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Scuola: gioie e dolori


Oggi, mentre leggevo le notizie sul Corriere della Sera, ho trovato una notizia che mi ha rallegrato un poco: il governo italiano ha approvato il cosiddetto "pacchetto-scuola". Quattrocento milioni di investimenti, nuove assunzioni, borse di studio, ecc.

Aldilà della buona notizia (investire in istruzione ed educazione è forse il miglior sistema per ottenere una nazione e un popolo civile), il mio lato cinico mi fa dire che come sempre sono belle parole, ma vedremo poi i fatti come saranno. A mio modesto avviso la scuola pubblica italiana è a un livello accettabile, però manca di modernità. La considero "vecchia", sia come strutture che come metodo d'insegnamento, e penso che si possa migliorare, magari prendendo come esempio altri paesi, come la Svezia o la Finlandia, dove sembra che le scuole abbiano un sistema diverso e migliore del nostro. Ma in ogni caso penso che alla Scuola italiana una sufficienza gliela possiamo dare.

Quindi come ho detto, ero quasi contento di aver letto questa notizia, quando qualche riga più sotto, sempre nel Corriere, un altro articolo mi lascia senza parole.

È in corso un dibattito, e spero che rimanga tale, sulla reale utilità della bocciatura degli studenti. Secondo il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza, «La bocciatura? È utile soltanto in casi rari», perché «quando si entra in una scuola, si entra per uscirne vincitori con il diploma». Quindi c'è in ballo la possibilità di veder abolita la bocciatura e far passare automaticamente lo studente per tutti gli anni scolastici fino ai 16 anni. 

Da quanto si legge nell'articolo, paesi più "avanzati" di noi (e a quanto pare con una scuola migliore) utilizzano questo sistema da sempre, o quasi, e sembra che funzioni. Ma in Italia sarà lo stesso? Forse funzionerà per uno studente finlandese, che ha idee, cultura e modi di vita diversi dal nostro, ma a un ragazzino tipico della Scuola Media italiana, se gli dici che in ogni caso passerà l'anno, pur non studiando,  pensate che avrà voglia d'impegnarsi e di mettersi a studiare? Io sinceramente ho i miei dubbi.

Io ho finito la scuola precisamente 38 anni fa, quindi di cose probabilmente ne saranno cambiate da allora. O forse gli studenti di oggi sono diversi di quelli dei miei tempi, però non credo che questo sia un modo adeguato per progredire e migliorare il nostro sistema scolastico. E ne ho la prova vivendo in Brasile. Anche qui vige la Legge "mai bocciare" e i risultati li vedo tutti i giorni.

Ne avevo già parlato in passato, ma penso che sia meglio dare una rinfrescata. Nel 1996 lo Stato di São Paulo promulgò una legge conosciuta poi come "progressão continuada" o "aprovação automática". Questa legge, varata da sociologi, insegnati e studiosi dice che non si deve MAI bocciare un alunno che frequenta la scuola dell’obbligo, anche se non studia e non sa niente, e si basa sull'idea che gli studenti, non essendo mai bocciati, migliorino l'apprendimento.

Torno a dire, come in passato, che non sono uno sociologo, ma non riesco a capire come questo metodo migliori l'apprendimento. Io vedo ragazzi di 14 o 15 anni che, solo per fare un esempio, hanno una nozione penosa in geografia o in portoghese. Aldilà di alcuni Stati dell'America Latina, conoscono molto poco il resto del mondo. In portoghese poi meglio sorvolare. Siccome qui tutti usano una "giria" da far venire la pelle d'oca, se provate a chiedere a un qualunque studente la coniugazione di un verbo difficilmente vi saprà rispondere in modo corretto. Ma in compenso conoscono a memoria tutte le canzoni di Jorge e Mateus.

Quindi essere a conoscenza di questa situazione e leggere su un giornale italiano che anche l'Italia vuole approvare quest sistema, mi ha fatto esclamare un "Oh m..da!" dal profondo del cuore. Io spero che l'Italia non si faccia influenzare da certe idee e che si, prenda esempio dagli altri Stati europei per migliorare la propria situazione, ma che invece di importare tale sistema, dalla Finlandia potrebbe far venire Babbo Natale e le sue numerose renne, certamente più utili di quest'idea balorda.

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1 Commenti

  1. Intanto la "ministra" Carrozza ha varato un provvedimento-lampo prima dei test d'ingresso che elimina il vantaggio del voto di maturità. In sostanza se han preso 36 o 60 o quanto caspita vengono valutati oggi alla maturità i ragazzi, essi non saranno né valutati né penalizzati in sede di test d'ingresso.

    Dato il proliferare di iscritti all'università e di laureati INUTILI in materie umanistiche o pseudo-letterarie quando sono trent'anni che il mercato assorbe solo ingegneri e medici o che nel collegio di Roma ci sono più avvocati che in tutta la Francia (e poi si lamentano del precariato), mi sarei aspettato che una simile scemenza fosse solo ipotizzata. Anche perchè nel resto del mondo NON è così.

    Un paese si vede anche dalla serietà con cui si pone verso le nuove generazioni e con la sicurezza e la certezza di istituzioni solide. Non con stravolgimenti ad ogni chiaro di luna...politico.

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