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Veramente non credo che, almeno questa volta, il Brasile vada controcorrente. Di norma l'alcool è ufficialmente bandito dagli stadi brasiliani.
RispondiEliminaMa la Fifa è un'organismo privato, molto costoso, e i suoi fondi provengono per oltre il 90% dagli sponsor, che dicono e fanno quello che più gli aggrada.
In questo caso il Brasile ha dovuto cedere sul prezzo ridotti dei biglietti per studenti, anche perché nel Brasil Maravilha la Dilma e compagni di merende avevano inventato che si è fanciulli anche a 30 anni, quindi con diritto, almeno secondo i botocudi, a mezza tariffa.
Il Brasile avrebbe potuto imporre il niet alla vendita di alcolici si si fosse presentato come un paese coeso e efficiente.
Al contrario, almeno davanti alla Fifa, di è presentato come un paese arraffone, tanto da riuscire a convincere altri paesi a non presentarsi come aspiranti ospiti del gioco. Tanto che si è svolta la commedia dell'estrazione dall'urna del nome "BRAZIL", unico partecipante.
Un poco come lo scemo del villaggio, a cui si da sempre ragione, perché tanto e scemo.
In questo scenario, e con la non tanto velata minaccia di spostare il Mondiale un Russia o addirittura in Inghilterra, i tupiniquim hanno dovuto cedere sulle bibite alcoliche.
Ossia, la colpa dell'entrata alcoolica negli stadi non è additabile direttamente al Brasile, ma più genericamente alla sua incompetenza e scarso potere contrattuale, vista la situazione in cui si trovano gli stadi, gli aeroporti, le strade (dove sono?) le ferrovie (ancora da progettare) e la cronica mancanza di alloggi per i supporter delle varie nazionali.
Se città turistiche riusciranno a porre una pezza ai problemi alloggiativi, altre città, come Belo Horizonte, Cuiabá, Curitiba e Manaus dovranno far dormire i supporter sotto i ponti.
Mi fa piacere sapere che abiti in Brasile, ma mi meraviglia il fatto che non hai ancora compreso come funziona.
RispondiEliminaMa a parte l'arruffamento legislativo che nulla a che invidiare a quello italiano, il contratto sottoscritto da Lula, perché il Brasile venisse scelto tra i concorrenti (nessuno), prevede la vendita di birra, ossia non alcoolici nel senso stretto, ma la buona e vecchia birra.
Che poi la legge brasiliana vieti la vendita di qualsiasi tipo di alcoolico all'interno degli stadi, agli organizzatori della Fifa importa un fico secco. Contratto è contratto. O come dicono gli inglesi "business is business".
Ovviamente gli azzeccagarbugli troveranno l'escamotage per fare entrare la birra negli stadi, confondendo il popolino con una montagna di parole.
La norma di Dilma che estendeva ai quasi quarantenni il diritto della mezza tariffa per studenti faceva parte proprio di questo piano, confondere il popolo.
Ora la tariffa è stata eliminata, e quindi sarebbe giusto che al popolo sia dato qualche altra cosa in cambio. E cosa di meglio che una sana e corroborante birretta.
Dai tempo al tempo e vedrai se ho sbagliato. Conosco bene i miei polli, e vedrai che tutto (relativamente alle birre) si aggiusta.