Il medico si é rifiutato di assistere mia madre!


Questo video é un po’ diverso dal solito, perché parleró di mia madre e di quello che le è successo qui in Brasile, piú che alto soffermandomi su alcuni avvenimenti riguardanti la salute pubblica brasiliana. So che è un video lungo, e mi scuso di questo, ma ho dovuto raccontare tutta la storia per farvi comprendere meglio cosa è successo e come funzionino le cose qui in Brasile. Grazie a tutti quelli che lo vorranno vedere. Se vuoi contribuire a questo canale e aiutarci a produrre piú contenuti con miglior qualitá, clicca in questo link: https://goo.gl/W44vbn VISITATE IL MIO NEGOZIO DI CAMICETTE: https://to.ly/1zj7a ***************************************** I MIEI LIBRI SU AMAZON: Comida italiana fácil https://amzn.to/2ZcvHsJ Brasil-Italia: il mio blog, la mia vita https://amzn.to/31D9R2W


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Viaggio in Amazzonia sul treno che taglia in due la foresta


Treni lunghi oltre 300 vagoni passano giorno e notte tra i villaggi e le riserve. Una risorsa fondamentale per l’export, che però crea problemi e fa molte vittime

di Rocco Cotroneo


In Brasile ci sono pochissimi treni, e quasi tutte le linee ferroviarie sono state costruite in epoche diverse per trasportare minerali, dall’interno del Paese verso i porti sull’Atlantico. Quella che taglia in due il Maranhão - influenzando nel bene e nel male nella vita di tanta gente - nasce nella foresta nel vicino Stato del Pará, in quella che è considerata la regione mineraria più ricca del mondo. Carajas, così è chiamata, è un’area dove la geologia ha creato riserve immense di ferro, rame, manganese e oro. Il minerale di ferro, in particolare, è talmente abbondante che serve una linea ferroviaria apposita, raddoppiata di recente, per far correre vagoni carichi giorno e notte, 365 giorni all’anno, verso il porto di São Luis. La quasi totalità di questa ricchezza difatti è esportata.

Senza fretta per arrivare

Quando il gigante minerario Vale, all’epoca pubblico, volle costruire questa ferrovia una delle condizioni imposte fu che avrebbe dovuto fornire alla popolazione locale un servizio passeggeri. Il treno oggi corre tre volte alla settimana in un senso e tre nell’altro. Una corsa sola per percorrere 892 chilometri in estenuanti 16-18 ore. Una media da convoglio merci appunto, senza fretta per arrivare. Ma il treno è fresco, comodo e sempre meglio dell’autobus. L’ho preso per spostarmi da Santa Ines alla città di Açailandia, e poi per la tappa successiva.


Una ferita scoperta

Il progetto della ferrovia, negli anni Ottanta, venne disegnato tracciando la linea più breve, senza troppe preoccupazioni collaterali. All’epoca la copertura verde della regione era superiore a oggi, ma non furono tanto sull’ambiente gli effetti peggiori. Il problema sono i danni alle popolazioni, indios e non, che abitano lungo il percorso. Oggi le organizzazioni per i diritti umani considerano questo treno una ferita scoperta nel cuore dell’Amazzonia. Una delle più importanti Ong del Maranhão si chiama «Justiça nos trilhos», Giustizia sui binari, l’ha fondata un padre comboniano italiano, Dario Bossi. Si occupa di tutti i danni provocati dalla linea ferroviaria sulle persone e l’ambiente. Nella prossima tappa ad Açailandia, una città industriale nata come polo siderurigco grazie alla prossimità con le miniere, parleremo di questi drammi.

Convogli da oltre 300 vagoni



Sono treni che non è dato vedere in altre parti del mondo. Lunghi vari chilometri, ce ne sono fino a 330 vagoni e hanno bisogno di altre tre motrici in mezzo al convoglio. Viaggiano carichi dalle miniere di Carajas verso il porto e tornano vuoti, o con altre merci. Passano a qualunque ora, giorno e notte, tagliano villaggi e costeggiano le riserve indigene. Non c’è alcuna protezione e le vittime in questi anni potrebbero essere state molte decine. Aggiungiamo il rumore, e l’inquinamento delle polveri di ferro che cadono dai vagoni scoperti. Gli indios sostengono che il rumore ha fatto scappare da tempo gli animali selvatici, quindi una delle loro forme di sostentamento. Ora devono andare a caccia molto più lontano. Nella «aldeia» (villaggio) Maçandaruba dicono di sentire il treno passare una ventina di volte di giorno e altrettante la notte. E il rumore può durare anche una ventina di minuti

Morte sui binari

Solo dopo lunghe lotte e proteste la Vale è stata costretta a costruire viadotti affinché auto e persone potessero attraversare i binari in sicurezza. All’inizio si era limitata a scavare tunnel sotto la linea, i quali però durante la stagione delle piogge si allagano diventando inutilizzabili. Poi una lunga occupazione dei binari nel 2013, seguita a un episodio drammatico, smosse le cose. Era successo che l’ abitante di un villaggio che costeggiava la ferrovia, colpito da infarto, non era riuscito ad arrivare vivo in ospedale perché un convoglio lunghissimo, e fermo per ore, ostruiva il passaggio. Detto questo, va ricordato che la «Estrada de ferro Carajas» è una delle spine dorsali irrinunciabili per l’economia brasiliana. Consente alla più grande miniera di ferro sul pianeta di fare del Brasile il primo produttore e esportatore al mondo. Gran parte del minerale va in Cina e la produzione di Carajas incide sui prezzi internazionali del metallo come quella dei pozzi sauditi sul petrolio. La ferrovia però avrebbe dovuto essere messa in sicurezza da molto tempo, soprattutto perché con la globalizzazione ha consentito alla multinazionale utili clamorosi, nemmeno immaginabili quando venne costruita..

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5 posti poco conosciuti del Brasile ma che dovresti visitare


Cercate un’idea di viaggio originale, lontana dai soliti, scontati itinerari turistici? Chi l’ha detto che solo i luoghi turistici più famosi sono meritevoli di una visita? In Italia, da Nord a Sud, ci sono tantissime località meno note ma non per questo meno suggestive. E in Brasile è la stessa cosa. Rio de Janeiro, Fortaleza, Salvador… bello tutto, sì, ma di sicuro ci sará sempre un posto che non avete mai sentito nominare prima, o che non avete considerato, troppo impegnati a pianificare altre mete. E io allora che ci sto a fare, se non per mettervi la pulce nell’orecchio? Ecco alcune proposte insolite per una vacanza alternativa in Brasile. Se vuoi contribuire a questo canale e aiutarci a produrre piú contenuti con miglior qualitá, clicca in questo link: https://goo.gl/W44vbn VISITATE IL MIO NEGOZIO DI CAMICETTE: https://to.ly/1zj7a ***************************************** I MIEI LIBRI SU AMAZON: Comida italiana fácil https://amzn.to/2ZcvHsJ Brasil-Italia: il mio blog, la mia vita https://amzn.to/31D9R2W


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Sulla cittadinanza italiana e essere italiano


Ancora una volta mi sono fatto dei nemici. Solo per aver posto una semplice domanda molti brasiliani mi hanno attaccato come se avessi detto qualcosa di terribile. Avere a che fare con i brasiliani non é facile. Dicono di essere pacifici, gentili e di accettare senza problemi altre culture e altre idee, ma invece sono decisamente l'opposto. Per fortuna ho imparato a fregarmene e a stare lontano da loro.


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Emigrazione Italiana in Brasile



Il Brasile è stata sempre una meta ambita, dai tanti emigranti italiani, che si sono recati in questo Paese, a partire dai primi decenni dell’800. La maggiore ondata migratoria verso questo Paese ci fu dalla seconda metà dell’800 ai primi anni del ‘900, anche se ve n’è stata un’altra, abbastanza rilevante, dopo il secondo conflitto mondiale. Gli Italiani emigrati in Brasile, inizialmente, venivano occupati nelle terre coltivate, in particolare nella coltivazione del caffè, specialmente nella zona di Sao Paulo. I primi emigranti erano Veneti, che iniziarono ad emigrare per il Brasile già nel 1820, ma successivamente furono i Calabresi e, in generale, i meridionali, che partirono in massa verso questo Paese, che rappresentava per loro una delle poche opportunità di progresso. Gli Italiani erano, e sono ancora oggi, il gruppo di emigrati più numeroso nel Paese, e oggi si trovano sparsi in tutto il territorio Brasiliano. Le condizioni di questi lavoratori, soprattutto durante i primi anni, non erano delle migliori, spesso erano costretti a lavorare per più di 12 ore al giorno, quasi a sostituire gli schiavi di quella schiavitù abolita, pochi anni prima. Gli Italiani, come tutti gli emigrati, avevano diversi diritti, ad ogni modo i primi periodi sono stati davvero duri. Il governo Italiano, inoltre, per un periodo ha addirittura impedito l’emigrazione in Brasile.
I primi emigrati andavano da soli, molti erano uomini, giovani ragazzi, con tante speranze. Col passare del tempo, poi, venivano raggiunti dalle mogli e dalla famiglia, o ne costruivano una nuova lì, magari con le figlie di tanti emigrati come loro. In Brasile, però, abbiamo un fenomeno diverso, rispetto all’emigrazione in altri Paesi, molti di coloro i quali si erano recati in questa nazione, ritornarono in Italia, dopo un decennio o due di lavoro, dopo aver messo qualcosa da parte, tanti emigrati decisero di far ritorno nel nostro Paese. Questo fenomeno in particolare si è verificato con coloro i quali si recarono in Brasile, nel secondo dopoguerra. Gli Italiani, invece, che sono rimasti lì, dopo un primo periodo critico, si sono dati da fare, hanno costruito un vero progresso, per dare un futuro a sé stessi, ai propri figli e ai propri nipoti. Oggi, in Brasile, abbiamo tanti italiani che sono diventati imprenditori o commercianti, che sono riusciti a creare una rete capillare di collegamenti, che rappresentano una delle forze economiche più importanti del Paese. Un’ultima cosa, fondamentale, è che questi emigrati, che sono lì da diverse generazioni, non hanno mai perso la loro italianità, hanno sempre conservato la loro cultura, le loro tradizioni, hanno preservato i legami più intimi, che continuano, ancora oggi a legarli all’Italia, a farli sentire, ancora oggi, a distanza di generazioni, fieri di essere Italiani. Se vuoi contribuire a questo canale e aiutarci a produrre piú contenuti con miglior qualitá, clicca in questo link:

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