindi altro che “pais
do futuro”! Qui sta diventando sempre di più un pais di… beh, non fatemelo dire.
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