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Buon Natale!

Il magico Natale 
di Gianni Rodari


S'io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.

In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d'ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an'roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s'intende.

In piazza San Cosimato
faccio crescere l'albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l'albero del panettone
in viale Buozzi
l'albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.

Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all'albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l'albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.

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19 Commenti

  1. Tanti Auguri di Buon Natale, Franco!!! Rosanna

    RispondiElimina
  2. Auguri, Franco!

    Que em 2013 as diferenças culturais sejam menores e a paciência para aturá-las, maiores.

    :D

    Abração

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Allan, questa cosa delle "differenze culturali" mi assilla dal primo giorno che sono arrivato in Brasile. In parte é colpa mia, per non sapermi adattare a un radicale cambiamento, ma parte della colpa é anche delle persone che ho trovato, capaci solo di criticare l'Italia e gli italiani. Credimi, io provo a essere piú elastico e paziente, ma non é facile.

      Che l'anno nuovo porti serenitá e pace a tutti noi.

      Un grande abbraccio!

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  3. Xara', ma questa storia delle differenze culturali mi lascia un po' perplesso.
    Certo che esistono,ma io la maleducazione non la vedo come differenza culturale,la vedo solo come maleducazione.

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  4. Franco, potresti raccontare la storia di Dario Calistri, al quale sono stati chiesti in Brasile 300.000 reais per salvargli la vita in un ospedale privato di Ilheus Bahia. Veramente una vergogna questo fatto. Si dovrebbe a questo punto applicare il principio di reciprocità, visto che in Italia un brasiliano che abbia un incidente stradale verrebbe curato nel migliore di modi gratuitamente. Non mi sembra giusto che la famiglia chieda soldi piuttosto dovrebbe fare pressione sul governo italiano il quale dovrebbe farle al governo di Bahia al fine di ottenere per Dario cure gratuite. Ma il Brasile non era un paese ricco e il SUS meraviglioso ed efficiente? Ma che paese è il Brasile??? Tutto sorrisi ma poi ti fregano ad ogni piè sospinto...

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    1. Il dramma di Dario, a parte la fatalitá dell'incidente, é quello di essere venuto in Brasile senza una copertura sanitaria e la famiglia non ha voluto sapere di far curare questo povero giovane dal SUS. Sarebbe utile che per venire in Brasile fosse obbligatoria tale assicurazione, considerando la situazione sanitaria locale. O meglio ancora sarebbe, in casi come questi, che lo Stato italiano e brasiliano facessero qualcosa per portare un malato in queste condizioni in Italia, dove sicuramente avrebbe piú possibilitá di guarire senza spendere 120.000 euro.

      Sinceramente non ho idea se una cosa del genere fosse successa, per esempio, negli USA, dove lá la sanitá é quasi totalmente privata.

      Sulla qualitá del SUS preferisco non parlarne. Solo chi ha visto di prima persona come funziona la sanitá pubblica in Brasile puó capire cosa voglia dire affidarsi alle cure locali. Per gli altri non c'é spiegazione che renda.

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  5. Michele,il servizio SUS e' uno scandalo.
    Lula e Dilma ne magnificano la qualita' ma non pensano neanche lontanamente a farsi curare in un ospedale pubblico.
    Stefano

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  6. Per Michele devo dire che il principio di reciprocità in questo caso esiste. In Brasile se hai bisogno di cure puoi rivolgerti al SUS che è gratuito, brasiliani e stranieri sono tutti sullo stesso piano.

    Se poi la famiglia di Dario ha optato per una struttura privata questa è una loro scelta.

    Il Brasile ha mille più mille difetti, ma almeno su questo della reciprocità nel campo sanitario è nelle norme. Che poi il Servizio Sanitario Pubblico brasiliano faccia pena, questo è un'altro discorso.

    Per ora sono in ferie e non vado a fare approfondite ricerche in merito, ma ho notato che la stampa brasiliana non ha parlato per nulla di questo incidente.

    Anche le poche notizie che ho letto sulla stampa italiana sono abbastanza contraddittorie, poco chiare.

    Non ho trovato il nome della moglie di Dario. E visto che era sposato con una brasiliana non mi è chiaro dove avesse la residenza, e se si trovava in Brasile per un periodo di ferie o stabilmente.

    E neppure è chiaro il lavoro che faceva (in Italia o in Brasile). Normalmente le aziende hanno una assicurazione. Se aveva carta di credito, queste, nella maggior parte dei casi, coprono le spese di rientro in Italia.

    Al termine delle ferie (dove avrò cura di procurarmi ustioni di 2° grado e una grave indigestione di pesce) darò un'occhiata a questa storia, giusto per curiosità. Per togliermi i dubbi.

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    Risposte
    1. Leggo da La Nazione:

      "... Lui, disoccupato, non ha nessuna copertura assicurativa.

      Ecco, in estrema sintesi, il dramma di Dario Calistri, vittima di un incidente stradale in una città dello stato di Bahia, insieme a due giovani brasiliani. Pare stessero tornando da una festa. Giuliana Santos de Jesus, detta Juli, 21 anni, studentessa di biologia, è morta sul colpo. Sergio Mendez do Santos, anche lui ventunenne, brasiliano ma residente a Firenze, è in gravi condizioni. Dario è addirittura gravissimo. Lo mantengono in coma farmacologico perché ha le ossa del cranio fratturate e un’infezione polmonare: il cavalcavia da dove sono precipitati passa sopra un canale di scarico. Il ragazzo ha bevuto acqua di fogna.

      L’incidente è avvenuto vicino a Ilheus, sulla strada per Urucuca. Dario è lì perché ha una compagna brasiliana, Simona, e una figlia, Valentina, di tre anni. Sua mamma, Rita Betti, fa parte della segreteria dell’ufficio stampa della giunta regionale. E’ volata in Brasile ieri mattina. Ma più brutale è stato il modo con cui è venuto a conoscenza dell’incidente il babbo di Dario, Massimo Calistri, dipendente regionale in pensione. L’ha accompagnato in Brasile ed era in una casa, con Simona e la bambina. Non vedendo tornare il figlio, ha provato a chiamarlo al cellulare: gli ha risposto la polizia brasiliana. Un colpo al cuore. O una mazzata."

      Io non incolpo Dario per non avere un'assicurazione. Tutti gli anni che sono venuto in Brasile io mai l'ho fatta. Peró sinceramente non capisco la scelta della famiglia di portarlo in una clinica privata, sapendo che non avevano soldi. Anche in Italia se vai in una clinica privata devi pagare e, pur essendo il primo a criticare aspramente la sanitá pubblica brasiliana, prima di lasciar morire mio figlio avrei tentato di curarlo in un ospedale pubblico. Ma sicuramente avranno avuto le loro ragioni.

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  7. Mi ero dimenticato un particolare.

    Nella peggiore delle ipotesi, l'Ambasciata Italiana anticipa, obbligata per Legge, le spese per il rientro in Italia.

    RispondiElimina
  8. Franco e Stefano, la questione che io pongo all'attenzione del blog è la reciprocità del trattamento tra i cittadini dei due stati. E' ovvio che il SUS in Brasile non sarà mai al livello del servizio sanitario italiano (tra i migliori al mondo) ma quello che contesto è che qualunque cittadino brasiliano abbia bisogno di trattamenti medici sanitari di urgenza in Italia li riceve gratuitamente senza che debba umiliarsi a fare collette e raccogliere soldi. Di contro un italiano in Brasile non può evidentemente contare su qualcosa di simile, visto che sembra essere tutto a carico della famiglia, anche il trasporto nell'altro ospedale e l'intervento chirurgico perché sembra che nel SUS non ci siano le apparecchiature adatte per l'intervento salva vita di cui ha bisogno Dario. Come è possibile? Ma i brasiliani non si pavoneggiano di avere la sesta economia del mondo? Perché anche in Italia diamo per scontato che il Calistri non possa avere cure mediche gratuite? Non si dovrebbe pretendere qualcosa in più da un paese che pretende un seggio permanente all'ONU e che dà lezioni di economia ai paesi europei? Quelli stessi paesi dove un brasiliano riceverebbe cure mediche gratuite? Grazie per l'attenzione e auguri a tutti di buon anno!

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    Risposte
    1. Michele, parliamoci chiaro: il sistema pubblico di salute in Brasile é una merda! Se dovessi raccontarti come hanno trattato mia madre di 89 anni quando diventó paralizzata quando entró in coma penso che nessuno riuscirebbe a credermi. Ma come ho detto in un altro commento, solo chi conosce veramente il SUS puó capire cosa voglio dire.

      Il fatto poi che il Brasile sia diventato una potenza mondiale non significa che le cose qui vadano bene. I brasiliani si pavoneggiano di questo successo economico perché sono per la maggior parte molto ignoranti, perlomeno quelli che vivono qui, e non si rendono conto della realtá in cui vivono. Noi sappiamo valutare le differenze perché veniamo da una societá e da un mondo completamente diverso. Ma chi non ha mai visto altro che il proprio paesino e non si é mai mosso dall'interior del proprio Paese, non riesce nemmeno a immaginare cosa voglia dire vivere in un paese piú evoluto. Quindi non si puó pretendere molto da loro.

      Ma penso che questo dramma avrebbe potuto succedere anche in altri paesi dell'America latina. Se l'incidente fosse accaduto in qualche parte del Perù o del Cile penso che non sarebbe stato molto diverso. E sarei veramente curioso di sapere cosa succederebbe se avvenisse un incidente come questo negli Stati Uniti. Siamo sicuri che lí saremmo curati senza spendere una lira?

      Elimina
  9. Franco ti ringrazio dell'informazione ripresa da La Nazione, ma, parzialmente, confermi quello che ho scritto. Le notizie, sulla stampa, in merito all'incidente le si leggono solo in Italia. Ovviamente Facebook, Twitter o Linkedin non li annovero tra la stampa.

    E il fatto che Dario Calistri, Giuliana Santos de Jesus, e Sergio Mendez do Santos, non hanno nessun registro sulla stampa brasiliana e baiana in particolare, vista la gravità dell'incidente, e perché fa sempre notizia un'auto che cade da un ponte o cavalcavia (anche qui le versioni sono discordanti).

    So che alcuni penseranno che sono un freddo cinico, ed hanno ragione, ma vorrei capire tante cose. Come trovare, per esempio, in così poco tempo tanti traduttori per preparare la pagina di Dario Calistri. Sicuramente, per trovare tanti traduttori, avrà aiutato il fatto che il fratello di Dario è titolare della Andrix Web Agency.

    Ma come detto, rimando la mia curiosità ai primi giorni di gennaio, ponendomi la domanda su quali parametri l'ospedale privato di Ilheus ha stabilito il costo dell'intervento in così breve tempo ed in modo così preciso. Sembra che l'ospedale abbia scambiato il Dario Calistri per una casa da pitturare. Tanta vernice, tante ore, il costo è XX.

    Io sarò arretrato, ma credo che in questi casi i costi si valutano momento per momento, e non certo con un preventivo iniziale, come l'aquisto di un'auto.

    E precisando, per i lettori, che la Sanità Privata (quella dei Piani di Salute) non è poi così eccellente come si crede. Dietro le rutilanti facciate, uffici spaziosi e accoglienti, camere singole spesso si nasconde un'impreparazione che non ha nulla da invidiare dal SUS.









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    Risposte
    1. Tesi molto interessante, anche a me è sembrato strano che non ci fosse nulla sulla stampa locale, ma pensavo che fosse soltanto per disinteresse, nulla di più... Anche io ho notato tutte le lingue in cui è stato tradotto... Ma non ho voluto pensare che sia una truffa...

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  10. Sono la mamma di Dario Calistri,
    i vostri commenti mi fanno sentire una merda, ma purtroppo non è una truffa e mio figlio è stato definito dal medico cubano che l'ha accolto all'UTI di Ilheus come inoperabile, con il 10% di probabilità di sopravvivenza ma su questa con la quasi certezza di lesioni motorie e cognitive del 100%. Una donna vissuta a San Paolo per anni che ora vive in Italia ha fatto in modo che fosse visitato da un neurochirurgo che ha fatto il preventivo di 250.000/300.000 R$ per una lungodegenza (leggi possibilità maggiori di sopravvivenza) con possibile intervento. La storia ha poi avuto un epilogo diverso e per fortuna più favorevole, ma la mia domanda è: tu/voi avete figli ? Che cazzo vuol dire se la famiglia ha scelto di avvalersi delle cure del SUS ???
    Magari avessimo potuto semplicemente riportarlo a casa...
    Pensi che un cerebroleso con flebo e respiratore puoi metterlo seduto in aereo come se niente fosse ?

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  11. Cara Signora Rita,non si offenda, ma il suo commento é alquanto assurdo. Lei si sta arrabbiando con noi per quale motivo? Abbiamo per caso detto qualcosa di male o di sbagliato su suo figlio? A me non sembra proprio. Il nostro, per così dire, disappunto andava verso l'ambasciata italiana che, secondo noi, avrebbe dovuto fare qualcosa per portare suo figlio in Italia, senza bisogno di cercare aiuti esterni. Poi é ovvio che tutti noi possiamo solo avvalerci delle notizie che troviamo su internet. Se le cose sono andate diversamente sarebbe molto gentile da parte sua che ce le spiegasse in modo da chiarire ogni eventuale equivoco.

    A me dispiace tantissimo quello che é successo a suo figlio ma non deve incolpare noi per come si sono svolte le cose qui in Brasile. E per rispondere alla sua domanda: sí, io ho una figlia di 15 anni e mi auguro che la sua vita sia meravigliosa e piena di gioia.

    Tutti noi, che viviamo e conosciamo il Brasile, sappiamo cosa voglia dire "avvalersi delle cure del SUS" e le potrei raccontare mille fatti diversi per farLe capire cosa voglia dire entrare in un ospedale pubblico brasiliano. Ma penso che lei sappia giá certe cose.

    In ogni caso, se i nostri commenti la fanno sentire una merda, chiedo perdono da parte di tutti, la prossima volta staremo piú attenti a quello che scriviamo, o di chi scriviamo.

    Saluti.

    RispondiElimina
  12. Signora Rita
    Probabilmente la fretta nel leggere i vari commenti non le ha fatto comprendere appieno il significato di quello che è stato scritto, e che abbia letto di fretta lo si evince dalla risposta, scritta più in un momento di rabbia che di riflessione.

    Io non prendo le difese degli altri commentatori, che hanno espresso il loro punto di vista, per'altro in modo abbastanza corretto, è sufficiente leggere più attentamente i testi, e cercare di dargli quell'intonazione che non è facile rappresentare con un testo scritto, specialmente per chi non è un Manzoni o un Victor Hugo.

    Io personalmente, come residente in Brasile da anni, e quindi conoscendo discretamente bene la fame della stampa locale per sbattere il gringo in prima pagina, ho rilevato che in questo caso, e non si tratta di un fanalino rotto in un parcheggio, la stampa baiana è stata stranamente silenziosa.

    A volte accade che la famiglia richieda una certa riservatezza, ma questo avviene quasi sempre dopo che qualcosa è già apparso sulla stampa.

    Inoltre Bahia, ed in particolare la regione dove è avvenuto il tragico evento, è infarcita di italiani, e su nessun blog di questi è apparsa questa notizia, neppure per chiedere un aiuto economico.

    Quindi mi sembra ovvio che una persona di cultura medio-bassa come io sono si chieda del perché di questo silenzio. Niente di più.

    Non ritengo che il suo sfogo sia rivolto alla mia persona, ma è nella mia natura non lasciare sospesi, per questo ho ritenuto giusto spiegarmi, termino augurando a Dario un netto miglioramento, ma nello stesso tempo, in casi come questi, molto amichevolmente la invito a leggere con più calma i commenti, cercando di interpretarne il senso, e vedrà che il suo commento poteva essere diverso.

    Giancarlo

    blog il Mosta

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  13. Scusate me, in effetti il pc da cui ho scritto non mi ha consentito di leggere per intero alcuni vostri commenti e non avevo neppure capito che vivete in Brasile.
    Mi piacerebbe quindi molto avere qualche conferma in più da parte vostra e sono molto contenta di dirvi qualcosa di attuale. Non parlo portoghese e questo già fa la differenza nel muoversi, ma ho visto qualche tg alla tele mentre ero a Salvador e, visto come viene fatto il giornalismo mi sono stupita di non essere riuscita a sapere niente dalla stampa locale, i miei colleghi a differenza di me sapevano dove guardare ma non hanno letto alcunchè. Mi confermate che non ci sia menzione di tale incidente nella stampa locale ?
    Tante cose sono fumose ma ovviamente la priorità per me è sempre stata quella di riportare a casa Dario al meglio possibile.
    In 10 giorni all'ospedale di Ilheus gli sono state fatte solo 2 TAC e diversi analisi del sangue. Abbiamo cercato di farlo trasferire al Sao Rafael di Salvador già dal 5° giorno ma ci siamo trovati a combattere con rigidi iter sanitari e ci siamo riusciti solo la sera del decimo giorno trasportandolo con un volo sanitario a bassa quota.
    Niente clinica a Itabuna quindi, perchè i 40 km di strada sono in condizioni allucinanti e anche perchè intanto ci arrivavano notizie allarmanti in merito a costi/benefici di tale trasferimento.
    Intanto il preventivo di un volo sanitario per l'Italia era stato richiesto e anche questo era altissimo ma il problema non si poneva perchè volare in quota era ancora troppo pericoloso.
    Al momento del ricovero al Sao Rafael sapevano che era un ospedale particular ma non abbiamo esitato a firmare tutti i fogli che ci han dato...ognuno spera per i propri figli una vita meravigliosa e piena di gioia, ovviamente, e io signor Franco in quel momento volevo almeno una vita degna di essere vissuta per mio figlio, per la sua compagna e la loro bimba di tre anni e mezzo.
    Solo molti giorni dopo ho saputo che nella sanità pubblica della zona non c'è la neurologia per cui tale reparto del Sao Rafael rientra nel SUS.
    Mio figlio Andrea ha tanti amici un po' ovunque e anche con il loro aiuto ha cercato di far conoscere a quanta più gente possibile la tragedia che ci ha colpito. Sono fiera di lui e del risultato che ha ottenuto anche con le sue qualità professionali.
    Dario adesso è in Italia, dopo un primo periodo in terapia intensiva è stato avviato ad un centro risvegli per un lungo cammino di riabilitazione. Ha già superato un primo intervento maxillo facciale e dovrà farne altri che vengono classificati come estetici...non entro qui nei particolari ma prendo atto che forse fra non molto tempo il SUS non avrà più molto da invidiarci...
    Il bilancio fra circa un anno.
    Mi scuso per scrivere qui senza essermi registrata e ci tengo a dirvi che non abbiamo avuto modo di cercare là contatti con italiani perchè troppo assorbiti dalla necessità di "sopravvivenza quotidiana"
    Vi ringrazio comunque per la pazienza e l'attenzione.

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  14. Cara Signora Rita, mi creda, lei non ha nulla di che scusarsi. Dopo tutto quello che é successo con suo figlio é giá buono che non sia andata fuori di testa. Anzi, sono io che mi scuso per avere usato un tono un po' aggressivo rispondendo al suo commento.

    Io le posso assicurare che qui in Brasile non é stata data nessuna notizia in merito all'incidente di Dario. Penso che solo il mio, insieme a un altro blog, guarda caso sempre di un italiano che vive in Brasile, ha in qualche modo reso noto tale fatto. Nella stampa locale non c'é neanche l'ombra di qualunque notizia su suo figlio, nemmeno un piccolo trafiletto nei giornali di Bahia. Non ne sono sicuro, ma penso che ció sia dovuto al fatto che incidenti come quello accaduto a Dario sono all'ordine del giorno, ma potrei sbagliarmi.

    Quello che ha vissuto lei e suo figlio con la sanitá pubblica brasiliana per noi, che viviamo qui, sono cose di normale amministrazione. Ma mi creda, pur vivendo qui giá da alcuni anni, ancora adesso non riesco ad abituarmi. Qui la gente muore per non riuscire fare un esame in tempo e se ha la "fortuna" di essere ricoverato in un ospedale non é detto che esca con le proprie gambe. Ho avuto a che fare con la sanitá pubblica fin dal mio primo giorno qui in Brasile, causa una grave malattia di mia madre, e ho visto cose che non immaginavo che esistessero: ho visto una donna morire nel corridoio del maggior ospedale di Sorocaba solo perché non é stata assistita immediatamente; un medico, sempre di questo ospedale, si é letteralmente rifiutato di curare mia madre, entrata in coma per una ischemia celebrale solo perché mi riteneva maleducato; persone, giovani o vecchi, con dolori allucinanti lasciati senza nessuna attenzione in sala d'aspetto, nell'attesa di essere perlomeno visti da un qualunque medico, per poi venire curati con una semplice Novalgina o una flebo di Plasil; e potrei continuare ancora, ma non é questo il momento di parlare di queste cose.

    Mi creda, io sono veramente felice che suo figlio sia riuscito in qualche modo tornare in Italia. Se fosse rimasto qui per ancora un po' di tempo molto probabilmente ora potrebbe stargli vicino come sta facendo adesso. Vi auguro di cuore, sia a lei che a suo figlio, che tutto vada per il meglio e che possiate avere la vita che sempre avete sognato.

    Un caro saluto.

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