La riforma sulle foreste in Brasile
Permetterà di tagliare alberi più facilmente e garantirà un'amnistia a chi ha violato la legge prima del 2008, gli ambientalisti protestano.
26 aprile 2012fonte: ilpost.it
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I giornali parlano spesso (sempre) a sproposito della foresta amazzonica, ma posso capirli, il tema richiama molti lettori, ed alla fine è questo che vuole un giornale. Molti lettori.
RispondiEliminaMa Greenpeace è nata a Vancouver, in Canada, paese che si è distinto nella deforestazione di foste pluri-centenarie che non potranno più riprodursi.
La sua sede è ad Amsterdam, in Olanda (ufficialmente: Paesi Bassi). Paese che si è reso famoso per aver eliminato il 100% della foresta nativa.
Oggi le sporadiche foreste della regione sono state create con alberi e piante provenienti dall'estero, in parte anche dal Brasile.
Ossia, IL BUE CHE DICE CORNUTO ALL'ASINO.
Premesso questo Greenpeace dovrebbe spiegare in quale altra parte del mondo i proprietari terrieri devono lasciare 100 metri di foresta ai margini dei fiumi.
Guardando i fiumi statunitensi non mi sembra, a parte rari casi, che i coltivatori lascino piante sui margini dei fiumi, e gli Usa, insieme a Greenpeace, sono i più esagitati nel difendere la foresta amazzonica.
I giornali, e gli interessati economicamente, strillano come galline ubriache, sulla preservazione di 100 metri della "mata ciliare", ma non dicono che la maggior parte degli allevatori hanno appezzamenti di 20/30 ettari lungo i fiumi locali, che nella regione amazzonica sono una fitta ragnatela.
Disponendo di 500 o 600 metri lungo il fiume vuo dire che perdono 5 o 6 ettari di proprietà. Ma la verde Marina Silva, a cui tanto piace il verde dei dollari che incassa per contrastare il nuovo codice, vuole di più.
Infatti lei pretende che i cento metri di "mata ciliare" iniziano dal limite di piena massima. Poiché nella foresta amazzonica, durante il periodo delle piogge migliaia di piccole proprietà vengono allagate, vuol dire che queste non potranno più produrre alimenti, e dovranno essere abbandonate.
Si calcola, nella migliore delle ipotesi, che oltre 190.000 piccole proprietà dovranno essere abbandonate dai proprietari e dai lavoratori.
Calcolando famiglie di quattro persone, a cui aggiungi il minimo di 5 lavoratori, abbiamo che 190.000*9=1.710.000 (un milione e settecento diecimila), ma c'è chi parla di 3 milioni, di persone ingrosseranno le file dei disoccupati ed affolleranno le già disastrate periferie cittadine creando, come se c'è ne fosse bisogno, nuove favelas.
Tutto perché la Marina Silva necessita dei dollari per finanziare il suo PMS (Partido Marina Silva), e la caterva di idioti ecologisti vanno dietro alle fanfaronate di questa criminale, che se per puro caso riuscisse a diventare presidente del Brasile farà tanti danni a questo paese che io stesso rimpiangerò i furti e le rapine di Lula e Dilma.