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Feijoada made em china


Chi poteva immaginare che un giorno, il piatto più famoso e tradizionale del Brasile, diventasse almeno in parte cinese? Eh sì, perché l’ingrediente principale, cioè i feijão-preto, vengono acquistati direttamente dalla Cina.

Nel 2012, il Brasile ha importato dalla Cina la stimabile cifra di 2,3 miliardi di dollari in prodotti agricoli, 4,5% in più dell’anno precedente. E si stima che quest’anno il Brasile dovrà comprare circa 200.000 tonnellate solo di feijão-preto.

Il motivo di tali acquisti é amputabile alla terribile secca che sta colpendo da quasi un anno il Nordest brasiliano e parte del Sud. Prima di comprare dai mercati cinesi il Brasile importava tali fagioli dalla vicina Argentina, ma un po’ perché anche in quel paese le condizioni climatiche hanno in parte danneggiato il raccolto, ma soprattutto per il prezzo elevato (il prodotto argentino costa in media 20,00 R$ per sacco in più), hanno fatto scegliere l’importazione dai loro amici cinesi.

Ma la Cina non esporta solo fagioli. Un altro prodotto tipico delle tavole brasiliane é il baccalà (bacalhau) e nel solo 2011 sono stati importati qualcosa come 200 milioni di dollari di baccalà cinese.

fonte: Folha.com

Ora, é ovvio che in caso di problemi climatici, se una raccolta va male bisogna trovare un modo di comprare tali alimenti da un’altra parte. Ma qualcuno molto ingenuamente potrà pensare:

“Bene, visto che importiamo fagioli “mais baratos” dalla Cina, ora avremo un prezzo migliore sul mercato. Oppure, nei vari scaffali dei negozi, troveremo i fagioli prodotti in Brasile e fagioli importati dalla Cina”. Ma non é affatto così.

Un chilo di feijão-preto costa dai 3,50 R$ ai quasi 10,00 R$ e in un anno il prezzo é aumentato di quasi il doppio. Inoltre, questi furboni di produttori, invece di separare i due tipi di fagioli e venderli separatamente, li mischiano insieme a tutti gli altri, così il consumatore finale non sa se sta mangiando fagioli brasiliani o cinesi. Ma pensate che a qualcuno interessi questo? In un servizio fatto dal Jornal da Band, tutti i consumatori intervistati, hanno apertamente dichiarato che a loro non gliene importa niente da dove provengano i fagioli, l’importante é che costino poco. Come dire che la qualità non ha importanza, ma solo il prezzo finale. E qui, come italiano, avrei molte cose da dire a riguardo, ma é meglio lasciar perdere.

A questo punto non posso far a meno di far notare che qualche anno fa girava una leggenda tipo “Brasil será o maior produtor agrícola do mundo na próxima década”. Caspita! Questo Brasile così importante, così grande, questo Brasile che dovrebbe sfamare il mondo intero, non riesce nemmeno a produrre ciò che i suoi abitanti mangiano. E poi mi parlano di sesta potenza economica…

Come direbbe il grande Totò: ma mi faccia il piacere!

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1 Commenti

  1. Senza voler dire che Lula doveva diventare lo sceicco sudamericano del petrolio, e nel frattempo in Brasile importa benzina, diesel, alcol e gas metano ad un prezzo maggiore di quello che paga il consumatore finale, con un danno miliardario (in dollari statunitensi) per il già asfittico Tesoro Nazionale.

    Mio nonno, che ha ripetuto otto volte la prima elementare, prima di essere cacciato da scuola, diceva: "Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare"

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