I numeri che nessuno vuol vedere


C'è qualcuno che mi accusa di essere troppo critico verso il Brasile e di mostrare solo il lato negativo di questo paese. A queste persone posso solo rispondere che ciò non è vero e il solo fatto di vivere qui dimostra che qualcosa di positivo esiste. E poi, come ho già detto in altre circostanze, in rete troverete un'infinità di Blog in cui solo si elogia questo paese, i suoi luoghi e i suoi abitanti. Io cerco solo di mostrare cose che un semplice turista non può vedere.

In ogni caso questa mia fama negativa mi perseguita anche al di fuori di questo spazio. In un recente commento da me effettuato in un altro blog, mi è stato gentilmente consigliato di creare un mio Blog (scusate se mi ripeto) chiamandolo "NON VIVERE IN BRASILE". Io ringrazio del consiglio del simpatico lettore, ma di Blogs ne ho già sei, quindi non credo che sia il caso di crearne un'altro.

Ma in fin dei conti io cosa critico tanto? Dei politici brasiliani e dell'attuale governo, che sembra che non facciano niente per risolvere i problemi del loro paese; dei brasiliani in generale, che anche loro sembra che non vogliano fare niente; e delle cose che ormai conosciamo tutti, come la sanità pubblica, l'educazione nelle scuole e la violenza quotidiana.

La violenza. Questo è uno degli aspetti più discussi e più allarmanti in rete. Ma è davvero così violento il Brasile? Se andiamo a vedere gli aspetti personali, posso dire che in quattro anni di permanenza in questo Stato non sono mai stato assaltato una volta. Ma mia moglie sì, come mia figlia e mia cognata. E conosco persone che sono state uccise da balordi per futili motivi. E poi basta assistere a qualche programma televisivo e leggere qualche quotidiano locale per accorgersi che qui l'estrema violenza è all'ordine del giorno.

Ma qualcuno obbietta: "Ma anche in Italia avvengono rapine e omicidi". Certo, è vero, ma non a questo livello. Qualcuno, per dimostrare questa tesi, pubblica articoli tipo una rapina con molotov a Milano. ma durante quel fatto vennero ferite "solo" due persone. Se fosse successo qui in Brasile il risultato sarebbe diverso. E poi qui va "di moda" far esplodere le casse automatiche con la dinamite. Nemmeno nei migliori film Western succedevano cose così. Ed è di oggi la notizia che un altro dentista è stato dato fuoco per un tentato furto. Anche questo sta diventando di moda, e non mi sembra che fatti così terribili avvengano in altri paesi.

Ma aldilà di tutto questo, che possono essere interpretati come interpretazioni personali, i numeri dicono la verità. Questi sono alcuni dati che ho trovato in rete (purtroppo è difficile, se non impossibile, trovare dati aggiornati):

Gli omicidi volontari consumati nel 2009 in Italia sono stati 586, che rappresenta il minimo storico per tale delitto. Alla diminuzione repentina avvenuta tra il 1991 - anno di picco – e il 1993 (da 3,38 a 1,87 omicidi per 100 mila abitanti), ha fatto seguito un calo progressivo fino all'attuale livello di 0,97 omicidi per 100 mila abitanti. E’ diminuita in misura ancora maggiore la componente degli omicidi ascrivibile alle organizzazioni criminali di tipo mafioso: nel 1991 era il 37,5 per cento del totale, nel 2009 è stata il 15,4 per cento. Gli omicidi tentati nel 2009 sono stati 1.346, quindi ogni 100 omicidi volontari consumati ve ne sono circa 230 tentati. Anche per questi ultimi si è avuta una complessiva diminuzione, pur se di portata minore rispetto agli omicidi consumati (dai 3,87 per 100 mila abitanti del 1991 ai 2,24 del 2009). Dall'inizio del secolo l’andamento è stato irregolare, con alcune riprese e un forte calo (-17,0 per cento) nell'ultimo anno considerato. (1)

E’ pensiero comune che l’Italia sia un paese in cui la criminalità sia molto sviluppata e che si trovi quindi nelle prime posizioni delle classifiche europee in fatto di incidenza dei crimini commessi. Abbiamo voluto perciò verificare se questa opinione ampiamente diffusa, e che spesso diventa un cavallo di battaglia nelle campagne elettorali di molti partiti, abbia un fondamento reale. Abbiamo quindi dato la parola ai numeri, consultando le più recenti statistiche pubblicate da Eurostat su tale fenomeno. Per rendere omogenei e confrontabili i dati relativi ai diversi Paesi, si sono calcolati degli Indici rapportando il numero di delitti per 100.000 abitanti. I Paesi presi in considerazione sono quelli che demograficamente e territorialmente si avvicinano maggiormente all'Italia (Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna). A questi se ne sono aggiunti altri due, Polonia e Svezia, al fine di raffrontare il nostro Paese con due realtà profondamente diverse, non solo per ragioni demografiche e territoriali, ma anche di tipo culturale e sociale. L’Analisi ha riguardato il Tasso di criminalità complessivo dei Paesi sopra citati per gli anni 2002, 2005 e 2008.

OMICIDI
CRIMINI VIOLENTI
RAPINE
FURTI DOMESTICI CON SCASSO
(2)
Con “soli” 590 omicidi su una popolazione di 60 milioni di abitanti, l’Italia è uno dei paesi più sicuri al mondo. Lo dice il “Global Study on Homicide 2011″ dell’Unodc, il “Crime and Drug office” delle Nazioni Unite, ripreso dal settimanale inglese The Economist. Il rapporto di circa un omicidio per 100 mila abitanti è uno dei più bassi, in una delle aree del mondo più “tranquille”, l’Europa. Nella classifica dei morti ammazzati, stilata sui dati forniti dall’Onu, dalle polizie nazionali, dall’Interpol e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, possiamo distinguere fra valori assoluti e relativi. In termini assoluti, gli omicidi in totale sono stati 468.000. Il primato di “mattatoio” mondiale se lo aggiudica il Brasile: 43.909 uccisioni. Seguono l’India, terzo distanziato il Messico, che supera di poco l’Etiopia. Ecco le prime 10, tra parentesi il rapporto omicidi/abitanti:

1) Brasile 43.909 (22,7)
2) India 40.752 (3,4)
3) Messico 20.585 (18,1)
4) Etiopia 20.239 (25,5)
5) Indonesia 18.963 (8,1)
6) Nigeria 18.422 (12,2)
7) Sudafrica 16.834 (33.8)
8) Russia 15.954 (11,2)
9) Colombia 15.459 (33,4)
10) Usa 15.241 (5,0)

I più pericolosi però sono quei Paesi in cui è più alta la percentuale di omicidi per abitante. Calcolando il rapporto su 100.000 abitanti, lo Stato meno sicuro del mondo è l’Honduras con 82,1 uccisi su 100.000 residenti. La media mondiale è 6,9. Secondo e confinante con il primo è El Salvador; terza la Costa d’Avorio. Quarta la Giamaica, quinto il Venezuela. Questi i primi 10, tra parentesi il numero totale degli omicidi.

1) Honduras 82,1 (6.239)
2) El Salvador 66,0 (4.085)
3) Costa d’Avorio 56,9 (10.801)
4) Giamaica 52,1 (1.428)
5) Venezuela 49,0 (13.985)
6) Belize 41,7 (130)
7) Guatemala 41,4 (5.960)
8) Isole Vergini 39,2 (43)
9) Saint Kitts and Nevis 38,2 (20)
10) Zambia 38,0 (4.710)

Se invece, oltre a temere il fisco, avete paura per la vostra vita, prendete casa a Montecarlo. Il principato di Monaco è lo Stato più sicuro al mondo: 0 omicidi, così come il Palau, che però ha 15 mila abitanti in meno. Terzo il Giappone, quarta l’Austria, quinto Hong Kong. Ecco i primi 10 con un minore rapporto omicidi/abitanti. Tra parentesi il numero degli omicidi totali.

1) Monaco 0 (0)
2) Palau 0 (0)
3) Giappone 0,5 (646)
4) Austria 0,5 (45)
5) Hong Kong 0,5 (35)
6) Singapore 0,5 (25)
7) Brunei 0,5 (2)
8) Norway 0,6 (29)
9) Guam 0,6 (1)
10) Svizzera 0,7 (54)

Ecco invece gli omicidi totali raggruppati per continenti:

1) Africa 170.000 (17,4 per 100.000 ab.)
2) America 144.000 (15,5)
3) Asia 128.000 (3,1)
4) Europa 25.000 (3,5)
5) Oceania  200 (3,5)

Guardando i dati per macro-regioni  la zona più pericolosa è l’Africa del Sud, seguita da Centroamerica, Sudamerica, Caraibi ed Europa dell’Est. Fra gli Stati europei, quello dove si è ammazzato di più è la Francia: 839 (1,4 ogni 100.000 abitanti) seguita dalla Gran Bretagna (724 – 1,2/100.000) e dalla Germania (690), che però in rapporto alla popolazione è il 12° Paese più sicuro (0,8/100.000). In Serbia (145 – 1,5/100.000) ci sono stati meno morti uccisi anche in percentuale rispetto al Belgio (185 – 1,7/100.000). Ma la nazione europea meno sicura è… la Groenlandia, con 10,5 omicidi su 100.000 abitanti, “merito” di 6 morti ammazzati su una popolazione totale di 56.000. (3)
Secondo la Mapa da Violência 2013 l'Italia occupa il 65° posto nella classifica internazionale, con un indice dello 0,4% di omicidi per 100 mila abitanti; la Francia è al 39° posto, e la lontana e fredda Finlandia al 37° (il Brasile, per chi non abbia voglia di leggere il post completo, vetta al 9° posto). Quindi, leggendo questi dati, cosa dovremmo fare? Non vivere in Francia o Gran Bretagna (o Finlandia)? Certamente no. Andare tutti a vivere a Montecarlo o all'isola di Palau? A meno che non siate milionari, penso che sia un po' difficile. Non vivere in Brasile? Io ci vivo e ci sto bene, anche se può sembrare il contrario.

Quindi il problema di fondo è che le persone, o meglio, certe persone, prima di parlare o di fare paragoni inesistenti dovrebbero pensarci molto bene. La realtà, sia brasiliana che italiana, è quella dei numeri. Numeri che a volte ingannano o possono essere di false interpretazioni, ma sempre numeri rimangono. Perché la Matematica non è una Scienza soggettiva. Non cambia a seconda del soggetto, ma è una Scienza oggettiva.
Che vi piaccia o no, la Matematica (e quindi i numeri) non mente.

Fonti:
(1) Universitá Guglielmo Marconi
(2) Il Fatto Quotidiano
(3) Blitz Quotidiano

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7 commenti:

  1. Uma piccola ,ma importante postila al tuo post cosi' chiaro e inequivocabile.la percentuale di omicidi risolti com i responsabili condannati,qui in Brasile arriva ala ridicola cifra del 5~7% del totale.

    E um comento sulle percentual che hai pubblicato, il Brasile e' um paese vastíssimo,quindi quel tasso di 22 omicidi ogni 100.000 abitanti e' sulla media di tutta la popolazione brasiliana,ma se si vanno a vedere le grandi citta' ,sopratutto del nord~est il tasso arriva anche a 80~100 omicidi (all'anno!!) ogni 100.000 abitanti.
    Per farlo capire ai piu' duri d' orecchi sarebbe come se a Roma,ogni anno ci fossero oltre 2500 omicidi.
    A Roma ,l'anno passato ci sono stati 22 omicidi, quase tutti risolti.

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    1. Ti ringrazio di questa precisazione Benedetto, ma penso che chi é duro d'orecchi non vorrà sentire questi dati. Poco importa. Da parte mia faccio il possibile non criticare, ma dare il giusto valore a ciò che vedo e che sento. Poi ognuno é libero di pensare a quello che vuole. Che in Italia ultimamente la violenza sia aumentata é un dato di fatto, ma da qui a paragonarla col Brasile ce ne vuole. E sui casi risolti e condannati, quindi sulla Giustizia brasiliana, noi che viviamo qui sappiamo bene come vanno le cose in questo paese, specialmente se ci son in mezzo dei minori.

      P.S. Ho letto l'articolo da te segnalato in un altro post, e mi ha lasciato un po' esterrefatto. Perdonare il proprio torturatore, che sia una persona o un regime politico, personalmente lo trovo assurdo. E non perché io sia cattivo o vendicativo, ma perché penso che commettere tali crimini contro qualsiasi essere vivente sia un abominio verso la vita, e chi commette tali reati va punito severamente (sarei tentato di dire "occhio per occhio", ma andrebbe contro quello che ho detto prima). E non venitemi a dire che le idee di tali persone siano frutto di una bontà d'animo ineguagliabile o una fonte mistica di santità. Chi perdona il proprio carnefice, che sia un prigioniero politico come una moglie picchiata dal proprio marito, penso che abbia in sé un briciolo di follia. Ma d'altronde, sempre in quella pagina, c'é un link in cui Agnaldo Timoteo, vereador del PR, ha difeso la dittatura militare e criticato la Comissão da Verdade, che come sai investiga sulle violazioni dei diritti umani in Brasile. Quindi c'é ben poco da dire su questo argomento.

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  2. I giornali brasiliani,come quelli di tutto il mondo hanno la capacita' di distorcere la realta' e far credere a chi non há strumenti culturali e intellettivi minimi,che va tutto bene,che il mondo e in questo caso lo stato del Paraíba ,va nella giusta direzione,che i diritti dele persone sono rispettati e bla,bla bla..

    Oggi hio aperto uma pagina di um quotidiano on line paraibano,della capitale Joao Pesso (ogni tanto lo faccio perche' ho abitato li' tre anni)
    Questo quotidiano,come quase tutti quelli brasiliani, e come anche tutte le radio e televisioni locali,appartiene,ma guarda um po', a um politico.
    (Franco su questo tema ci dovresti fare um bel post,perche'la situazione dei mezzi di comunicazione brasiliani e' veramente sintomática del come vanno le cose qui)

    Dunque, dicevo,"apro" la pagina perche' leggo il titolo "Poliziotto militare e' condannato a 10 anni per "crimine di homofobia"

    Mi dico " e che avra' fato mai questo PM per prendersi 10 anni"?
    Avra' picchiato a sangue qualche omosessuale,e il cumulo dele condanne per il reato ripetuto e' arrivato a 10 anni?
    Leggendo il titolo si potrebbe definire il Brasile all'avanguardia dela difesa dei diritti degli omosessuali..
    E invece..

    Leggo l'articolo e scopro che il tale poliziotto há ,in meno di um anno ,ammazzato quatro omosessuali e tentato di ucciderne um altro.

    Ma come,non era stato condannato per crimine omofobico?

    No, e' stato condannato per 4 omicidi.

    10 anni per 4 omicidi e um tentato homicídio.

    Compresa l'aggravante per omofobia?


    E questa brava persona,ci potete scommettere ,tra 5 anni al massimo sara'

    libero.

    Libero di continuare la sua carriera di assassino.

    Ecco,dedicato a quelli che si lamentano dela Giustizia italiana



    http://portalcorreio.uol.com.br/noticias/policia/policia-militar/2013/05/29/NWS,224573,8,160,NOTICIAS,2190-POLICIAL-MILITAR-CONDENADO-ANOS-CRIME-HOMOFOBIA.aspx

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    1. Che i media brasiliani siano molto condizionati dalla politica é un fatto risaputo. Sarebbe molto interessante parlarne, ma devo ammettere di avere poca conoscenza in merito ed é difficile trovare dati certi per dimostrare quello che stiamo dicendo. E non mi piace scrivere post solo sul "sentito dire" o basati su una mia idea personale. Come avrai notato, nella maggioranza di post che scrivo, cerco e cito sempre fonti sicure, in modo che nessuno possa dire che quello che dico non é vero. E trovare fonti su questo delicato argomento non é facile. Però sarebbe bello parlarne.

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  3. I mediaa brasiliani non sono condizionati dalla politica,sono di PROPRIETA' di politici, che poi sono niente altro meno che i vecchi "coronelos", i feudatari dele varie regioni e stati,che per mantenere il próprio potere non possono fare altro che anare in Parlamento per proteggere i propri interessi e quelli dei loro accoliti.
    Um solo esempio, Blairo Maggi,il piu' grosso produttore individuale di soja del Brasile , gia' due volte governatore del Mato Grosso,e' adesso senatore federale e.. Presidente dela Commissione dell'Ambiente del Senato Federale.
    Premiato com il premio "Motosega d'oro" per i suoi meriti nel disboscamento dell'Amazzonia.
    Per i dati sulle proprieta' dei media da parte dei politici brasiliani ,tra qualche giorno te li forniro'.
    Ciao

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  4. la percezione di insicurezza (che non si limita solo alla percezione!) in brasile è una costante.. almeno per quanto ho avuto modo di vedere io (Cearà). La cosa sconvolgente è che per i locali questo è normale! Dicono che si ammazzano tra vagabondi e non esiste la minima sensibilità... e se ti rapinano basta dare tutto e non reagire.. io non la faccio così semplice!
    Nonostante tutto non posso che amare questo paese.. ma non ci crescerei mai un figlio XD
    Un saluto!!

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    1. Io mi ritengo fortunato, perché come ho detto in quattro anni non sono mai stato assaltato. Ma anche perché, se dovesse succedere, non credo che riuscirei a non far niente, e sappiamo tutti cosa succede quando qualcuno reagisce.

      Per quanto riguarda i figli, anche io la penso come te, per tanti motivi che ora non sto qui a spiegare. Ho una figlia bellissima di 15 anni ma lei é brasiliana, e non é stata una mia scelta farla vivere in questo paese. L'idea era esattamente il contrario, ma la vita e le scelte di certe persone hanno voluto questo.

      In ogni caso anche io amo questo paese, ed é per questo che mi arrabbio molto quando vedo cose che non vanno. Peccato che venga sempre frainteso.

      Abraços!

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