Il mio Instagram

header ads

Il caso Battisti e la Giustizia: più buonsenso e più valori


Il libro “Os cenários ocultos do Caso Battisti” [“Gli scenari occulti del caso Battisti”, NdT]  di Carlos Lungarzo chiarisce una vicenda finora opaca in Brasile. In vari momenti del processo il giudice Peluso [della Corte Suprema, organo simile alla nostra Corte Costituzionale, NdT] non solo ha disprezzato la mia formazione giuridica, ma ha anche manipolato le prove, allo scopo di estradare Battisti e consegnarlo al governo Berlusconi. Consiglio all’ex membro della Corte di leggere un po’ di più, per giudicare più secondo Kant che secondo Mussolini.

L´articolo è di Tarso Genro [l’ex ministro brasiliano della Giustizia che nel 2009 concesse l’asilo politico a Cesare Battisti, NdT]. 

Ho letto recentemente il libro del professor Carlos Lungarzo, Phd e professore universitario in Brasile e all’estero, attivista, difensore dei Diritti Umani, studioso della storia politica italiana recente. Già il titolo rivela la sua rilevanza per il contesto politico nazionale: “Gli scenari occulti del caso Battisti” (Ed. Geração, 2012, 367 pagine). Un libro brillante che chiarisce una vicenda finora opaca in Brasile.
Il “Caso Battisti”, come si sa, ha generato una gigantesca polemica nel Paese. Ha messo alla prova non solo la capacità combattiva – sul piano ideologico e politico – di una buona parte della sinistra brasiliana e dei democratici del Paese, ma anche l´attuale qualità giuridica e politica della nostra Corte Suprema, che aveva già giudicato casi simili concedendo asilo politico a militanti coinvolti nella lotta armata degli “anni di piombo” in Italia.

Nel “Caso Battisti” non si trattava – in nessun caso –  di contrapporre individui o gruppi politici che fossero pro o contro la lotta armata durante quel periodo amaro della storia italiana. E nemmeno si trattava di contrapporre coloro che accettavano o accettano metodi di lotta rivoluzionaria a coloro che non li accettano, quando vige uno Stato di Diritto. Si trattava in realtà di esaminare due questioni ben chiare, in un caso concreto: Battisti commise i suoi presunti reati a partire da azioni sovversive contro lo Stato, con convinzione ideologica e politica? In caso di estradizione, avrebbe potuto subire un trattamento ingiusto?

Partendo da un attento studio del processo, ho sempre sostenuto insieme alla mia équipe (coordinata da due brillanti sottosegretari, il sottosegretario esecutivo Luiz Paulo Barreto e il sottosegretario agli Affari legislativi Pedro Abramovay) che qualsiasi giudice che avesse esaminato il processo – senza cecità ideologiche – si sarebbe accorto che Cesare Battisti era stato condannato senza prove. Il suo processo in Italia è uno scandalo per gli errori formali e materiali, che possono essere spiegati solo con la crisi dello Stato vissuta dall’Italia in quel periodo.

La condanna senza prove, opportunamente contestualizzata, avvenne in uno scenario di azioni paramilitari di estrema destra e di estrema sinistra, nel quale le azioni terroristiche di destra venivano trattate in modo diverso sia da parte della polizia che da un settore importante della magistratura: forti residui fascisti era ancora radicati nello Stato italiano, sotto il patrocinio della Nato, nell’ambito della Guerra Fredda. Un quadro storico, pertanto, capace di trasformare la politica in azioni armate. Il libro del professor Lungarzo mostra chiaramente che era questa la situazione in quegli anni difficili della storia italiana.

Ma vediamo anche che cosa emerge con chiarezza dalle due “domande chiave” del processo.

Innanzitutto il ministro Francesco Cossiga, uno dei grandi “capi” politici della Democrazia Cristiana durante gli “anni di piombo”, riconobbe per iscritto (il suo atto è trascritto nel mio mandato di accettazione della richiesta d´asilo) che Battisti era un “criminale” politico (pag. 111 del libro).

In secondo luogo: nell’abbondante documentazione del processo c´era anche la prova che, sebbene nell’Italia di quegli anni vigesse lo Stato di Diritto, quello che avveniva nella quotidianità delle politiche di sicurezza dello Stato (in merito alla repressione non solo degli atti terroristici, ma anche dei gruppi dissidenti di sinistra) era “l’emergenza”. Ovvero: la tortura e gli omicidi da parte delle mafie fasciste, coperte da parte dell’apparato dello Stato (e molte tuttora impunite), accompagnate da un controllo dei mezzi di comunicazione al fine di incriminare sempre la sinistra armata, perfino per gli atti terroristici architettati dalla Nato insieme a una parte dei servizi segreti italiani.

Il libro descrive minuziosamente quel periodo, citando fonti di varia origine, non solo della stampa non controllata dalla Democrazia Cristiana, ma anche di Amnesty International e di persone che parteciparono a quel periodo. Supportato dai documenti, descrive il clima politico di violenza smisurata di quei tristi anni della democrazia italiana: i rapporti dei gruppi fascisti con i servizi segreti italiani, i legami della mafia con il potere imprenditoriale e politico di allora, la complicità di una parte della magistratura italiana con il regime di “emergenza”.

(L’”emergenza” fu promossa, allo stesso modo, dal connubio di una parte significativa dei dirigenti della Democrazia Cristiana con il terrorismo di destra, che precedette le azioni violente dei gruppi comunisti dissidenti, culminato nell’attentato alla stazione ferroviaria di Bologna, che uccise 300 innocenti).

Allarma e dev’essere sempre tenuto presente il motivo per cui tutto ciò non è stato discusso dai media, che si sono preoccupati di nascondere la vera natura del processo e i suoi aspetti materiali fondamentali, e il motivo per cui il giudice Cezar Peluso, durante il processo, ha distorto o omesso completamente il quadro storico che avrebbe potuto sbrogliare il contesto “politico” dei reati ascritti a Cesare Battisti. Ignoranza? Mala fede?

Sinceramente non credo che un solo giudice della Corte Suprema abbia agito per ignoranza o mala fede, sebbene non sia bello far ricorso a lunghe e catartiche citazioni durante il processo, poiché qualsiasi tesi di laurea attualmente si avvale dell’aiuto di Google e fornisce testi che sembrano proprio opera di eruditi e rinomati giuristi. Nella post modernità fraudolenta, ai fini di saggezza e conoscenza, conta più saper fare ricerche sul web che aver acquisito rudimenti di storia e filosofia per comprendere i fenomeni sociali e giuridici.

È ovvio che l´ideologia del giudice condiziona sempre la scelta delle diverse possibilità di interpretazione delle leggi, e proprio questa consapevolezza fa si’ che il punto di partenza metodologico della sentenza – soprattutto in casi di questa natura – non debba essere l’inclinazione nei confronti di  “uno dei  contraenti”, di una delle “parti” politiche a confronto.

Il punto di partenza metodologico dev’essere non la lotta di classe allo stato puro – i “proletari armati” contro parte della “borghesia mafiosa” che occupa parte dello Stato – ma i valori universali che sono in gioco. Perché? Precisamente perché il contenzioso, come fatto storico concreto, può non essere esattamente quello che ho descritto. Allora i parametri per decidere devono essere cercati nelle conquiste universali dell’umanesimo moderno e non nelle “preferenze” istintive dei giudicanti.

Nel caso concreto di Battisti i fattori in gioco, come valori contrapposti, erano i seguenti: la presunzione di innocenza; l’ipotesi che gruppi armati, in quella circostanza, insorgessero contro governi e Stati che “sbarravano” la strada alla possibilità di trasformazione all’interno del processo democratico; l’ipotesi che i gruppi di potere del paese che all’epoca chiedeva l’estradizione, lo facessero con metodi illegittimi. L’ipotesi che il governo che chiedeva l´estradizione in quel momento (ricordiamo che era Berlusconi) non si mostrava interessato a rispettare la normativa internazionale sui Diritti Umani. Questa è proprio l’analisi che è mancata allo Stato brasiliano quando consegnò Olga Benário ai nazisti. Ed era ciò che i media, schiacciati sulle tesi del governo italiano, hanno cercato di impormi in quella circostanza.

Questi sono valori democratici e liberali, e sono sintetizzati nella grande rete di diritti che protegge il cittadino dall’arbitrio dello Stato e dagli abusi di potere che esso comporta, in qualsiasi regime. Basandoci su questa concezione noi – che eravamo al Ministero della Giustizia all’epoca del ”affaire” Battisti – abbiamo concesso diverse volte l’asilo politico a cubani che si trovavano in Brasile, senza lasciarci influenzare in quell’occasione dal giudizio  - anche se diverso dal nostro – che la Corte aveva sul regime vigente a Cuba.

Leggendo il libro del professor Lungarzo si capisce perché allora la maggior parte dei  media brasiliani mentirono in ripetutamente sulla questione dei cubani, basandosi su un´informazione preliminare falsa del giornalista Elio Gaspari: era necessario screditare il Ministro della Giustizia per legittimare un’estradizione illegale che pensavano avesse già la maggioranza della Corte Suprema. Mettere in giro la falsa notizia secondo cui mentre “davo asilo a Battisti” – un “terrorista” – “consegnavo” i cubani alla “dittatura castrista”, significava creare un´aura di simpatia intorno alla Corte Suprema, per mettere Battisti a disposizione di Berlusconi e della sua mafia al potere.

In realtà è stato provato che furono gli stessi cubani rientrati a Cuba, assistiti dalla Procura federale e dall’Ordine degli Avvocati, ad aver fatto la scelta di tornare. In un secondo tempo lo dichiararono all’estero, con scarsa ripercussione sui media brasiliani.

La manipolazione dell’informazione nel caso Battisti non è una “questione minore” per la democrazia brasiliana: si tratta di una questione di uguaglianza dei mezzi, in una democrazia formale, per dare concretezza a diritti fondamentali, come la libertà di stampa, che ha senso soltanto se si lega al diritto tangibile alla libera circolazione delle idee, senza la quale la libertà di stampa diventa un mero apparato di dominio destinato a  diffondere le opinioni dei “proprietari” dei media.

In vari passaggi della sua dichiarazione di voto il giudice Peluso, originario della magistratura di San Paolo, e che fu allievo di Alfredo Buzaid (ministro della Giustizia durante la dittatura, il cui atto più rilevante fu coprire le torture commesse nelle carceri del regime) e di Miguel Reale, (celebre filosofo del Diritto, simpatizzante delle idee di Mussolini e dei programmi giuridici “democratici” del regime militare) non solo ha trattato con disprezzo la mia formazione giuridica, ma ha anche manipolato le prove nel processo, con l´obiettivo di estradare Battisti e consegnarlo al governo repubblicano di Berlusconi.

Per quanto riguarda la prima parte, credo che abbia ragione, giacché i miei maestri sono altri: più Ernst Bloch, Ferrajoli e Konrad Hesse che Buzaid e Miguel Reale. Per la seconda parte, quella della manipolazione delle prove nel processo di estradizione, si tratta di una questione di cultura generale. Consiglio all’attuale ex ministro di leggere un po' di più, di informarsi un po’ di più, di ascoltare un po’ di più le persone che hanno una formazione intellettuale diversa da quella dei suoi maestri, per giudicare più secondo Kant che secondo Mussolini: più “valori” e  quindi meno contingenza ideologica trasmessa dai maestri diretti. Per fortuna ci sono ancora dei giudici a Berlino, e  il Brasile ha ancora Presidenti degni di questo nome.

Traduzione di Andrea Torrente
Fonte: Correaneto

Posta un commento

13 Commenti

  1. Farneticazioni in liberta':Battisti e' un criminale comune che ha capito quanto fosse importante avvalersi della copertura di un'area ideologica di dementi come Tarso Genro.
    Stefano

    RispondiElimina
  2. Questo mi fa vergognare di essere brasiliano.

    Felipe

    RispondiElimina
  3. [CHIEDO SCUSA A GIANCARLO. PER ERRORE HO FATTO UN CLICK SBAGLIATO E HO INAVVERTITAMENTE ELIMINATO IL SUO COMMENTO. MA IN QUALCHE MODO L'HO RECUPERATO E, DI CONSEGUENZA, QUI PUBBLICATO]

    Giancarlo Mostachetti ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Il caso Battisti e la Giustizia: più buonsenso e p...":

    Non capisco il perché di questa pubblicità all'ex terrorista Tarso Genro che ovviamente difende a spada tratta l'altro terrorista Cesare Battisti.

    Ammazzare un macellaio o un'orefice solo perché si sono opposti alla rapina non è terrorismo, è criminalità comune.

    Tarso mente parlando di governi fascisti, negli anni '70 il governo era di base socialista, il Partito Comunista Italiano era il secondo partito nazionale, non c’era la tirannia da combattere ne dittatori da abbattere. Molto meno guerriglieri disposti a uccidere o morire per la libertà. Inoltre tutti i testi prodotti dal gruppo di Cesare Battisti tra il 1976 e il 1979 mostrano che Cesare Battisti e le sue comparse rapinavano ed uccidevano per impiantare la dittatura, non per abbatterla.

    Ma parlando di Tarso Genro chi è questo elemento? Un personaggio che dichiara che l'Azione Penale 470 (mensalão) è una congiura della destra contro Lula e seguaci. Ritiene che José Genoino (guarda caso ex presidente del PT) condannato a 6 anni e 11 mesi di prigione a regime semiaperto può ricoprire l'incarico di parlamentare, e difatti ha preso posto sul suo scranno in Parlamento. E lo stesso Tarso diceva: "Eu substituí o José Genoino na presidência do PT, e o que circulava dentro do partido, e foi constatado depois, é que ele assinou empréstimos, e que o fez de boa-fé, sem saber que, por trás daqueles empréstimos, poderia ter uma articulação de intercâmbio de favores em benefício do partido e de outras pessoas. Eu não sei se, nessa situação, renunciaria."

    Inoltre in relazione ai pugili cubani mente spudoratamente, in quanto i pugili non volevano tornare a Cuba, ma il ministro della (in)giustizia, trasformatosi in lacchè, eseguì alla lettera un'ordine della mummia che governa l'isola prigione, e li fece trasportare a Cuba con un aereo venezuelano.

    "Loro volevano tornare", recitò come un bravo scolaretto il ministro, ma la menzogna venne a galla quando i pugili riuscirono a fuggire di nuovo dall'isola prigione.

    Ma quando si trattò di difendere un assassino di "nemici del proletariato" lo promuove a Esiliato Politico.

    Tarso è l'unico discendente di giudei favorevole alla distruzione di Israele, ed ebbe la buona idea di sostenere a Rio Grande del Sud (suo collegio elettorale) il Forum Sociale Mondiale per la Palestina Libera. Social Mundial Palestina Livre che ha visto la partecipazione di meno di cento persone, oratori compresi al costo ci circa mezzo milione succhiato dalle tasche dei contribuenti.

    Ma per organizzare l'incontro, Tarso Genro, viola 9 dei 10 punti dell'art.4° della Costituzione, di cui è uno degli autori.

    Eppoi da uno che ripudia le forze armate del suo stesso paese cosa possiamo aspettarci?

    RispondiElimina
  4. @Felipe
    È vero che il caso di Battisti é un fatto increscioso, ma non é di questo che ti devi vergognare. Penso che qui in Brasile ci siano cose piú gravi di queste, e basta leggere un qualunque giornale per avere notizie che nemmeno in un film di Tarantino potresti vedere:

    Polícia prende filho de acusado de matar estudante por diferença de R$ 7 na conta.
    José Adão, que já está preso, disse que não queria matar o estudante e sim 'só furar um pouquinho'

    Dono de restaurante é morto após reclamar de desperdício de comida.
    Josafá Pereira da Silva, de 46 anos, foi atingido com três tiros, um deles na cabeça, após repreender os clientes por terem deixado comida no prato, procedimento considerado regra da casa. Pela norma o cliente paga R$ 7,99 para comer à vontade, mas desde que não deixe sobras. O alerta está estampado com destaque no cardápio do restaurante.

    Menor que matou turista em Praia Grande rende mais um

    A suspeita de ter matado o turista Rafael Rosa, em Praia Grande, no litoral de São Paulo, cometeu outro crime na noite da última quinta-feira, 10. Ela saiu do esconderijo e rendeu um gerente comercial. As polícias civil e militar intensificaram as buscas pela menor na região

    Garoto de 7 anos que liderava quadrilha é apreendido em SP

    A polícia prendeu um menino de sete anos que liderava um grupo de assaltantes. Ele foi preso com outros dois meninos.

    E potrei continuare all'infinito. Queste sono cose che un paese dovrebbe vergognarsi. Trovo peggio questo che tutta la corruzione e la rete di falsità che regna in Brasile. E il problema é che diventa ogni volta peggio. Quando ci sarà qualcuno che capirà che le cose qui in Brasile non vanno affatto bene?

    RispondiElimina
  5. Agradeço o elogioso comentário de Genro e, ao mesmo tempo, me admira a forma substancial e apodíctica em que estão apresentados seus argumentos. Entretanto, ninguém pode incluir tudo em 5 ou 6 páginas. O governador Tarso não teve tempo de dizer que eu acuso não apenas ao Neofascismo (NO, MSI, NAR etc), ao aparato repressivo (SISMI, DIGOS, etc.), às organizações secretas como (P2, Mafia, Vaticano). Eu também considero uma variável fundamental a NOVA DIREITA, ou seja, os restos da putrefação do stalinismo (PDS). Esse deslocamento à direita começa com Togliatti, que junto a Codovila (seu equivalente argentino), organizam o massacre de trotskistas e anarquistas nos anos 30, e segue com a cada vez mais conservadora política do PCI que se torna totalmente de direita em 1977.
    Entendo a tendência a colocar a culpa em Berlusconi, mas um estudo científico deve ter em conta todos os fatores. Neste sentido, deve ter-se em conta o PDS, que organizou a maior repressão da Europa de pós-guerra dirigida por simpatizantes ex-comunistas como Calogero e Violante.
    Berlusconi, sem dúvida, é parte do esquema, mas não é um Andreotti nem um Cossiga. Estes foram substituídos por pessoas como Fassino, D'Alema e outros, e o atual presidente, que fora um ferrenho defensor do massacre soviético na Hungria.
    Neste artigo há comentários que acusam Tarso de rotular a Itália atual como fascista. Ele não faz isso, e os leitores que fingem entender isso nem sabem sua própria língua, pois o artigo foi excelentemente traduzido.
    O que Genro diz é que há um poder real (a democracia é apenas formal) formado por fascistas, elementos da antiga democracia cristã , membros das FFAA, e uma burocracia de direita que alimenta o estado paralelo.
    O único que faltou dizer a Genro (o que, porém, não faz menos valioso seu excelente trabalho) é que cerca de 30 do terrorismo de Estado contra a esquerda dos anos 70 até agora devem-se aos restos do stalinismo.

    RispondiElimina
  6. Mi fa molto piacere avere nel mio blog un intervento di Carlos Alberto Lungarzo e chi volesse approfondire l'argomento di questo post consiglio di visitare il suo sito:

    https://sites.google.com/site/lungarbattisti/

    Ma, aldilà di tutte le innumerevoli parole scritte su Battisti, non possiamo negare che egli abbia commesso numerosi crimini. Inizio con diverse rapine nel Lazio e in Lombardia. E dopo il suo ingresso nel gruppo eversivo "Proletari Armati per il Comunismo" venne arrestato per l'omicidio del gioielliere Pierluigi Torregiani, ucciso nel febbraio 1979. Oltre a questo Battisti é accusato di altri tre omicidi.

    In qualche modo riesce a fuggire a Parigi, forse con l'aiuto di qualche militante francese e poi si reca in Messico. Ritorna a Parigi e dopo vola in Brasile, dove viene accolto come rifugiato politico.

    Quindi il problema non é tanto Tarso Genro o altri politici brasiliani, ma é che, pur essendo un criminale, ora vive come un cittadino comune in questo Paese.

    Le assicuro, caro Signor Lungarzo, che se i paesi in cui Battisti fu accolto (Francia e Brasile) avessero accettato l'estradizione di Battisti, riconoscendolo come criminale comune, e non come rifugiato politico, ora tutti questi problemi non ci sarebbero. Forse questa vostra "magnanimità" é dovuta al fatto che qui in Brasile difficilmente un criminale paga per quello che ha commesso. Ma in Italia le leggi, o per meglio dire, le applicazioni di tali leggi, sono un poco diverse.

    In ogni caso apprezzo il suo lavoro. Saluti.

    RispondiElimina
  7. Gentil Signore Franco
    Me excuse per escrevere in portuguese.
    Agradeço muito sua resposta e, especialmente, seu conselho de visitar meu site.
    Para não incorrer na retórica usual neste caso, desejo fazer notar apenas algumas coisas.
    1) Quando vc. diz "Ma, aldilà di tutte le innumerevoli parole scritte su Battisti" pensemos que não são apenas palavras. Há fatos, que eu provo usando os próprios documentos escritos pela Itália. Dizer que são "flatus vocis", que o senhor diz de maneira gentil, exigiria demonstrar que essas palavras formam enunciados falsos.
    2) Aceitar as coisas apenas porque o disse a autoridade me parece algo que começou a ser superado com as Revoluções Burguesas. Negar que existam fraudes judiciais em todo o mundo seria ingênuo. Há fraudes judiciais, muitos, no Brasil, e o que fez o STF para tentar extraditar Battisti foi o maior.
    3) Sua referência sarcástica a que somos um país de criminosos é bastante justa. Não pense que com esse sarcasmo e incomoda. Temos criminosos em todos os tribunais, na polícia, no governo do estado de São Paulo e outros, e no parlamento. Por razão de bom gosto, não vou brincar para ver que de nós (a Itália ou o Brasil) tem mais.
    Finalmente, se o senhor acha que o conhecimento nunca é sagrado e deve ser demonstrado, sugira aos intelectuais mais próximos do estado italiano, que escrevam uma refutação de minhas afirmações.
    Novamente, agradeço muito ter reparado em meu comentário.
    Gentilmente
    Carlos Lungarzo

    RispondiElimina
  8. Gentile Signor Lungarzo, é lei che mi deve scusare per scrivere in italiano, ma la mia ignoranza nella sua lingua é a livelli abominevoli (ma anche in italiano non faccio bella figura).

    Concordo con Lei che sul fatto che bisogna dimostrare quello che si dice. Ma proprio per questo io non riesco a pensare che la magistratura italiana abbia sbagliato così tanto. L'Italia accusa Battisti di 4 omicidi. Battisti nega di aver partecipati a tali tristi eventi. Chi ha ragione? Penso che prima di accusare qualcuno di una cosa cosí grave ci si avvalli di prove reali e concrete. E mi sembra anche ovvio che, se chiedessimo a qualunque assassino "Tu hai ucciso qualcuno?" lui risponderebbe, col candore sul viso "Io? No, io non ho fatto niente".

    È per questo che io non accuso mai nessuno apertamente, a meno che non abbia le prove per dimostrare quello che dico. Io mi baso sulle notizie che trovo sui giornali o in rete, ma torno a dire: possibile che tutti i media italiani (e non solo), possibile che tutte le persone che in qualche modo conoscono questi fatti, possibile che giudici, avvocati, magistrati o semplici poliziotti si sbaglino cosí tanto? Posso forse sbagliarmi io, che sono un povero ignorante, ma che tutte queste persone, dotate di competenza e esperienza, facciano tutte lo stesso errore mi sembra quasi impossibile.

    Per quanto riguarda il mio appunto sulla criminalità in Brasile, Le assicuro che non era nulla di sarcastico. Se c'é una cosa che tutti conoscono e che tutti vedono qui in Brasile é proprio il livello altissimo di criminalità. Ed é vero che esistono criminali in tutti i paesi del mondo, compresa l'Italia, ma a questi livelli mi creda, non esiste niente che si possa comparare con il Brasile. E siccome non stiamo facendo una gara a chi ha piú criminali, meglio lasciar perdere i numeri. Peró mi creda, in questo caso non saremmo noi a vincere, e questo per me é un gran consolo.

    La ringrazio ancora del suo gentile intervento. Saluti.

    RispondiElimina
  9. Quindi, secondo l'emerito signor Carlos Alberto Lungarzo, ora le sentenze di innocenza o colpevolezza vengono redatto da scribacchini e imbrattacarte.

    I Giudici, PM, Avvocati e quant'altro sono li come soprammobili.

    Inoltre questo pseudo scrittore in vari testi cita a sproposito le torture della Dilma, torture che non vennero mai perpetrate, come è dimostrabile dall'unica foto che ritrae la Dilma il giorno dopo l'uscita dalla sala delle torture per essere giudicata in tribunale. Foto stra-usata dalla sinistra più bieca per dimostrare le loro panzane, me che di fatto si ritorce proprio contro di loro. Qui il link del testo con la foto

    Io mi domando se alla mattina, quando si specchia, questo Carlos Alberto Lungarzo, argentino di origini italiane, non provi un poco di vergogna per le baggianate che scrive.

    P.S. Il fatto che questo imbrattacarte si comunista stalinista ovviamente non lo ha convogliato nella difesa ad oltranza di un criminale comunista che voleva instaurare una dittatura comunista in Italia. La sua è sicuramente una pura difesa di un poverino che ha tempo perso, non sapendo cosa fare, ammazza macellai, poliziotti e orefici.

    RispondiElimina
  10. Gentil Signore
    Entendo seu ponto de vista. É natural e muito frequente que as pessoas não possam questionar as autoridades, como aconteceu com alguns outros casos (Sacco e Vanzetti, por exemplo). Quanto a criminalidade no Brasil, desculpe se o acusei injustamente de sarcasmo. Sou plenamente consciente que nosso país têm altíssimo índice de criminalidade, mas isso justamente é por causa de nosso sistema político repressor e escravagista. Como disse uma vez em Radio Poppolare, quando fui interrogado por Susanna Marietti, no Brasil a criminalidade é, sem dúvida, maior que na Itália, e a violação aos direitos humanos também. Mas isso não implica justificar as que são menores.
    Um abraço e acredite que foi um prazer conversar com O Senhor
    Carlos

    RispondiElimina
  11. Sinceramente mi pare un po' assurdo questionare una condanna penale per omicidio, considerato che in Italia esistono tre gradi di giudizio ed è un sistema che garantisce piena possibilità di difendersi a tutti i cittadini. Tra l'altro la DIGOS non è un apparato repressivo dello Stato italiano ma solo un reparto della polizia italiana che si occupa di antiterrorismo e anti-eversione cosa che fa anche il SISMI, servizi segreti di un paese assolutamente libero e democratico, cosa che forse non si può dire del Brasile... Definire il Vaticano un'associazione segreta poi, mi lascia sconcertato. Credo che la decisione di Tarso Genro sia indifendibile, anche in Brasile quasi tutti erano contrari a non estradare Battisti.

    RispondiElimina
  12. Inoltre non si trattava di consegnare Battisti al governo Berlusconi, ma al potere giudiziario che in Italia è realmente in dipendente dal potere esecutivo.

    RispondiElimina
  13. deveriam manda ele de volta.para ser julgado na italia.aonde ele matou,atirou em um dono de uma relojoeria que atè hoje veve na cadeira de roda.e agora esta ai no brasil como si nada forse.queria que a presidente lhi mandasse de volta.esse delinquente sem escrupulo.que coisa passou na testa de lula de dar asilo a esse tipo de gente.

    RispondiElimina