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Costo di vita


Navigando su internet è facile trovare siti o blog in cui compaiono comparazioni di prezzi tra il Brasile e altri paesi (in questo caso l'Italia). La maggior parte cosa fanno? Prendono il prezzo di un determinato prodotto in vendita in Brasile e lo dividono per la valuta in Euro (che oggi corrisponde a 3,08). Così, un chilo di pomodori che qui mi costano 4,99 R$, diventano miracolosamente 1,62 €… e tutti con la bocca aperta ed espressione allibita pensando “Guarda come costa poco in Brasile!”.

Questo sistema di valutazione o di comparazione va bene per quelle persone che, pur vivendo in Brasile, ricevono uno stipendio o comunque dei soldi dall’Italia, in Euro. In questo caso, se so che ogni mese io guadagno 1.000 €, facendo la giusta conversione in R$ posso benissimo sapere dove e come la vita costa di meno.

Ma per chi come me e altri 200 milioni (più o meno) di brasiliani vive, lavora e guadagna in valuta brasiliana, questo sistema non funziona. Nell’esempio precedente, è inutile dirmi che i pomodori io li pago 1,62 €, perché in ogni caso a me costano la bellezza di 4,99 R$. Quindi si deduce che una semplice conversione di valuta non serve per una comparazione efficiente tra i costi di vita di due paesi. E allora come fare? A questo quesito la rivista inglese “The Economist” aveva cercato di rispondere già nel 1986.

Con oltre 33.500 ristoranti, McDonald’s copre praticamente ogni parte del mondo, tanto da rendere i suoi panini un valido strumento per valutare le differenze economiche tra diverse nazioni. Partendo da questa idea, nel 1986 la rivista britannica The Economist introdusse il cosiddetto “indice Big Mac”, un sistema per confrontare il potere d’acquisto delle valute basato sul panino più conosciuto in vendita da McDonald’s. L’indice nacque un po’ per scherzo ma trovò un crescente seguito da parte degli economisti e a oggi è considerato da molti un buon sistema di analisi basato sulla teoria della parità dei poteri di acquisto (PPA).
La PPA dice che il tasso di cambio tra due valute (1 in una valuta quanto vale in un’altra valuta) tende naturalmente ad aggiustarsi, in modo che un insieme di beni abbia lo stesso costo in entrambe le valute. Nel caso dell’indice preparato dall’Economist, l’insieme dei beni è rappresentato da un singolo Big Mac. Fu scelto questo panino perché viene venduto con caratteristiche molto simili nei ristoranti della catena McDonald’s nel mondo, con prezzi diversi stabiliti a seconda dell’economie delle singole nazioni.
L’indice Big Mac tra due paesi è ottenuto dividendo il prezzo di un Big Mac in un dato paese (nella sua valuta) con quello di un altro panino dello stesso tipo in un altro paese (espresso nella sua valuta). Il dato ottenuto viene poi confrontato con l’effettivo tasso di cambio tra le valute dei due paesi presi in considerazione. Se il numero si rivela più basso, allora la prima valuta è sottostimata rispetto alla seconda, almeno nella teoria della PPA. Se invece è più alta, significa che la prima valuta è sopravvalutata.

In pratica, il sistema funziona calcolando il tasso di cambio al quale un Big Mac avrebbe lo stesso prezzo in ogni paese. Per esempio, come spiegano sull’Economist: agli attuali tassi di cambio un Big Mac, che viene venduto negli Stati Uniti a 4,33 dollari, costa solamente 75 rubli (2,29 dollari) in Russia, mentre in Brasile viene venduto a 10 real (circa 5 dollari). Questo significa che il dollaro compra molti Big Mac in Russia, segno che il rublo è meno caro e che il real è abbastanza costoso.
Benché l’indice Big Mac sia ormai tenuto in considerazione da molti economisti e utilizzato per esempi e studi sul potere d’acquisto, secondo alcuni detrattori il sistema non restituisce dati sufficientemente affidabili. Il problema, dicono, è che il panino in realtà non è uguale in tutti i ristoranti del mondo gestiti da McDonald’s. Cambiano, infatti, il peso, i valori nutrizionali e le stesse dimensioni del panino. La versione del Big Mac per l’Australia ha il 22 per cento in meno di calorie rispetto a quella canadese, per esempio. Inoltre, in alcuni paesi dove il consumo di carne bovina è molto basso per questioni religiose, come in India, la carne rossa viene sostituita con quella di pollo. (1)

Bene, con questo sistema possiamo valutare se una determinata valuta è sottostimata o sopravalutata, ma per i nostri scopi a cosa può servire? Nel 2013 il Big Mac Index italiano era di 3.50, mentre quello brasiliano era di 10.25, ma questo cosa cambia per il mio chilo di pomodori?


Forse dovremmo basarci sul Potere d’Acquisto.

Le parità di potere d'acquisto (PPA; in inglese Purchasing Power Parity, PPP) sono prezzi relativi che esprimono il rapporto tra i prezzi nelle valute nazionali degli stessi beni o servizi in paesi diversi.
L'esempio più semplice di PPA è costituito dall'indice Big Mac: se un Big Mac costa 1,71 sterline nel Regno Unito e 3 dollari negli USA, il tasso della parità di potere d'acquisto è 1,71/3 = 0,57. Tale valore comprende in sé sia il tasso di cambio tra sterlina e dollaro, sia il diverso livello dei prezzi nei due paesi; se il tasso di cambio fosse 0,5, se cioè occorressero 1,5 sterline per avere 3 dollari, allora il Big Mac risulterebbe più caro nel Regno Unito che negli USA. Da ciò segue che uno statunitense che si recasse nel Regno Unito con 100 dollari convertiti in sterline non potrebbe consumare la quantità di Big Mac che consumerebbe in patria con la stessa cifra. (2)

Ok, messo in questo modo sembra più semplice, ma anche così non ottengo un sistema obiettivo per valutare i costi di vita tra due paesi. Allora facciamo una cosa più semplice. Quanto guadagna un italiano?

Il reddito medio è pari a 19.750 euro (3)

Questo perlomeno è quanto hanno dichiarato nel 2012. Se dividiamo questa cifra per 13,5 (considerando la tredicesima, quattordicesima e altro) viene fuori uno stipendio di 1.462,96 euro. Immaginiamo che questo sia lo stipendio medio di un italiano. E quanto guadagna un brasiliano?

O salário médio do trabalhador brasileiro é de R$ 1.792,61, informou nesta sexta-feira (24) o IBGE (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística) a partir de pesquisa do Cempre (Cadastro Central de Empresas). (4)

Caspita, i brasiliani guadagnano di più. Buon per loro (anche se la maggior parte dei brasiliani che conosco non arrivano a 1.000 R$ al mese). Ma immaginiamo che questi siano dati reali. C’è una differenza di più di 300 punti in valuta tra i due lavoratori. Ma valuta a parte, potremmo dire che i due lavorato guadagnano QUASI la stessa cifra? Sono circa 300 punti di differenza, non sono pochi (300 euro o 300 R$ in più al mese farebbero comodo a tutti), ma per il nostro scopo, per poter semplificare, potremmo dire che un brasiliano e un italiano guadagnano lo stesso stipendio? Tanto per avere un’idea, un operaio di una grande azienda in Italia dovrebbe guadagnare intorno ai 1.300 euro, e un operaio qui in Brasile guadagna più o meno lo stesso, 1.300 R$ (per lavoro ho a che fare con Hollerite e buste paghe tutti i giorni quindi posso affermare che all’incirca lo stipendio è questo).

Abbiamo la “fortuna”, per il nostro scopo, che i due operai guadagnano quasi la stessa cifra. Se per esempio dovessimo fare una comparazione tra l’Italia e l’India, allora le cose sarebbe molto diverse, dato che in alcuni paesi le situazioni sociali ed economiche sono notevolmente diverse:

Il costo medio di un operario generico può variare da 69 a 104 Euro mensile, mentre l’operaio specializzato da 455 a 655 Euro. A sua volta, un ingegnere o un dirigente ha un costo medio di 1.770 Euro al mese. (5)

Allora a questo punto, se un italiano e un brasiliano guadagnano lo stesso stipendio e hanno uno stesso (o quasi) livello di vita, non potremmo immaginare che anche le due valute si equivalgano? 1 Real corrisponde a 1 Euro, in un rapporto di 1:1. E in questo mondo ipotetico e virtuale inventiamo anche una nuova valuta, il Reuro (bruttissimo nome), o più semplicemente R€. Ecco allora che in questo modo potremmo, ipoteticamente, fare una giusta comparazione di prezzi tra i due paesi. E così i cari lettori che rimanevano stupiti per i prezzi brasiliani, dovranno rivedere le loro idee sapendo che, per esempio:

1 kg di pomodori in Brasile costa R€ 5,28 e in Italia R€ 1,49
1 kg di banane in Brasile R€ 2,29, in Italia R€ 0,99
1 kg di patate in Brasile R€ 3,16, in Italia R€ 0,78
1 litro di latte in Brasile R€ 3,09, in Italia R€ 0,55
12 uova in Brasile R€ 3,49; in Italia R€ 1,98
1 Xbox in Brasile R€ 1.249, in Italia R€ 149
1 Reflex digitale in Brasile R€ 1.799, in Italia R€ 369
1 Renault Clio in Brasile R€ 26.290, in Italia R€ 13.600
E via discorrendo…

Per avere un idea di alcuni prezzi in Italia potete andare a vedere QUI e QUI. Per i prezzi brasiliani invece potete guardare QUI. È ovvio che i prezzi variano tantissimo tra Stato e Stato, come è logico che non bisogna tener conto delle promozioni che a volte s’incontrano nei vari supermercati. I prezzi brasiliani che ho riportato sono dello Stato di São Paulo, certamente tra i più cari del Brasile. Chi è fortunato di vivere nel Nord-Est probabilmente potrà risparmiare abbastanza sui prodotti freschi, ma per il resto penso che non cambi molto.

P.S. So di essermi dilungato abbastanza e vi chiedo scusa, ma questo argomento mi sta a cuore e mi piacerebbe trovare una forma per poter confrontare il costo di vita tra i nostri due paesi in un modo più efficiente e adeguato che una semplice conversione di valuta. Peccato che non sia un esperto di economia, e a tal proposito sarei molto grato se qualcuno, più competente di me in materia, potesse dare il suo parere su quanto ho scritto (possibilmente senza offendere).

Fonti:
(4) R7




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12 Commenti

  1. Caro Franco solo chi ha vissuto in Brasile conosce la reale differenza di prezzi tra i due paesi..... non c'è verso... è inutile cercare di fare paragoni o far vedere che i prezzi sono migliori... ci sono delle zone in brasile in cui è più conveniente andare a pranzare nel ristorante che fare la spesa al supermercato... posso anche comprare un pomodoro a 5 reais poi lo devo cucinare?!?! quindi gas acqua con le bollette che non sono tanto a prezzi stracciati.... per vivere in Brasile ci vogliono più soldi di quello che uno immagina... e soprattutto uno spirito di adattamento altissimo

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  2. Concordo, ma il problema si pone quando in alcuni blog leggi comparazioni di prezzi fatte in modo molto semplice. Non puoi dividere il costo di un prodotto in una valuta straniera e dire a tutti quanti "Guarda come costa poco in Brasile!", perché é cosí che fanno. Torno a dire, finché ricevi dei soldi in euro tutto bene, ma per chi ha un'entrata in Reais allora serve un metodo di valutazione differente.

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  3. Allora per esperienza personale quindi una mia opinione, purtroppo gli amministratori di alcuni blog italiani emigrati vogliono dimostrare in tutti i modi possibili che la loro scelta è stata la migliore... che in Brasile ha trovato il paradiso della verdura e del pesce :) e che soprattutto bisogna lasciare l'italia ormai allo sbando con i pomodori alle stelle....il più delle volte ti vuole vendere un pacchetto che comprende volo albergo e investimenti da serie A.... quindi non è una questione di comparazione di prezzo con le valute è solo propaganda per sbarcare il lunario!!!

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  4. A questo non avevo mai pensato, ma devo ammettere che ha un senso logico. Mi sono sempre chiesto per quale motivo alcune persone amano pubblicizzare sempre il Brasile come il Paese di Bengodi e mostrare l'Italia come un luogo in totale sfacelo. Sembra proprio una forma per propagandare al meglio i propri investimenti e interessi personali.

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  5. Avendo vissuto in Brasile e precisamente a Sao Paulo, posso testimoniare che la vita in Brasile è più cara che in Italia (Toscana). Non tutto però è più caro, ad esempio mangiare al ristorante costa meno in Brasile, dove pranzare fuori in un ristorante per chilo è molto più economico che in Italia. Fare la spesa al supermercato alla fine costa uguale, solo che in Italia compro olio extravergine, mozzarelle di bufala, vino Chianti ed in genere prodotti di qualità molto superiore, mentre in Brasile dovevo per forza di cosa rinunciare a tutto ciò, magari però potevo comprare una picanha, qui la carne è molto più cara. Credo che la differenza stia soprattutto nei prezzi di alcuni prodotti che è molto superiore, come gli elettronici e soprattutto le auto, i cui prezzi di acquisto e i costi di manutenzione sono altissimi. La vera differenza la fanno però i servizi che qui in Italia sono gratuiti e che in Brasile, di fatto, si pagano. In Brasile una famiglia con quattro persone di classe media deve pagare la scuola privata per i due figli (più le uniformi, i libri ed il materiale scolastico) e quattro assicurazioni mediche (più le medicine che si pagano e pure care), in Italia invece per questi servizi si usufruisce dei servizi pubblici, risparmiando molti soldi tutti i mesi. In Brasile però non si paga il riscaldamento, che nei mesi invernali in Italia è una bella mazzata. Credo che queste siano le reali differenze tra due stili di vita difficilmente confrontabili, non è il prezzo dei pomodori ad incidere, ma il costo dei servizi, lì a pagamento e qui gratuiti od a prezzi calibrati in base al reddito familiare. A quanto mi dicono spesso gli stipendi in Brasile sono superiori ed esiste a San Paolo quasi la piena occupazione, cosa che rende molto più sopportabile affrontare queste spese mensili.
    Difficile quindi fare paragoni.

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  6. è quello che ho sempre pensato anche io, considerando gli stipendi medi la conversione piú sensata é calcolare che 1 euro sia uguale ad 1 real.
    Ma anche se faccio la conversione ufficiale di 1 euro = 3 reais trovo ugualmente che le cose siano care, non ci sono molte cose che qui costino meno che in italia.
    Io non credo che se un italiano ha un reddito di 1500 euro e riesce a fare un determinato tipo di vita, il suo corrispettivo brasiliano con lo stesso reddito pari a 4500 reais riesce a fare le stesse cose e consumare gli stessi prodotti. Ipotizziamo che l'italiano (il tipico italiota diciamo) puó permettersi una macchina media, per esempio una golf, esce tutti i sabati a mangiare la pizza, ha l'ultimo cellulare del momento, si veste con marche firmate, ecc
    Il brasiliano con i suoi 4500 reais non potrá comprarsi la golf ma dovrá accontentarsi della gol, potrá andare in pizzeria solo una volta la mese, dovrá comprarsi vestiti di marche inferiori, invece che l'iphone si potrá comprare un samsung medio livello e cosí via. A meno che il brasiliano ricorra alla pratica, diffusa tra il 99% della popolazione, di indebitarsi comprando tutto in comode rate mensili, cosí comprerá le sue belle mutande firmate in 12 rate, l'orologio importato, il suo smartphone (dove poi non avrá magari i soldi per telefonare...), le tennis e magari fará anche la spesa al supermercato in 6 rate e cosí via e potrá avere lo stesso tipo di vita dell'italiano.
    Poi é vero come dice Michele qui sopra che sono realtá difficilmente paragonabili, qui ci sono delle necessitá che la non ci sono e viceversa.
    Ma il risultato é che la vita in Brasile, nelle grandi cittá tipo Rio e São Paulo è carissima, si vivacchia se ti accontanti di mangiare riso e fagioli e di andare in giro con havaianas e bermuda, per tutto il resto il brasile é per chi é come minimo benestante.

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  7. Purtroppo essere benestanti é un requisito fondamentale per poter vivere dignitosamente in Brasile. Se vuoi avere una macchina, una casa decente, andare in pizzeria almeno una volta alla settimana e vestirti in modo adeguato devi avere tanti soldi. Caso contrario puoi vivere come un brasiliano medio (e non vuole essere un'offesa o come qualcosa di negativo), che é quello che io sto facendo.


    Su fatto di mangiare riso e fagioli per alcuni questo é un mito da sfatare. Peccato che non sia vero. Sarebbe come dire che la pasta non é il piatto tipico degli italiani. Questo non significa che, vivendo in Brasile, uno sia obbligato a mangiare "arroz e feijao". A casa mia per esempio si mangia quasi sempre italiano, dato che sono io che cucino. Peró far credere che i brasiliani mangino aragoste come se fossero bruscolini mi sembra esagerato. Giá il famoso "bacalhau" é fuori dalla mia portata e conosco persone che il salmone lo hanno mangiato solo una volta nella vita. Ma evidentemente io e queste persone siamo un caso a parte nel Brasile. O forse no.

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  8. anche a casa mia si vola bassi, solo non andiamo avanti a riso e fagioli perché io non lo sopporterei e quindi si mangia parecchio variato e si spende un poco di piú per l'alimentazione, per il resto peró si vive come una famiglia di classe medio bassa brasiliana. Non ci manca niente e stiamo bene cosí ma penso che alla maggior parte degli italiani, venendo da un altro contesto, vivere cosí non andrebbe bene...
    Tutti i miei clienti italiani che vengono qiu in vacanza si spaventano con i prezzi elevati di praticamente tutto quindi non ci stiamo inventando niente :)

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  9. Verissimo Fabio.
    Prima sostenevano la forza del real ,garantendo che il tasso di cambio dell'euro non si sarebbe mai schiodato da un valore di 2,20 (ed e' errivato anche a 3,30),adesso si trovano costretti ad arrampicarsi sugli specchi per vendere il loro (ridicolo) ruolo di consulente globale per il Brasile (mitica rimane l'offerta di vendita di appartamenti e la sorpresa,espressa pubblicamente,per la mancanza di offerte )..
    Stefano

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  10. Michele,che in Brasile gli stipendi siano superiori a quelli italiani e' una palla mitologica.
    Il Pil totale del Brasile e' di poco superiore a quello italiano (circa il 10%-15% in piu') ma il Brasile ha 195 milioni di abitanti,l'Italia 61.
    Come conseguenza il Pil pro capite italiano e' due volte e mezzo quello brasiliano: dato che nulla si crea e nulla si distrugge come potrebbero gli stipendi brasiliani essere superiori?
    La piena occupazione in Brasile (che non esiste ma al governo attuale fa comodo far credere che ci sia ) si realizza con milioni di motoboy, addetti agli ascensori(sono quelli che quando entri schiacciano il bottone che seleziona il piano),domestiche,e addetti nei vari negozi (se in Europa trovi 2 addetti,qui ,a parita' di negozio,ne trovi 10 ed il negozio funziona peggio..).
    Quanto credi che guadagnino?
    Stefano

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  11. In realtà volevo dire che a parità di incarico, gli stipendi sono superiori, a quanto mi dicono...

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  12. Non ho idea, perché non so quanto possano guadagnare in Italia, ma credo che un laureato, ingegnere, medico o altro, penso che qui in Brasile guadagnino di piú. Puoi avere un'idea dello stipendio di un brasiliano cercando su internet il "piso salarial" o andando qui:

    http://datafolha1.folha.com.br/empregos/levantamentos



    Ma con lavori modesti, come operaio, commesso o altro, possiamo dire che si guadagni piú o meno la stessa cifra. Un commesso, lavorando 44 ore alla settimana, qui guadagna intorno ai 800/1000 R$. Mia moglie, che lavorava come "faxineira", cioé addetta alle pulizie, guadagnava 755 R$, contro i 900 euro che prendevo io in Italia facendo lo stesso lavoro. Mia figlia, che sta lavorando part-time in un negozio di fiori, prende 400 R$ al mese. Quindi come vedi, aldilá della valuta, gli stipendi si equivalgono. Ma torno a dire, penso che un laureato guadagni meglio in Brasile che in Italia, anche perché qui c'é molta piú disuguaglianza sociale.

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