… e io lo nacqui, modestamente!
Federalberghi rivela: molti visitatori da Brasile, Russia, India e Cina confondono i monumenti ateniensi con quelli della Città Eterna: una corso per aiutarliROMA - Vacanze romane, in cerca del Partenone. Confondere le colonne del tempio dedicato ad Atena Parthénos sull'acropoli con quelle del Tempio di Saturno a Roma sembra arduo. La notizia avrebbe dell'incredibile se non venisse da una fonte attendibile: secondo Federalberghi Roma, molti dei turisti (in crescita esponenziale) che giungono nella Capitale da Paesi emergenti come Brasile, Russia, India e Cina, arrivano a chiedere - in riva al Tevere - dove sia il Partenone. E non distinguendo kl'acropoli ateniense dai Fori imperiali, conoscono davvero poco di Roma. La loro scarsa informazione non si ferma poi a storia e monumenti: «Soltanto il 2 per cento - lamentano gli albergatori romani - conosce la pasta alla carbonara».LEZIONI DI ACCOGLIENZA - Sono i dati più curiosi emersi dall'«Albergatore Day», giornata di studio organizzata nella Città Eterna da Federalberghi, che quest’anno ha voluto organizzare anche lezioni di accoglienza per i suoi iscritti: «Perchè questi sono ospiti a cui non si è abituati - dice il vicepresidente Giovani Albergatori di Federalberghi, Alessandro Zucconi -: alcuni hanno particolari bisogni, altri non conoscono necessariamente la nostra storia, cercano a Roma il Partenone che è ad Atene».CAMERE GRANDI AI BRASILIANI - Tra i consigli dispensati durante il seminario: «Ove possibile assegnare camere “grandi" ai brasiliani»; «gli indiani non disdegnano il contatto fisico, ma che non vada oltre una stretta di mano»; tra i bisogni «fondamentali» per i clienti russi ci sono la posizione dell'hotel e la colazione, «salata e calda»; e per i cinesi «non esagerare con la cordialità italiana». Alessandro Zucconi spiega: «Vanno compresi e orientati. Gli ospiti indiani, ad esempio, hanno bisogno di particolari spezie nel menù, i russi necessitano di qualcuno che parli la loro lingua, i brasiliani spesso temono di andare nel centro storico perché pensano sia pericoloso. A differenza di europei e americani, non vengono spontaneamente alla reception, parlano dimeno, e vanno accolti con il linguaggio universale del sorriso».«I NUOVI MERCATI CI SCELGONO» - È comunque importante puntare su questi turisti, continua Zucconi, soprattutto in un momento di crisi: «Non siamo più noi a scegliere il mercato, sono i nuovi mercati che scelgono noi». Alla manifestazione, giunta alla decima edizione hanno partecipando circa 500 imprenditori del settore.
«Arrivato alla decima edizione - dichiara il presidente della Federalberghi di Roma, Giuseppe Roscioli - l'”Albergatore day” può essere oramai considerato un appuntamento fondamentale per tracciare un bilancio e per affrontare le problematiche più urgenti del turismo ricettivo alberghiero non solo romano, anche nazionale. Roma e, in primis, i suoi albergatori oggi sono chiamati ad affrontare nuove sfide derivanti dall'arrivo di flussi turistici provenienti da Paesi economicamente emergenti e dall'affermarsi di un sistema di prenotazioni on-line che necessita oramai di regole certe per evitare storture e fenomeni di inquinamento del mercato».
Durante la giornata dell'hotellerie è stato anche assegnato il premio «Green hotel of the year»: il riconoscimento riservato a strutture alberghiere associate a Federalberghi che nel corso dell’anno abbiano intrapreso iniziative volte a ridurre il proprio impatto sull’ambiente adottando una politica ispirata a principi di sostenibilità per ciò che riguarda energia elettrica, gas, acqua e rifiuti. L’Hotel Britannia e l’Albergo Cesàri di Roma sono i vincitori ex aequo.Lilli Garrone
fonte: Corriere della Sera
La frase corretta è: inizierò a FARE dei “corsi”
RispondiEliminaoppure: inizierò a DARE dei “corsi”
In un caso (FARE) sembra che partecipi ad un corso per apprendere qualche cosa.
Nell'altro caso (DARE) sei l'oratore.
In quest'ultimo caso mi prenoto, perché sarà vero che gli stranieri non conoscono i monumenti italiani, ma è anche vero che gli italiani (tra cui io) spesso non sanno localizzare o indicare la posizione spaziale di un particolare monumento.
Se non ci credi, prova a fare un piccolo esame, senza barare con te stesso, e dimmi dove si trova l'Ultima Cena di Michelangelo o la torre della Garisenda, e per essere più cattivo con te stesso, dimmi se sai da dove deriva l'espressione: "andare a Canossa"?
Ovviamente ti ho posto tre domande di cui conosco la risposta, ma esistono altre mille più mille domande a cui non saprei rispondere.
Per questo mi servirebbe, come servirebbe a molti italiani, un corso di aggiornamento.
Considerando la mia estrema ignoranza, penso che la frase corretta sia "FARE dei corsi". Peccato che la mia idea sia esattamente il contrario, ma é ancora tutto da vedere. Non dimentichiamo, e questa é una cattiveria MIA, che qui in Brasile parlano tanto ma poi non si risolve in nulla.
RispondiEliminaIn ogni caso la TUA cattiveria non ha limiti!
P.S. Ma L"ultima Cena non é di Leonardo da Vinci?
Ottimo. Non sei cascato nel tranello. Normalmente i saputelli ci cascano in pieno. A volte uso il Mosè attribuendolo a Leonardo, anche in questo caso ci cascano in tanti.
RispondiEliminaMa anche giocando sull'assonanza dei nomi, come Noè e Mosè, quando fai una domanda del tipo: "Su quale monte si sarebbe arenata l'Arca di Mosè, tutti rispondono Ararat, ma sono veramente rarissimi i casi in cui notano l'errore del nome.
Ma infine, senza barare con se stessi, ed riconoscendo l'opera al suo giusto autore, hai risposto correttamente alle tre domande?
In tutta siceritá no. Ricordo che l'Ultima Cena si trova a Milano, ma non so esattamente dove. Se dovessi "sparare" una cittá sulla Torre della Garisenda mi verrebbe d'istinto pensare a Bologna, ma é solo un misero tentativo fortuito. E sull'espressione "andare a Canossa" giuro che non ho la mia idea. Come vedi ho proprio bisogno di tornare sui libri di scuola.
RispondiEliminaDue su tre, potrebbe sembrare poco, ma è ottimo, credimi. Per Canossa cerca "Matilde di Canossa" magari su vikipedia
RispondiEliminaIn bocca al lupo per i nuovi corsi! Se vuoi dei consigli sui libri d'italiano per stranieri puoi chiedere a me.
RispondiEliminaA proposito delle domande di Giancarlo, è vero che i saputelli ci cascano nei tranelli. Anche i distratti, come me :) Mia sorella me le faceva sempre queste domandine....
Franco, "L'Ultima Cena" si trova nei pressi della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, più precisamente nel refettorio dell'omonimo convento. Se vai sul profilo o la pagina di facebook di La Nostra Italia lo troverai nell'album Milano. Ma solo la parte esterna, visto che non sono mai riuscita a prenotare una visita (per fortuna c'è http://www.haltadefinizione.com/it/).
Un abbraccio e buone vacanze di Carnevale.
Allora... urge una precisazione: purtroppo quel corso sembra svanito nel nulla! Ma mi spiego:
RispondiEliminaIo mi sono sempre auto-declamato ignorante, ed é la verità. Quando ero giovane non avevo voglia di studiare e ho iniziato a lavorare appena finita la 3a media. Peró mi sono sempre interessato di tante cose e ho sempre letto molto fin da piccolo (in Italia avevo circa 1200 libri ed é stato uno dei miei piú grandi dispiaceri regalarli quasi tutti prima di partire).
Quando sono arrivato qui in Brasile, vuoi la lontananza o il troppo sole tropicale, ho iniziato ad essere piú interessato e orgoglioso del mio Paese, ma non avendo una cultura adeguata non ho mai fatto niente. Peró, siccome esiste un proverbio che dice "Anno nuovo, vita nuova", ecco che quest'anno, armato di baldanzoso coraggio e un pizzico di incoscienza, mando due email alla Secretaria da Educação di Sorocaba e alla Societá Culturale Italiana sempre di questa cittá, spiegando che sono italiano, che mi piacerebbe insegnare italiano e divulgare la cultura del mio paese, bla bla bla...
Con somma sorpresa mi chiamano tutti e due. La Secretaria, come era immaginabile, mi dice che non posso insegnare perché non ho le caratteristiche necessarie (leggi non ho titoli di studio). La Societá Italiana invece é stata esattamente l'opposto.
Sono andato da loro una sera mentre facevano una riunione. C'era il Presidente, il Vicepresidente, il Tesoriere, i soci piú anziani... insomma, todo mundo. Loro, gentilissimi, mi fanno accomodare e io gli spiego il mio progetto, cioé divulgare la cultura italiana, in modo semplice, senza entrare in dettagli troppo tecnici e noiosi. L'Idea l'avevo presa dal mio blog di cucina: tutti sanno che in Italia si mangiano pizza e spaghetti, ma aldilá delle lasagne o del "Molho a Bolonhesa" ci sono un'infinitá di piatti buonissimi ma ai piú sconosciuti. Quindi l'idea era di fare la stessa cosa con la cultura italiana: tutti conoscono Roma, Firenze o Venezia, ma quanti sanno che il Lago maggiore era infestato da un gruppo di pirati, o che il Museo Egizio di Torino è considerato il piú importante del mondo dopo quello de Il Cairo?
Loro sono rimasti letteralmente entusiasti di questa mia idea. Mi hanno detto che avrei potuto cominciare questo mese, che avrebbero cambiato sede per una piú grande, che sarebbero venuti ai miei "corsi", ecc. Addirittura mi avevano dato dei biglietti da visita dicendo che avrei potuto giá scrivere il mio nome. Quindi tutto sembrava combinato, e l'accordo era di tornare la settimana prossima con qualche progetto dettagliato su quello che avrei voluto fare.
Io tutto contento torno a casa, convinto che dopo un colloquio come quello non ci fossero problemi. Preparo il mio progetto come un bravo scolaretto, torno nel giorno prefissato e... non c'é nessuno, solo un piccolo gruppo di persone che stavano facendo un corso di conversazione italiana. Cadê o Presidente e tutti gli altri? Nessuno sapeva niente. Mi dicono di tornare domani o di telefonare.
Ora apriamo una parentesi. io ODIO queste cose. Io sono una persona ignorante ma corretta. Se dico a qualcuno "Vieni domani" io domani ci sono. Giuro su Dio che tutte quelle persone erano rimaste molto interessate sulla mia idea e da come si sono comportate a quell'incontro sembrava che avrei potuto fare qualcosa di buono con loro. Invece come ho detto tutto é svanito nell'aria. Non ho telefonato perché il mio stupido orgoglio me lo ha impedito, peró ho mandato una email chiedendo spiegazioni, ovviamente senza ricevere risposta.
Ora, non so se questo loro atteggiamento é tipico dei brasiliani (scusate la cattiveria). Anche se il nome faceva presumere il contrario, l'unico italiano di quella societá ero io. Tutti gli altri erano brasiliani nati in Brasile. E qui c'é purtroppo l'abitudine di essere sempre gentili e accomodanti in ogni situazione. In ogni caso sembra, anzi, togliamo il senza, che non si faccia piú niente. Pazienza, ci sará un'altra occasione.
Abraços!
Anch'io sono convinto che avró altre possibilitá. Essere in un paese straniero stimola le novitá e nuovi progetti. Qualcosa prima o poi succederá. Abraços"
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