Ormai sono più di sette anni che vivo in Brasile. Non dico
che ormai mi senta un brasiliano però ci ho fatto l’abitudine. E come dico
sempre, è probabile che passerò il resto della mia vita in questo paese. Però ancora
adesso, ma immagino per sempre, ci sono alcune piccole cose della mia Italia di
cui sento la mancanza. Niente di serio, potremmo dire che sono tutte stupidaggini,
ma che per me hanno il loro piccolo ma importante peso nella vita di tutti i
giorni. Non vuole essere una critica verso il Brasile e, tantomeno, potremmo
definirla di “saudade” verso la mia terra natale (anche se un po’ di nostalgia
c’è). Sarebbe lo stesso se io vivessi in una qualunque città europea o in
qualche paese fuori dall’Italia. Diciamo che sono cose che mi fanno dire: “Peccato
che qui non ci sia”. Andiamo a vederle insieme e, mi raccomando, non ridete o
prendetemi in giro. Solo chi vive in un paese straniero potrà capire di cosa
sto parlando.
CASSETTE DELLA POSTA
Questa è una cosa che manca in Brasile. In Italia, lungo le
vie delle città, è facile incontrare alcune cassette postali dove spedire la
propria corrispondenza. Ogni giorno, a un determinato orario, i funzionari
della Posta passano col loro furgoncino e ritirano tutta la posta imbucata, per
poi smistarla e inviarla a destinazione. Qui in Brasile no. Se devi spedire una
lettera o una cartolina devi andare a un qualunque ufficio postale, comprare il
francobollo e spedire. Nulla da ridire su questo, peccato però che questi
uffici siano lontani da dove abito. Se in Italia mi bastava scendere in strana
e svoltare un angolo per spedire una cartolina o un biglietto di auguri, qui in
Brasile mi tocca fare due o tre chilometri a piedi. Fa bene alla salute, direte
voi, ma a me fa solo girare le balle e perdere tempo.
FONTANELLE
No, questo proprio manca in Brasile, ed è un vero peccato. Lo
so, potremmo dire che le fontanelle siano una delle tante caratteristiche dell’Italia,
ma sono di una comodità tale che solo chi ha passato un’estate in una qualunque
città italiana può capire. Qui siamo in un paese tropicale, fa caldo e c’è il
sole tutto l’anno, e non immaginate come sarebbe bello ogni tanto bere un po’
di acqua fresca o rinfrescarsi. Invece sei costretto a girare sempre con una
bottiglietta d’acqua, che dopo mezzora è già calda e imbevibile.
Ma d’altronde qui non esistono nemmeno le vere e proprie
fontane, con la scusa della zanzara Aedes Aegypti e della sua malattia
portatrice. Qui a Sorocaba c’è uno shopping dove, vicino al parcheggio, hanno
installato una piccola fontana. In pratica è una vasca quadrata di cemento con
dell’acqua dentro, senza nessun ornamento o abbellimento. Eppure tutte le
persone che passano si fermano qualche minuto ad ammirarla, a farsi le foto, e
io sorrido, perché penso cosa farebbero queste persone se fossero un giorno a
Roma o Firenze.
POSTI DOVE ANDARE
Lo so, molti di voi diranno o penseranno che il Brasile è un
“País lindo e maravilhoso”, ma non è così. Mi dispiace deludervi ma se
escludiamo qualche quartiere di Rio o di Salvador il Brasile non ha nulla da
offrire ai suoi abitanti o un semplice turista. Forse chi vive in qualche città
vicino sul mare avrà qualche attrazione in più (ma sai che palle passare tutto
il giorno in spiaggia?), ma per chi come me, oserei dire per la maggioranza
date le dimensioni del paese, vive nel “interior” le cose sono molto diverse e
tristi. Prendiamo per esempio la città in cui vivo: Sorocaba è una città più
grande di Milano, anche se con meno abitanti, eppure non c’è letteralmente un
posto dove andare. In Italia se vuoi uscire a fare due passi, se vuoi passare
un sabato pomeriggio con la fidanzata, moglie o amici basta uscire di casa e
passeggiare per le vie storiche o affollate che ogni città, anche la più
piccola, tiene.
Puoi fare un giro sotto i portici o bere un caffè in piazza,
rilassandoci o osservando le persone che, come te, sono in giro per fare
compere o divertirsi. Qui no. Qui l’unica cosa che puoi fare è andare in uno
shopping, al chiuso. “Ma Franco, puoi sempre fare un giro in centro”. A parte
il fatto che il “centro” di una qualunque città brasiliana è molto diverso dal “centro”
di una città italiana, dato che qui non esistono palazzi storici, chiese, musei
a tanto altro. Poi qui si fa in centro per fare compere. Nessun brasiliano dirà
“Vado a fare un giro in centro”, perché qui si va solo per spendere soldi. Il “centro”
non è nient’altro che uno shopping all’aria aperta, nulla di più. A parte i
negozi non c’è nulla d’interessante. Qui tutto è rivolto al consumo, quindi se
non hai soldi o nulla di che comprare è inutile andare in centro.
Qui in Brasile, tra le altre cose, non esistono le sagre del
paese. Avete ragione, anche questa è un’altra delle caratteristiche dell’Italia,
però sono belle e ti permettevano di passare una serata in allegria mangiando e
bevendo con gli amici.
Qui anche una semplice pizza in compagnia diventa quasi
impossibile. Solo l’idea di spendere R$ 40,00 per una pizza che non è una vera
pizza e che viene servita già tagliata a fette, da dividere con gli altri,
proprio non mi attira.
CHIESE
Non sono una persona religiosa. Sono cattolico, conosco un
poco la vita di Gesù e qualche preghiera, ma non vado a messa la domenica, non
sono un fanatico come molti brasiliani e mi dà fastidio chi usa Dio e la
religione in ogni evenienza. Però le chiese mi piacciono. Quando ero in Italia
andavo spesso in chiesa, specialmente in quelle più piccole, fuori dall’orario
delle messe. Le ho sempre considerate un posto intimo, riservato, adatta a
riflettere. E mi piaceva anche visitarle dal punto di vista architettonico, osservare
le decorazioni, le statue, i quadri o affreschi. Ma qui in Brasile non posso
fare questo. A parte il fatto che qui le messe sono più simili a Sanremo che a
una funzione religiosa, data la musica sempre presente e le canzoni. Ma più che
altro per il fatto che le chiese brasiliane sono molto, ma molto diverse da
quelle italiane (ma potremmo dire anche a quelle europee e alcune americane). Sono
quasi tutte degli edifici moderni, quadrati, molto luminosi. Se non fosse per l’altare
e le croci potrebbero passare per delle sale di conferenze. Niente a che vedere
con l’intimità delle chiese a cui sono abituato. Se vado in chiesa per pregare
o stare in contatto con Dio ho bisogno di intimità, riservatezza, di
solitudine. In una chiesa brasiliana non riesco a sentire queste cose, anche se
fossi l’unica persona presente.
E sempre in fatto di chiese mi mancano le campane. Mi mancano
i rintocchi delle ore del giorno e le scampanate nei giorni di festa. So che
per molti tutto ciò sembrerà ridicolo ma sono suoni che mi hanno accompagnato
per tutta una vita e non sentirli più è come se mi mancasse qualcosa.
CIBO
È inutile negarlo, moltissime cose che mi mancano sono
legate al cibo. E non sto parlando di alcuni prodotti tipo salumi e formaggi,
ma, come posso dire, la “sensazione” e il piacere che danno. Ad esempio mi
manca molto la tipica colazione italiana. Non so cosa darei per un cappuccino o
un espresso fatto come si deve insieme a un croissant alla crema. Aldilà del caffè
che qui è imbevibile (a parte quello che faccio in casa con la moka) quei rari cornetti
che trovi sono solo salati. Non esiste un bar o una padaria dove puoi
incontrare un croissant alla crema, marmellata o miele.
Mi mancano le
pasticcerie dove comprare alla domenica qualche cannoncino, bignè, cannolo o babà.
Mi manca una banalissima pizza margherita o una quattro stagioni. Mi manca il
vino da bere a pranzo (chiamatemi pure spilorcio ma l’idea di spendere R$ 20,00
per una bottiglia di vino brasiliano proprio non mi passa per il cervello). Mi mancano
tantissime cose riguardo al cibo, ma come ho detto non proprio il prodotto in
sé, dato che a questo si può in qualche modo rimediare, ma al piacere che
provavo nel gustare tali prelibatezze, comuni in Italia ma sconosciute qui in
Brasile. E non ditemi che sono l’unico. Conosco molti brasiliani che vivono in
Italia e che, quando vengono in Brasile, tornano a casa con la valigia piena di
linguiça calabresa, goiabada, feijao carioca a tanto altro.
Bene, per ora ho finito, la volta prossima parlerò invece di
quello che non mi manca dell’Italia. Buona nostalgia a tutti!
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