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Brasile: dopo le proteste di massa, il “jeitinho”


Questa e-mail è stata inviata al blog Italians di Beppe Servegnini, del Corriere della Sera. A scriverla é stato Rossano Pecoraro, docente di Filosofia presso l´Università´ Federale dello Stato di Rio di Janeiro (UNIRIO).

Cari Italians, un mese dopo le prime manifestazioni di piazza, poco resta di quella “rivoluzione” brasiliana che era riuscita a lanciare segnali, inediti e concreti, di cambiamento. Svuotate e ormai prive di energie, senza nessun tipo di organizzazione post-proteste, divise fra dilettantismo politico e tentativi diretti da mediocri (più che cattivi) maestri – le masse di giovani che avevano occupato il Paese, dalle grandi metropoli alle città di provincia, sono ritornate in silenzio alla routine normalizzatrice delle reti sociali, che pure erano state decisive nell'organizzare la rabbia, ´entusiasmo e la rivolta delle scorse settimane. Non c´e´ bisogno di riprendere due tesi centrali del pensiero filosofico e politico contemporaneo – “il problema del dopo” e il “cosa fare?” – per capire quello che e´ accaduto. E´ sufficiente una rapida descrizione dello sciopero generale di giovedì 11 luglio, convocato dai sindacati (meglio tardi che mai, avranno pensato i dirigenti) e che avrebbe dovuto rilanciare la protesta e paralizzare il Brasile a una decina di giorni dall'arrivo a Rio di Papa Francesco per la “Giornata Mondiale della Gioventù´”. Dico avrebbe perché di fatto non e´ avvenuto nulla (o quasi): piazze vuote; cortei di qualche centinaio di persone che hanno bloccato una decina di autostrade e alcune strade di accesso ai porti; bancari e autisti di mezzi pubblici che hanno rivendicato aumenti salariali; proteste contro la privatizzazione di una della due banche federali o per una diversa assegnazione dei fondi pubblici provenienti dalle Royalty pagate dai produttori di petrolio (di cui il Brasile e´ ricco). Uno sciopero settoriale, insomma, di poche idee, poca gente e nessuna ambizione politico-sociale “rivoluzionaria”. Il governo “di sinistra” della presidente Rousseff, capitalisti, lobbisti e la famigerata arte di arrangiarsi brasiliana (il “jeitinho”), ringraziano.

Rossano Pecoraro

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6 Commenti

  1. Sara' anche um docente di Filosofia ,ma il signor Pecoraro non sembrea aver che lo sciopero generale dello scorso 11 luglio era stato organizzato dai sindacati del PT.
    Partito che e' al Governo¹
    Un tentativo fallito di spostare l'attenzione e far passare la Rousseff come uma vittima del Congresso.
    Io credo invece che del fuoco covi sotto le ceneri,e che la visita del Papa sara' uma nuova opportunita' per nuove proteste.
    Anche se e' chiaro che senza uma organizzazione congiunta queste proteste lasciano,quasi,il tempo che trovano.
    Ma si sa, anche qui in Brasile ,"l'opposizione e' solo uma definizione,ma nei fatti e' uma casta intoccabile,che mai si metterebbe veramente contro il sistema che li rende ricchi e intoccabili.
    In ogni modo,i media hanno ricevuto ordini dal loro principale inserzionista(il Governo) meno si parla di proteste meno protesteranno.
    Ed e' vero,funziona próprio cosi',e próprio er questo motivo credo che com la visita del Papa le proteste si riaccenderanno,le manifestazioni saranno meno affollate ma forse piu' chiare rispetto alle rivendicazioni.

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    1. Puó essere, visto che hanno aspettato la Copa das Confederções per iniziare le manifestazioni. vedremo cosa succederá tra poco tempo.

      P.S. ho letto un tuo commento in un altro blog. Quello che hai scritto é molto vero, ma penso che alcune persone non potranno mai capire il tuo (nostro) punto di vista).

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    2. Benedetto,Franco,
      mi potete riportare un sunto della discussione che Benedetto ha avuto su un altro blog?
      Grazie
      Stefano

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  2. Ciao Franco, in questi giorni pensavo proprio a quelle manifestazioni che si sono accese da nord a sud nelle piazze brasiliane.
    Ma per cosa protestavano milioni di brasiliani? Il governo, cosa ha deciso alla fin fine?

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    1. Ciao Juliana. Tutto é iniziato il mese scorso quando il governo brasiliano decise di aumentare del 7% le giá carissime tariffe del trasporto urbano. Anche se alla fine si trattava di soli 20 centavos il popolo brasiliano si é ribellato e ha iniziato a fare manifestazioni nelle piazze e vie delle maggiori cittá. Da lí iniziarono a manifestare per scopi differenti, tanto che lo slogan di tutte le manifestazioni era "Não são só 20 centavos", quindi ecco che persone chiedevano una migliore santiná, migliore educazione pubblica, ecc.

      Il problema é che, come tutte le manifestazioni, c'erano molte persone che protestavano senza sapere il perché o il motivo della protesta, e come sempre si intrufolavano individui col solo e unico scopo di distruggere e depredare vari negozi e strutture pubbliche.

      Il governo cos'ha fatto? Dopo aver "lottato" anche lui contro questi manifestanti, facendo un pugno di ferro, alla fine quasi tutti gli Stati hanno deciso di non aumentare il biglietto dell'onibus. Alcuni addirittura lo hanno diminuito. Ma questo non é bastato per fermare i manifestanti (ricordati del loro slogan).

      Ora queste manifestazioni si sono un po' calmate, e forse ha ragione Benedetto quando dice che stanno aspettando la visita di Papa Francesco per protestare ancora nelle piazze.

      A mio avviso non é cambiato nulla in questo paese (d'altronde erano solo manifestazioni, non la Rivoluzione Francese). Quello che ha stupito me e, penso, il mondo intero, non sono state la manifestazioni, ma il fatto che i brasiliani abbiamo manifestato apertamente il loro malcontento verso il governo attuale. Sai bene che i brasiliani sono un popolo pacifico e che accettano qualunque cosa gli viene propinata senza fiatare. Questa volta é stato diverso, e questo é un bene. Ora stiamo tutti aspettando di vedere cosa comporterá questo loro nuovo cambiamento.

      Ovviamente in rete troverai un'infinitá di articolo su quanto é successo qui in Brasile. Nel mio blog puoi trovare qualcosa qui:

      http://goo.gl/w1JUM
      http://goo.gl/wtXa3
      http://goo.gl/XlDux
      http://goo.gl/T4iCf

      Abraços!

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