Sistema de saúde brasileiro fica em último lugar em ranking mundial


Secondo una ricerca fatta da Bloomberg il Brasile si colloca all'ultimo posto per il sistema di salute pubblica. C'è proprio da essere orgogliosi di questo paese, non c'è che dire. Ma per molta gente la soluzione a questo problema è molto semplice: basta fare un plano de saude. Allo stesso modo, quando qualcuno critica la violenza in Brasile, avanzano consigli del tipo fare una vita modesta, non uscire la sera, evitare certi quartieri, eccetera, come se vivere prigioniero in casa fosse la soluzione per evitare di venire ammazzato. Ma, come dicono qui, fazer o que? Se certa gente non vuol vedere la realtà non puoi discutere di queste cose con loro.

P.S. L'Italia? Al sesto posto di questa classifica, davanti a paesi come Australia, Svizzera e Svezia.

Sistema de saúde brasileiro fica em último lugar em ranking mundial 

Lista produzida pela Bloomberg analisou 48 países do mundo

Uma pesquisa divulgada pela agência de notícias Bloomberg no dia 19 de agosto colocou o Brasil na última posição entre os sistemas de saúde do mundo inteiro.

O levantamento considerou apenas as nações com populações maiores que 5 milhões, com o PIB per capita superior a 5.000  dólares  e expectativa de vida maior que 70 anos.

Assim, 48 países foram classificados em critérios de expectativa de vida e custo per capita dos tratamentos de saúde. Diante disto, o Brasil ficou na última posição da lista atrás de países como Romênia, Peru e República Dominicana.

De acordo com o documento, os brasileiros possuem uma baixa expectativa média de vida atualmente, em 73,4 anos. Apenas o Irã, a Argélia e a República Dominicana possuem valores piores que os brasileiros, no entanto, nenhum deles ficou abaixo dos 73 anos.

Outro fator relevante que prejudicou a posição brasileira foi o alto custo per capita pago para a se obter qualquer tratamento. Atualmente, uma pessoa gasta em média por ano mais de 1.200 dólares (R$ 2.900) com os cuidados da saúde na Brasil. Em Cuba, que está 20 posições à frente dos brasileiros no índice total, o mesmo custo é pouco maior que US$ 600 (1.400 reais).

O relatório foi feito com base em dados oficiais do Banco Mundial, FMI (Fundo Monetário Internacional) e a OMS (Organização Mundial de Saúde).

Hong Kong, Cingapura, Japão e Israel são respectivamente os quatro primeiros colocados.

Apesar da crise financeira europeia, a Espanha e a Itália vêm em seguida na quinta e na sexta colocação.

Fonte: R7



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11 commenti:

  1. Ecco, Franco, io sono tra quelli che, per evitare di essere assaltati, fanno una vita modesta, frequentano sempre gli stessi posti sicuri, non fanno vita notturna, non si avventurano in quartieri strani, non, non, non, non...............Dopo 4 anni e mezzo comincio a "soffocare"! Voglio poter andare in giro in bicicletta, uscire a fare la spesa a piedi e usare il cellulare senza paura che mi puntino una pistola alla testa per rubarmelo, andare al supermercato e allo shopping liberamente (e magari senza pagare 5, 6 o 9 RS di parcheggio). E voglio poter andare dal dottore che mi conosce da anni senza passare per il pronto soccorso e stare ore in attesa di una visita (nonostante abbia un buon convenio) ogni volta che mi capita di non stare bene!!
    Eh ma io sono esagerata, mi lamento di tutto e non mi va bene niente!!!!!!! Anticipo quelli che probabilmente mi scriveranno (o penseranno): "e allora tornatene in Italia!". Non vi preoccupate, sto già provvedendo!! Elena

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    1. Elena, prendere delle precauzioni per evitare seri problemi é giusto, e questo vale in Brasile come in ogni paese del mondo. C'erano dei quartieri della mia vecchia Novara che io evitavo di passare alla sera, e non possiamo certo dire che la mia cittá natale sia violenta. Quello che mi fa arrabbiare a volte é il fatto che molte persone pensano che fare una vita da recluso sia giusto, ma non lo é. Io sento molte reclamazioni proprio dai brasiliani per la vita che fanno, per avere una casa come una prigione, per non essere liberi di fare quello che vogliono. E poi trovo italiani che vivono in Brasile affermando, come se niente fosse, che questa é la regola. Non ti piace come si vive in Brasile? Tornate a casa, questo rispondono. Se io potessi tornerei al mio paesello proprio in questo istante, ma non tutti sono fortunati come te e sono costretto, volente o dolente, a rimanere qui. Torno a dire, il Brasile mi piace, credeteci o no, ma ci sono tante cose che a volte mi fanno desistire di questo grande paese.

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    2. Elena io ho già provveduto... quasi 2 anni in Brasile mi sono bastati per non viverci più per il resto della mia vita... avevo lasciato una porta aperta per il mio rientro e l'ho presa al volo... ora posso andare al cinema al teatro passeggiare al centro senza avere la paura addosso a tutte le ore.... e l'estate godo di un mare splendido... altro che oceano di Bhaia!!! Viva l'Italia viva la Puglia...

      Fabio

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    3. Molti italiani le cose che dici tu non le potranno più fare tra un po... ma non per sicurezza o altro. Non hanno più soldi... Sai che vantaggio.

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    4. Caspita Anonimo, il tuo ottimismo é impressionante. Mi chiedo cosa aspetti ad andartene.

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    5. Signor ANONIMO 16 ottobre 2013 04:40, credo che sei leggermente cieco, visto che Mario vlad Monti ripeteva con cadenza quotidiana che stava vedendo una luce in fondo al tunnel.

      Poi giunse Enrichetto Letta che due o tre volte alla settimana dichiara che sta vedendo una luce in fondo al tunnel.

      Ora giungi tu e sbugiardi tali emeriti economisti che dall'estero ci inviadiano, affermando che siamo tutti poveri.

      Io che ho studiato solo alle scuole "Alimentari" pensavo che tra poco saremmo usciti dal tunnel, per assurgere all'Olimpo dove servono nettare in coppe d'oro.

      Ma ti ringrazio di questa informazione, che mi riempie di tristezza, e con tutto il mio affetto e riconoscimento si saluto con un caloroso augurio di rimanere pieno di soldi, visto che secondo il tuo testo "Molti italiani le cose che dici tu non le potranno più fare tra un po... ma non per sicurezza o altro. Non hanno più soldi.". Mentre tu ovviamente hai i soldi che straripano dalla cantina.

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    6. Grazie Giancarlo l'augurio... peccato che tra gli italiani che stanno sempre più perdendo potere d'acquisto (fonti autorevoli, forse più di Vlad & Enrichetto) ci sia anch'io. Che ovviamente per accontentare Franco, sono già in pista da anni per andare via. Solo che a differenza dell'Italia, che accoglie cani e porci basta che salgano su un barcone, andare all'estero (senza fare il barbone sia chiaro) è tutt'altro che semplice. Ma ci proviamo!!

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    7. Hai una linea diretta con Dio?
      Stefano

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  2. Franco,
    avrai notato un altro fatto interessante:il 46 esimo posto degli Stati Uniti,da dedicare ad altri blateroni incompetenti che girano anche su questo sito.
    Sul sistema sanitario brasiliano ,vi posso dire quello che pensa un medico della clinica universitaria (mi riferisco a USP) di Sao Paulo: senza un buon Plano de Saude puoi morire senza nessun dubbio ( e abbiamo visto l'indagine sulla dottoressa Virginia ,responsabile di una UTI di un grande ospedale a Curitiba,per chiarire di cosa parliamo).
    Per quanto riguarda i Planos de Saude,molti hanno dei costi bassissimi (80 reais ,per intenderci),e offrono anche meno del valore pagato:trattasi di trappoloni per la cosidetta classe C ,che al momento di ricevere i servizi avra' modo di constatare di essere stata fregata alla grande.
    Questo e' il Brasile.
    Stefano

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  3. Vorrei proprio sapere chi ha fatto la classifica... lavoro in Svizzera in una clinica dal 2001 e parlo ogni giorno con decine di italiani che vengono in Svizzera a farsi curare o semplicemente si stanno trasferendo ad abitare con tutta la famiglia data la situazione economica in Italia sempre peggiore. A loro giudizio, tralascio il mio perchè sono di parte, la sanità italiana non è certo avanti a quella elvetica (che è privata ma di fatto la pagano tutti), vorrei sapere cosa significa quell'Efficiency score. E' abbastanza ridicolo che la LIBIA sia davanti all'Austria o all'UK...

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    1. Anonimo,
      qualunque ranking e' opinabile,basandosi su un numero di parametri limitati e spesso discutibili.
      Non ritengo il sistema sanitario italiano,nella sua globalita',pari a quello svizzero o tedesco,ma ritengo che in alcune regioni (Lombardia,Veneto,Piemonte,Emilia,Marche) la qualita' sia ,nonostante tutto,molto buona.
      Sulla Libia,il cui ranking deve essere basato su parametri valutati prima dell'intervento anglo-franco-americano (con una nostra autolesionistica partecipazione),penso anche io che non possa trovarsi davanti all'Austria.
      Discorso diverso per il sistema inglese,molto pompato per puro nazionalismo ma abbastanza un bluff (simile a Scotland Yard,altro mito del piffero esportato all'estero dai nostri amici inglesi).
      Stefano

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