Italiani e internet


Secondo una recente statistica di Eurostat l'Italia é tra le ultime nazioni europee nell'utilizzo di internet e nuove tecnologie. Peggio di noi, ma poco, stanno la Grecia, la Romania e la Bulgaria. Questo purtroppo é un dato che non mi sorprende. Noi italiani siamo antichi, troppo legati a un mondo archaico e ormai in disuso. Nella mia famiglia solo due nipoti hanno un computer, ma che usano molto poco. Nessuno di loro ha Facebook o un profilo su Linkedin e nessun altro social network. Hanno tutti un cellulare ma non usano Whatsapp o altri sistemi di messagistica. Qualcuno potrebbe però chiedersi: "E qual é il problema?". Il problema non é Facebook ma rimanere indietro coi tempi, non voler aggiornarsi e non utilizzare le nuove tecnologie che a volte ci rendono più comoda la vita. E la cosa peggiore é che, sempre secondo questa statistica, gli italiani passano molto piú tempo davanti alla TV. Non so cosa sia peggio, se stare ore su un qualunque social network o di fronte a un televisore. Certo é che la maggior parte degli italiani dovrebbe aprire un po' di più la propria mente, modernizzarsi e iniziare a utilizzare gli strumenti che questa nuova era ci consente.

Quattro italiani su dieci 
non hanno mai usato internet e pc

Peggio di noi in Europa solo Grecia, Bulgaria e Romania. 
E intanto aumenta il tempo passato davanti alla tv
Su 100 italiani, 37 sono completamente tagliati fuori dalle tecnologie digitali: non hanno mai navigato su internet né acceso un computer. La media Ue è del 20 per cento, ma tra i Paesi virtuosi la Svezia si aggiudica il primo posto con il 3 per cento appena di persone escluse dalla tecnologia.  

Tra i Paesi europei, dopo l’Italia ci sono solo Grecia e Bulgaria (entrambe con il 41 per cento) e Romania (43 per cento). Lo scenario, basato su rilevazioni Eurostat del 2012, emerge dalla decima edizione speciale dell’Annuario Scienza Tecnologia e Società 2014 di Observa Science in Society, curato da Massimiano Bucchi dell’Università di Trento e Barbara Saracino dell’Università di Firenze (ed. Il Mulino). Dal rapporto, presentato oggi a Torino, si ricava anche che gli italiani sono fra i più accaniti appassionati di tv: con il passaggio da 3,8 a 4,2 ore di consumo televisivo giornaliero, si aggiudicano il quinto posto fra i Paesi Ocse. 

La curatrice del volume, Barbara Saracino, osserva che questi dati «fanno emergere un’Italia che solo in una fascia specifica della popolazione, cioè i giovani under 40, accede alle nuove tecnologie, mentre registra un gap tecnologico ancora forte nelle fasce di età fra i 45-60 anni». Un gap che «vede le donne maggiormente `tecnoescluse´ degli uomini». Le donne, è l’analisi di Saracino, «usano meno le nuove tecnologie sia per la differente condizione occupazionale, cioè hanno un accesso inferiore al mondo del lavoro dove tipicamente si usano internet e pc, sia per il tipo di attività svolta, spesso lontana dalle tecnologie digitali».  

Sempre secondo il rapporto, sul fronte della produzione scientifica l’Italia difende l’ottavo posto nel mondo per articoli pubblicati e il quarto in Ue per l’assegnazione di fondi europei, ma deve fare i conti con il fatto che i suoi ricercatori sono pochi (4,3 ogni mille occupati, contro la media europea di 7) e tra i più anziani (è ultima in Europa con il 12,1 per cento di ricercatori con meno di 40 anni, contro il 49 per cento della Germania, il 40 per cento della Polonia e il 35 per cento del Portogallo).  

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4 commenti:

  1. Sono solo chef (professionista), niente master per carità. La ricetta che insegnano nelle scuole alberghiere italiane per la carbonara è parmigiano e/o pecorino anche mescolati in proporzione variabile a seconda che si voglia più o meno saporita (ovviamente uovo) pepe e pancetta affumicata, la stessa che c'è sul cucchiaio d'argento, che non sarà un testo didattico ma è ampiamente accettato. Solo di recente si trovano su internet sedicenti "espertoni" che tirano in ballo il guanciale, che si usa prevalentemente in centro italia e che quindi viene oggi impiegato in alternativa. Davide Oldani ad esempio usa la pancetta affumicata.


    Sui ricettari del 1930 e comunque prima della guerra, non ce n'era traccia, se ne deduce che non è un piatto "della tradizione" italiana o romana e la versione che fu preparata per la prima volta con il bacon degli Alleati (dunque affumicato) è quello che va per la maggiore. Ripeto tra gli addetti ai lavori, su internet ci sono una marea di stupidate e ognuno può inventarsi chef, basta un blog.

    Ho lavorato anche con chef tedeschi (oggi la Germania insieme alla Spagna è ai vertici della cucina europea) e credimi in tutta la Germania non ho mai sentito nessuno che condisce la pasta con la marmellata, è la solita leggenda metropolitana degli emigranti.

    Se vuoi il link all'articolo:

    http://societa.panorama.it/life/I-10-errori-da-non-commettere-quando-si-parla-di-cucina-italiana

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  2. Nulla da ridire, se non ammettere di provare un briciolo d'invidia per la tua professione (mi piace cucinare e sono un accanito difensore della cucina tradizionale italiana). Questa "storia" della carbonara non la conoscevo ma, andando su Wikipedia (che tu adori tanto) si legge proprio quello che tu hai affermato. A questo punto peró mi chiedo per quale motivo non fai anche tu un blog di cucina. Con la tua esperienza e professionalitá potrebbe essere utile a qualcuno.

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  3. Ciao, wikipedia è un pozzo di stupidate, io le cose le ho imparate 25 anni fa sul campo, sia a scuola che in cucina. MI piacerebbe scrivere qualcosa, ma non ho tempo, mi spiace!

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  4. Franco,
    pur usando Internet in maniera massiccia ,non credo affatto sia sinonimo di modernita' in assoluto.
    Vedendo l'utilizzo che ne viene fatto qui,ovvero puro accesso alle reti sociali ,mi chiedo se non contribuisca a livellare verso il basso.
    Stefano

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