Schiavi moderni


Oggi sono veramente arrabbiato.

Faccio subito una domanda: ma in Brasile esiste ancora la schiavitù?

Perché dico questo?
Allora…
mia moglie è andata per più di una settimana a lavorare in una casa di riposo di Sorocaba. Era stata mandata in lavanderia e il suo compito era di lavare e stirare tutto quello che si usa in quel posto, cioè lenzuola, coperte, asciugamani, tovaglie, ecc.

Ovviamente, essendo una casa di riposo con molti “ospiti” vecchi e malati, molti dei quali non potevano nemmeno alzarsi dal letto, potete immaginare in che stato siano state quelle cose da lavare. Ma non è questo il problema.

Quando era andata a parlare col gerente le era stato detto che avrebbe dovuto lavorare dalle 7.00 alle 15.30 e avrebbe guadagnato 25.00 R$ al giorno (circa 10.00 euro). Già questo ai miei occhi di italiano ha fatto inorridire, anche perché lei doveva svegliarsi alle 5.00 del mattino e tornare a casa verso le 17.30/18.00. Ma parlando con mia moglie e con altre persone che lavorano in Brasile ho dovuto accettare il fatto che qui la paga è molto bassa. Però è anche vero che a mia moglie pagano i biglietti del onibus e, visto che lei per andare a lavorare deve usare 3 onibus e altri 3 per tornare devo ammettere che non è poco. Sono in totale 14.20 R$ di onibus che lei deve spendere ogni giorno di lavoro che, sommati ai 25.00 R$ di salario fanno un guadagno netto al giorno di 39.20 R$. Vi assicuro che non è poco qui in Brasile, quindi per la paga non posso dire niente (anche se avrei molte cose da dire!).

Oggi però mia moglie è andata al lavoro e proprio oggi doveva prendere i soldi dei giorni che ha fatto. Ma cosa hanno fatto? Hanno detto che il tempo che lei ha lavorato era un periodo di prova, intanto non ha diritto al salario, perché i giorni di prova non sono pagati.

Ora, io non ricordo più come funziona in Italia. Non so se in Italia durante il periodo di prova non si viene pagati. E’ da moltissimo tempo che non faccio stage o prove. Però a me non sembra corretto questo. E’ vero che mia moglie stava “provando” e imparando il mestiere però ha lavorato tantissimo e nessuno si è mai lamentato del suo servizio. Inoltre, cosa a mio avviso importante, nessuno le aveva detto che durante quel periodo lei non sarebbe stata pagata. Pensate che mia moglie, bobinha, per due volte non si è fermata nemmeno a mangiare durante la pausa di mezzogiorno per riuscire a finire il lavoro. E questo sarebbe il ringraziamento!

Io non so ragazzi, ma questo modo di lavorare che avete voi brasiliani mi fa veramente paura. E’ difficile per me accettare questo.

Mia moglie dice “io devo accettare a prendere così poco perché se non vado io a fare quel lavoro loro troveranno un’altra persona che vorrà lavorare anche a meno di quanto prendo io”.

Allora io non so se sono io a sbagliare pensando di mandare a quel paese una persona che mi vuole solo sfruttare, o siete voi brasiliani a essere molto bobos, o non so.

Io so che questa cosa mi fa paura, credetemi.

Share:

10 commenti:

  1. Franco, qui devo dire una cosa, sei proprio certo, il valore che viene pagato a la maggiorita della gente fa ridere....

    Pero, anche io ho avuto dei problemi in Italia come questi, na mia moglie per essere piu preciso.

    Lei hai lavorato per 3 mese in un alberto al nord, Veneto.

    Era quell tipo di contrato che viene pagato alla fine del valoro, la hanno dato da mangiare, un posto da dormire e basta, alla fine del contrato quando doveva ricevere lo stipendio cosa 'e sucesso? Lei trova na agenzia di lavoro chi la doveva pagare chiusa, lei anda all centro per l'impiego per cercare informazione legale per tentare ricivere i tre mesi di lavoro, loro hanno detto da dimenticare che quello soldi sicuramente era perso una volta che tutti hanno sparito.

    Senza dire altre piccole cose, devo dire, trovi dei bravi e dei cative ovunque :(

    Ma la tua moglie cosa fai? dove vive? dico, in che citta? non posso dire che posso aiutare, ma sapendo, magari ci provo.

    RispondiElimina
  2. "ei hai lavorato per 3 mese in un alberto al nord, Veneto."
    legge
    ei hai lavorato per 3 mese in un albergo/hotel al nord, Veneto.

    RispondiElimina
  3. Caro Rodrigo,
    noi (io, mia madre, mia moglie e sua figlia) abitiamo a Sorocaba, dove vive anche la famiglia di lei. Ma aldilà di questo io voglio prima di tutto scusarmi se ho scritto cose poco belle sul Brasile e sui brasiliani. Non era certo mia intenzione ma quel giorno ero veramente arrabbiato.
    So benissimo che qui la paga è diversa che in Europa e so che devo accettare questo se voglio vivere in Brasile, perchè torno a dire che non sono un di quei italiani pieni di soldi che viene in Brasile per investire o per guadagnare con poco. Io sono qui con la mia famiglia e dovrò lavorare sodo per fino al giorno della mia pensione. Poi forse mi potrò riposare!
    Ma quando trovo una persona che si approfitta della necessità di un'altra, quando trovo una persona che invece di fare la cosa giusta pensa solo al proprio guadagno e al proprio interesse, sapendo benissimo che è lui ad avere il "coltello dalla parte del manico", quando trovo una persona così io mi arrabbio molto.
    Perdipiù voi brasiliani, a differenza di noi italiani, siete un popolo molto pacifico. A voi non piace litigare e inoltre vi rassegnate molto facilmente. Allora invece di affrontare questo problema e dire "non è giusto" e fare qualcosa per cambiare la situazione voi non fate niente, perchè aqui è assim, perchè todo mundo faz assim, perchè fazer o que? falar nao ao padrao? nao è possivel!
    Quindi se trovo persone cattive e persone che non fanno niente per cambiare allora mi arrabbio e dico cose che dopo forse mi pento.
    Ma come ho detto so che qui è così e devo abituarmi alla idea.
    So anche che anche in Italia ci sono persone cattive ma guarda solo una differenza: un italiano fa il prepotente con uno straniero, non con un altro italiano. Un italiano può dire a uno straniero senza documenti (è un esempio) "se vuoi lavorare per 10 euro al giorno va bene, se non vuoi vai via". Ma non può dirlo a un altro italiano. Non perchè l'italiano ha i documenti in regola, ma perchè un italiano non accetterebbe mai di essere sfruttato nel suo Paese. Invece voi fate proprio questo con voi stessi. Voi dite a un brasiliano "se vuoi lavorare 10 ore al giorno per 25 R$ va bene, se non vuoi vai pure via perchè trovo un'altra persona che lavora per 20 R$". Voi è questo che fate e questo non è giusto. Per nessuno.

    RispondiElimina
  4. Non volevo anche io dire cose cative dell'Italia, era soltanto un esempio per farti vedere che la gente 'e piu o meno lo stesso ovunque, con sue particulatira', pero, buone, cative, sono ovunque.

    Detto questo, sono d'accordo che questo che hanno fatto a la tua moglie, ma non sono d'accordo che i brasiliani drovebbero trattare i stranieri di modo diverso da un brasiliano, tutti devono esse trattati moltissimo bene, di forma gentile, pero, noi due sapiamo che non 'e proprio cosi :(

    RispondiElimina
  5. Franco, io capisco tutto.. è vero.
    Sono brasiliano e devo dire che qui in Brasile no si puo venire a lavorare senza un diploma universitário.
    Il problema è che in brasile ha molti personi sensa studio (basico i anche universitario). Le aziende hanno molti soldi pero loro vogliono personi con esperienza, con studio.

    RispondiElimina
  6. una altra informazione interessante:
    200 milioni di personi
    6.4% con diploma universitario
    16.2% con diploma di studio fundamentale
    il resto... beh.. lavorano per R$ 25 / giorno

    capisce adesso per chè non si può venire qui senza diploma?

    RispondiElimina
  7. Caro Franco,

    ti racconto la mia storia: sono nata a San Paolo, ho una laurea, ho lavorato per 10 anni nel mio settore, ho avuto l'opportunità di andare a lavorare in Giappone per una grande emittente televisiva brasiliana, parlo 4 lingue, insomma... ho un curriculo abbastanza impegnativo per una donna di 32 anni.

    4 anni fa, ho conosciuto mio marito in Italia. Ho deciso di lasciare tutto e venire a vivere con lui. Per circa 3 anni ho provato a trovare un lavoro nel mio settore(media, comunicazione). Ovviamente, non ho trovato. I posti di lavoro che mi offrivano erano quelli destinati a stranieri ( o extracomunitari, come preferiscono chiamarci da queste parti ): ragazza della pulizia, lavapiatti, ecc. Niente contro chi fa questo tipo di lavoro. Anzi... è un lavoro come qualsiasi altro, vero? Ci ho provato. Ho lavato piatti e schiacciato pomodori pelati a mano in una grande pizzeria per un mese, guadagnando 20 euro al giorno, due volte alla settimana. Mi hanno mandata a casa perchè, secondo loro, non sapevo cucinare all'italiana ( mah!!). Ogni volta che provavo ad andare in una agenzia di lavoro, mi guardavano con quella faccia di " che palle!". Poi, mi guardavano il curriculum e mi dicevano grazie, arrivederci. Ma ho insistito e, finalmente, quando mi hanno chiamata per un colloquio che centrava con il mio settore, mi hanno offerto uno stipendio che faceva veramente c....: praticamente 20 euro al giorno. La scusa che mi hanno detto è che potevo lavorare da casa ( ma l'uso del computer, l'elettricità, il telefono, chi è che paga? ). 8 ore al giorno. Pensa te...

    Mi hanno anche invitata a fare dei periodi di prova. Stipendio zero. Ho detto di no.

    Dopo un lungo periodo di depressione, ho deciso di fare qualcosa e ho aperto la mia propria attività. Oggi sto bene, ma conosco un sacco di gente ( non solo stranieri ) che soffre con quello che tu chiami SCHIAVITÙ in Italia.

    La cugina di mio marito, per esempio, si è laureata in Psicologia nella migliore università dell'Italia nel 2006. Fino a novembre dell'anno scorso, lavorava gratis. Niente stipendi.

    Una mia amica, questa italo-brasiliana, con due lauree e quasi 15 anni di esperienza in brasile, ha lavorato per 2 mesi in una azienda di telemarketing a Milano. Dovrebbe guadagnare 8 euro-ora. Indovina se l'hanno pagata?

    E questi sono solo alcuni esempi...

    RispondiElimina
  8. Cara Maria,
    mi dispiace molto per la situazione che hai avuto in Italia ma sono contento che finalmente sei riuscita a valorizzare la tua professione.
    Purtroppo quello che avviene in Italia è proprio come tu hai raccontanto. Purtroppo nel mio "vecchio" paese non vengono valorizzati gli studi e le conoscenze delle persone. E' per questo che molti laureati italiani si adattano a fare lavori molto umili oppure emigrano all'estero. E la situazione con gli "extracomunitari" è ancora peggiore. Ho conosciuto fior di laureati senegalesi o di altri paesi africani costretti a lavorare in fonderia o in reparto pulitura di qualche grande azienda italiana perchè non riuscivano a trovare un lavoro adatto alle loro aspettative.
    Quindi so bene che anche in Italia è "uno schifo".
    Il mio post era nato como uno sfogo per la situazione che si era creata con mia moglie e che si sta creando con me.
    Quello che mi fa rabbia è che qui le persone non si arrabbiano, non fanno niente per cambiare questa situazione orribile. Sanno solo dire "fazer o que?".
    Io non sono certamente un estremista di sinistra ma quando lavoravo in Italia, se il mio "capo" mi diceva di fare ore extra o di lavorare alla domenica io, se non volevo, dicevo solamente NO GRAZIE e la cosa finiva lì. Qui invece se provi dire di no anche solo una volta al tuo datore di lavoro stai pur certa che nel giro di poco tempo ti troverai sulla strada. E questo viene accettato da tutti voi. Anzi, tutte le persone che conosco sono contente di questo modo di lavorare, pensando che qui sia migliore che in Italia, perchè qui "ti pagano anche il biglietto del onibus!", come se bastasse questo per dimenticare tutte le ingiustizie che avengono.
    E' questo che mi fa arrabbiare.
    Io sono consapevole che lavorare in Italia sia "una merda" (scusa la volgarità) ma so anche che qui in Brasile la situazione nel è certo migliore. Quanti brasiliani sanno fare questo?
    Un abraço

    RispondiElimina
  9. Franco e Maria, chiedo prima scusa per mio italiano che é in "processo di formazione". Sto imparando e faccio ancora dei bruti errore...mama mia! Uso ancora un pò' di portoghese...
    Mio commento veramente solo "complementa" il vostro.
    Franco, questa sua frase ho sentito, un giorno, de mia sorella quando era tornata di suo lavoro in un'albergo qui in Italia: "Quello che mi fa rabbia è che qui le persone non si arrabbiano, non fanno niente per cambiare questa situazione orribile." Parlava sobre atraso no pagamento... Secondo me, è una cosa che succede nei due paesi quando le persone não sabem ou não têm a quem apelar, a chi chiedere aiuto, o sia, quando as instituições de justiça trabalhista, nesse caso, não funcionam. In Brasile, ci sono moltissime legi che riguardano il lavoro, è chiaro, e questo "período di prova" tem nome apropriado (periodo de experiencia)e le persone devono ricevere i soldi normalmente. Há uma diferença no que tange à carteira de trabalho, que só deve ser assinada depois dos 3 meses de contrato, mas há um contrato próprio para esse período. Só isso. Não pagar é praticamente crime, na minha concepção. Lo so perchè ho lavorato in mio paese in aziende fino a quando aveva 14 anni!! Ci sono molti! Ho litigado con una o due emprese e ho sempre guadagnato di loro!
    Questo che "aconteceu" con sua sposa, Franco, è stato un "desrespeito à lei vergonhoso e imoral"
    In queste case, me sento triste per il Brasile. E anche per le cose in Itália... Chiedome sempre se in altri paesi europei queste cose accadono...
    abraccio! Rosa

    RispondiElimina
  10. Querida Flor,
    como você teve coragem de escrever em italiano, mais falando que você não sabe falar bem, vou tentar escrever em português para mostrar que você está melhor do que eu.
    Na Itália, há um provérbio que diz: todo o mundo é um país, que significa que, tambem o mundo é tão grande, è assim mesmo como uma pequena cidade.
    O que aconteceu com a minha mulher é só uma coisinha sem problemas, porque eu sei que é normal fazer isso, tanto no Brasil que na Itália. E como existem pessoas desonestas em Itália também estão no Brasil.
    Em outros países europeus a situação é talvez melhor para o trabalho, mas como eu disse antes, o mundo inteiro é um país, por isso ...
    Um abraço

    RispondiElimina