Costo di vita


Qualche giorno fa il quotidiano “La Repubblica” ha pubblicato un articolo sul costo della vita in alcuni paesi. Per far ciò ha preso come esempio un articolo di Movehub, un sito londinese che si occupa di trasporti, o per meglio dire, di traslochi tra i vari paesi. A sua volta Movehub ha preso i dati da Numbeo, altro sito con sede a Belgrado, in cui si possono confrontare e/o verificare i prezzi al consumo e il costo della vita di determinati paesi o città.

Fin qui tutto bene. I due siti citati sono, a mio parere, molto validi e utili per chi decidesse di andare a vivere in un’altra nazione o anche in un’altra città. I prezzi su Numbeo sono reali e vengono aggiornati quotidianamente anche da chi vive in quella particolare nazione o capitale. È chiaro che i prezzi possono cambiare anche da supermercato a un altro, come è chiaro che in un piccolo paesino sperduto la vita possa costare in modo differente che in una grande metropoli. Però in genere i valori sono corretti, o perlomeno è quanto io ho notato.

Bene, in quel articolo di Repubblica si nota come, prendendo come riferimento New York, il alcuni paesi la vita costi di meno o di più. Per esempio, secondo l’articolo, a Zurigo la vita è più cara che nella “Grande Mela”, mentre in Italia è leggermente inferiore. Prendendo come New York con indice 100, vediamo che l’Italia ottiene un punteggio dagli 80 ai 90, mentre Zurigo supera i 120.

E il Brasile? Secondo Movehub l’indice dello Stato “verde amarelo” si attesta con un ottimo 50-60, quindi decisamente meno caro che gli Stati Uniti o l’Europa. E qui subito qualcuno grida al miracolo, a come la vita in Brasile sia effettivamente economica e a come si sbagliavano tutte quelle persone che, a tutt’oggi, affermano il contrario.

Ma allora io non capisco: com’è possibile che quotidiani e siti autorevoli dicano una cosa, mentre io ne percepisco un’altra? Sarà che sono così ignorante? So che molti di voi pensano questo, e forse con ragione, ma allora andiamo a vedere più dettagliatamente.

Lasciamo perdere Repubblica e Movehub e andiamo direttamente all’origine. Abbiamo visto che i dati originali sono presi da Numbeo, quindi andiamo a fare una comparazione nel loro sito. Prendiamo la città presa come esempio, New York, e São Paulo per il Brasile. Bene, dal sito comparirà una pagina come questa:



Eh sì, effettivamente i prezzi a São Paulo sono nettamente inferiori a quelli di New York, nell’ordine di circa il 50%. Allora adesso proviamo a confrontare una città dell’Italia, per esempio Milano, con São Paulo:



Anche in questo caso São Paulo risulta essere più economica nella capitale meneghina. Stai a vedere che mi sono sempre sbagliato? No, aspetta un attimo, c’è qualcosa che non quadra.

Una birra a New York 5,50 $
Una birra a São Paulo 1,94 $
Um cappuccino a New York 4,05 $
Um cappuccino a São Paulo 1,86 $

... Dollari a São Paulo? Ma la valuta in Brasile è il Real!

Vediamo con Milano:

una birra a Milano 5,00 €, a São Paulo  1,71 €
un cappuccino a Milano 1,37 €, mentre a São Paulo 1,64 €

Euro a São Paulo? Dollari? Ah, allora ho capito dove sta l’arcano! Per valutare il costo di vita quelli di Numbeo usano la valuta dello Stato di “partenza” anche nello Stato di “arrivo”. In pratica loro si chiedono: quanti euro/dollari costa un cappuccino in Brasile? Quanti euro/dollari costa una birra? L’idea è buona. In questo modo, chi decide di fare un viaggio in un altro paese può rendersi conto di quanto potrà spendere vivendo all’estero. Ma per chi “vive” in quel determinato paese? Se io vivo in Brasile guadagno e spendo in valuta brasiliana, non europea o americana. Io che vivo a São Paulo voglio sapere quanti Reais costa una birra o un cappuccino nel bar vicino a casa, non quanti Euro o Dollari. Ecco allora che se, come per magia, confrontiamo gli stessi valori in valuta locale, le cose cambiano:



Facendo una comparazione a mio avviso piú realistica vediamo che una birra mi costa uguale sia in Brasile come in Italia, ma a Milano io pago un cappuccino 1,37, mentre a São Paulo mi costa 4,78; un litro di latte a Milano 1,31, a São Paulo 2,85; i pomodori in Italia 1,89, mentre in Brasile 5,99, e via discorrendo.

Allora a questo punto, in tutta onestà, com’è possibile affermare che la vita in Brasile costi di meno? Lo stesso prodotto in Brasile mi costa due o tre volte di più, non di meno. Torno a dire che è inutile fare paragoni usando due monete diverse o convertendole nel cambio odierno. Se io vivo in Brasile guadagno in moneta brasiliana, il che vuol dire che per comprare un litro di latte io spendo 2,85 monete. Se abitassi in Italia spendere invece 1,31 monete. Non è difficile da intendere. E non venitemi nemmeno a dire che qui in Brasile gli stipendi siano più alti. Un operaio specializzato qui guadagna circa 1.300 R$, un commesso di un negozio circa 800 R$, la pensione di vecchiaia qui a São Paulo è di 788 R$. Forse professioni più “nobili” hanno un salario più alto. Forse qui in Brasile un medico, un ingegnere o un architetto guadagnano più che in Italia. Questo non lo so, non avendo fonti reali, ma vi assicuro che per il resto non cambia molto dall’Italia. Quindi vuol dire che la S.ra Giuseppina di Voghera, pensionata, spenderà 1,31 monete per comprare un litro di latte, mentre Dona Isabela, aposentada di Campinas, ne dovrà spendere più del doppio.

Io spero che sia l’ultima volta che torno su questo argomento, anche perché penso che in ogni caso qualcuno continuerà a pensare che il Brasile sia sempre e in ogni caso più economico dell’Italia, qualunque cosa gli si dica o gli si mostri. Io, di conseguenza, continuo a pensarla alla mia maniera, giusta o sbagliata che sia. A meno che qualcuno non mi mostri il contrario, ma fino adesso… 


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