La moda italiana salva l’arte


Questa notizia è stata presa dal più rinomato quotidiano svizzero, e parla di una triste realtà che affligge il nostro Paese. Il fatto che lo Stato non faccia niente per preservare i suoi innumerevoli tesori artistici ha un che di assurdo. Capisco che in questo periodo i soldi siano pochi e che sia meglio usarli per altri scopi (ma quali? Io finora non ho visto miglioramenti concreti per i cittadini), però i monumenti e le opere che abbiamo, aldilà del fatto che siano un patrimonio mondiale, sono forse le uniche cose che possono recare un po' di denaro nelle tasche dello Stato, grazie agli innumerevoli turisti che vengono a visitare ogni anno le nostre bellezze artistiche e paesaggistiche. Quindi mi sarei aspettato un poco più di interesse in questo campo, ma evidentemente i nostri politici non la pensano così  Il lato buono è che, in ogni caso, grazie ad aziende private, italiane, qualcosa si riesca a fare. Meglio un aiuto privato che veder decadere e abbandonare opere preziose come il Colosseo o la Fontana di Trevi. Spero che questa iniziativa provata sia solo un inizio e che col tempo altre aziende possano aiutare il mio Paese a continuare a essere quello per cui è famoso. Se i nostri politici sono ciechi o ignoranti a tal punto da non capire il danno che stanno creando con il loro disinteresse, ben vengano i privati. 



Lo stato italiano non ha soldi da destinare alla conservazione dei suoi monumenti così  famosi in tutto il mondo, tra cui il Colosseo e la Fontana di Trevi che si stanno pian piano sgretolando. A tutela dei tesori culturali però adesso si moltiplicano le iniziative del mondo della moda italiana.

In nessun altro luogo come in Italia, ci sono così tante opere d’arte e tesori culturali. Con i suoi edifici storici e monumenti, il Belpaese è in testa alla classifica delle nazioni con la maggior parte di siti iscritti nel patrimonio mondiale dell’UNESCO. La manutenzione di questo immenso patrimonio sembra tuttavia non essere la priorità per lo stato italiano. Il Ministero della cultura lamenta la mancanza di fondi, per cui non sarebbe possibile reggere il costo degli interventi urgenti di restauro di siti di fama mondiale, come ad esempio gli scavi archeologici di Pompei o il Colosseo di Roma. Oltre ai tagli dei finanziamenti dovuti dalla crisi, la questione riguarda anche la cattiva gestione dei fondi stanziati. La diffusa corruzione e il coinvolgimento della criminalità organizzata intaccano le già scarne risorse.

Gli stilisti italiani ora vogliono prendere di petto la situazione. I marchi che hanno contribuito al successo in tutto il mondo del «Made in Italy»  finanzieranno con generose donazioni il restauro dei monumenti che si stanno sbriciolando. L’impresa più recente riguarda il punto di riferimento architettonico della «Dolce Vita», vale a dire la barocca Fontana di Trevi nel centro di Roma. L’opera d’arte la cui costruzione è terminata nel 1762 necessita di urgenti interventi, dopo che l’estate scorsa, alcuni pezzi si sono staccati.

Recentemente, la Maison Fendi ha annunciato che metterà a disposizione 2,5 milioni di euro per il restauro della Fontana di Trevi. Il progetto «Fendi for Fountains» comprende anche il restauro di quattro piccole fontane nella vicina Piazza delle Quattro Fontane. La storia della Maison è strettamente legata alla città di Roma, così Silvia Venturini Fendi ha motivato la sua scelta. Il sindaco Gianni Alemanno ha definito un dono per Roma e per il patrimonio culturale dell’umanità, l’iniziativa della casa di moda, che non sarebbe legata ad alcun tipo di pubblicità, ha assicurato. Solo una piccola e discreta targhetta di metallo applicata alla fontana indicherà gli autori della donazione. La ristrutturazione che durerà 20 mesi, dovrebbe prender il via in questi giorni. Secondo Alemanno, la maggior parte dell’opera d’arte resterà visibile al pubblico durante la riparazione.

Fendi continua così il trend, che Diego della Valle aveva avviato già nel 2011. Il capo del marchio di lusso infatti ha reso disponibili 25 milioni di euro per il restauro del Colosseo. Non sono però mancate reazioni negative ai progetti di della Valle. Alcune organizzazioni dei consumatori hanno portato il caso in tribunale per sospetto di concorrenza sleale in gara d’appalto. Dopo mesi di ritardi, questa settimana il giudice si è espresso a favore della prosecuzione e del progetto. Intanto, rimane poco chiaro quando potranno avere inizio i lavori di restauro. Anche nel caso del Colosseo, la generosità del donatore verrà resa nota in maniera non invasiva, vale a dire pubblicizzatati sui futuri i biglietti d’ingresso per il monumento.

Nel frattempo l’autorità per la tutela dei beni architettonici di Roma non può che rallegrarsi a dei finanziamenti provenienti dall’industria della moda. L’appello di Della Valle agli imprenditori italiani, di dare un contributo alla conservazione della cultura, sembra aver funzionato. Ora, anche a Venezia uno dei simboli collocato nel cuore della città lagunare tornerà allo splendore con l’aiuto di una gloria locale dell’alta moda. Recentemente, lo stilista veneto, Renzo Rosso, che sta dietro l’etichetta Diesel si è impegnato per la riqualificazione del famoso ponte di Rialto, per cui ha intenzione di investire 5 milioni di euro, in cambio la Diesel potrà organizzare a Venezia diversi eventi in grande stile fino al 2015.

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