Il mio Instagram

header ads

Brasil parado

Brasil perde em inovação e não cresce como outros Brics, diz economista

O Brasil não tem um plano de inovação para manter o ritmo de crescimento em relação a Rússia, Índia e China, os países que formam os Brics, avalia o economista Marcos Troyjo, diretor do Bric-Lab, o laboratório de pesquisa sobre os Brics da Universidade de Columbia, nos Estados Unidos.

Segundo Troyjo, o Brasil precisa fazer uma “leitura melhor do mundo” e investir, pelo menos, 2,5% do seu PIB em pesquisas científicas.

“O desafio que os Brics enfrentam como grupo é manter o ritmo da inovação. O Brasil está crescendo menos que os outros países do grupo em termos de inovação e tecnologia. O país tem todas as condições financeiras e vontade política para isso, mas não tem um plano. E para ter um plano é preciso fazer uma boa leitura do mundo. Não acho que o Brasil faça uma boa leitura do mundo”, afirmou.

Troyjo participou do seminário “Brazil Innovation: A revolution for the 21st century” (Inovação no Brasil: Uma revolução para o século 21), semana passada, no Rio de Janeiro, promovido pela revista britânica "The Economist". Participaram investidores, empresários, membros de governos, universidades e organizações sem fins lucrativos para analisar os novos modelos de negócios, inovação e empreendedorismo.

O Brasil, segundo analisou o economista, não poderá tornar-se uma sociedade tecnológica se mantiver investimentos de apenas 1% do PIB em desenvolvimento científico.

“O lado ruim disso tudo é que o Brasil poderá ter uma performance abaixo da esperada para outros países dos Brics. A inovação não é uma questão só de querer, mas de haver mecanismos de incentivo”, declarou.

Troyjo, no entanto, citou iniciativas que considera ser “interessantes” como o PAC (Programa de Aceleração do Crescimento) iniciado no governo Lula, mas destacou que essa é apenas uma forma de compensar as demandas do passado no presente.

Isso é correr atrás do tempo e não olhar para o futuro. O Brasil tem de passar de uma sociedade criativa para uma sociedade inovadora”, disse.

Questionado sobre qual o papel que os Brics deverão desempenhar na governança global, Troyjo ainda se mostra cético. “Vejo hoje que o mundo vive um vácuo de liderança e não acho que nenhum país dos Brics tenha esse perfil de liderança”.

Já o editor da revista "The Economist" para as Américas, Michael Reid, afirmou não haver dúvida de que tanto China quanto Brasil vão se tornar países desenvolvidos até 2050, mas será algo que não ocorrerá de forma linear.

“Dependerá muito, sobretudo no caso da China, que tem um regime político autoritário. Ela terá de ceder à pressão política e social para se abrir. Já no caso do Brasil, o desafio será de investir mais em educação e em infraestrutura, além de reformar o sistema político para que tenha um Estado mais eficiente com menor carga tributária”, disse Reid.

fonte: UOL

Posta un commento

5 Commenti

  1. Troyjo, no entanto, citou iniciativas que considera ser “interessantes” como o PAC (Programa de Aceleração do Crescimento).., mi sembra di capire che questo Marcos Troyjo neppure sappia dove di trova il Brasile.

    Il PAC, il cui costo si è moltiplicato, non ha prodotto neppure il 2% dei progetti previsti, molti dei quali sono fermi e in rovina.

    Non commento il testo dell'articolo, in quanto è stato chiaramente scritto da una persona sotto effetto dell'acido lisergico.

    Ma sarà da ridere poco dopo la pagliacciata del Rio+20, quando Dilma dovrà decidere sul codice forestale. Se seguirà i dettami della terrorista Marina Silva che ha presentato un petizione con 1,5 milioni di firme, quando il giorno precedente le firme erano solo 70mila (la moltiplicazione dei pani e dei pesci è stata una bazzecola in confronto), in pochi anni, due o tre al massimo il Pil brasiliano scenderà negli abissi, riportando il Brasile dietro alla 30ª potenza economica mondiale. Altro che 6ª posizione davanti a Italia e Inghilterra.

    Con questo nero futuro, anche spendere il 2,5% del Pil per lo sviluppo scientifico, equivale ad investire per la ricerca meno di quello che investe il Burundi.

    Se le cose continuano di questo passo, per il Brasile, la vedo brutta. Se non cambia il governo e non vengono cacciati tutti i corrotti non ci saranno speranze per questa terra che ci ha accolto.

    RispondiElimina
  2. Io non ho capito poichè è scritto in portoghese, però dal commento postato sopra credo di aver afferato che il governo brasiliano ha deciso di destinare il 2,5% del pil alla ricerca, be io non so cosa possa cambiare... mi sembra strano che facciano una cosa simile...
    nel 2010 il pil cresceva del 7,2 credo, nel 2011 del 3% scarsi, nel 2012 dovrebbe ulteriormente calare...

    io sto seguendo molto la politica brasiliana perchè è un paese che sto seguendo con interesse, ma dopo che ho scoperto alcuni blog incomincio a pensare che forse forse per ora si sta ancora bene in Italia...
    ma se non in Brasile, dove trasferirsi per cambiare vita? U.S.A? Argentina? indonesia? Canada? australia?

    RispondiElimina
  3. Caro labo USA, tutto il mondo è paese, i primi tempi, quelli delle novità, sono tutte rose e fiori, poi passa il tempo e ti accorgi che le rose hanno steli con spine appuntite.

    Uno non deve scegliere il luogo dove andare, ma deve andare dove il destino decide.

    Io dovevo andare a Quito (Ecuador) dove avevo un posto di lavoro come guida italiana, per i turisti italiani, sia per le visite all'interno dello stato che alle isole Galapagos.

    Sono finito in Brasile, nel Ceará, dove la mia occupazione principale, quando le mie giunture arrugginite lo permettono e "capinar o quintal", raccogliere acerolas per il succo, vera bomba vitaminica, vigilare le bananiere e le piante di cocco appena piantate, curare amorevolmente le due piante di manga, e guardare i mamão diventare sempre più grossi e succulenti.

    Più avanti costruirò il pollaio, così avrò meno tempo da dedicare al computer. Dimenticavo, durante la stagione secca, quando scompaiono le zanzare mi faccio le mie tre ore di fofoca serale seduto davanti alla porta della mia dirimpettaia.

    Se dieci anni addietro mi avessero detto che avrei terminato i miei giorni in Brasile gli avrei dato del matto a chi lo diceva.

    Quindi non chiederti: "dove trasferirsi per cambiare vita?", ma segui il tuo cuore, non il cervello, segui la corrente senza tentare di remare contro.

    Vedrai che in qualunque posto ti fermerai a far riposare le vecchie ossa è quello che avevi sempre sognato. Anche se sarà pieno di spine.

    RispondiElimina
  4. Quell'articolo in questione l'ho ritenuto interessante perché dimostrava come l'arroganza di certi politici (e non solo)brasiliani sullo sviluppo e sulla crescita del Brasile erano e sono solo belle parole. Specialmente in un paese dove è stato definito da qualcuno (Stefan Zweig) "PAÍS DO FUTURO". Come può un paese pensare al futuro se investe così poco nella ricerca? Ma, a mio modesto parere di ignorante, io non penso al Brasile come a un paese futurista o tecnologico, ma a come un grande fornitore di materie prime, materie indispensabili per altri paesi. E poi penso, sempre da ignorante, che prima di spendere soldi per la crescita tecnologica e scientifica dovrebbe dedicare più spazio e più tempo (e più soldi) alla sanità e alla educazione. Perché che senso ha crescere tecnologicamente se poi non si hanno dottori o ingegneri che sanno usare queste risorse?

    Per quanto riguardo la scelta di vita, io concordo in parte con Giancarlo, nel senso che il più delle volte seguire il cervello, cioè fare delle scelte logiche e ragionate, non sempre va a buon fine, dato che il destino incombe sempre su di noi.

    Io riesco a capire che agli occhi di un italiano il Brasile suscita sempre un grande fascino, specialmente se abiti al Nord, durante qualche grigia giornata di nebbia e di freddo, chiuso in un misero ufficio con una montagna di lavoro da svolgere. Ma non dimenticare che il Brasile dei nostri sogni, quello delle spiagge, belle donne e clima tropicale, è COMPLETAMENTE diverso dalla vita reale che avrai tutti i qui giorni. A meno che tu non voglia andare a vendere banane sulla spiaggia, come ho letto in un altro blog sul Brasile. Se è questo il tuo sogno allora vieni pure senza problemi, ma se vuoi un po' di più dalla vita allora ti consiglio di valutare bene le cose.

    Anche perché pensa una cosa: il Brasile attira perché è un paese emergente, in crescita. Ma se è "emergente" vuol dire che è a un livello più basso del nostro. e se sta "emergendo" vuol dire che, per ora, è ancora a un livello basso. Sto solo analizzando un concetto di fisica, non è nulla contro il Brasile o affini. Ma ti assicuro che, una volta arrivato qui, mi sono accorto che l'Italia non è poi così male come pensiamo. Anzi, leggendo blog di altri paesi come Giappone, Norvegia, Canada ecc. mi sto accorgendo che in Italia alcune cose, prima fra tutte la sanità, è migliore di altri paesi più ricchi ed evoluti.

    Quindi il problema sulla scelta del miglior posto per vivere penso che sia molto difficile da risolvere.

    RispondiElimina
  5. Vi ringrazio per la risposta...

    be che dire, io non vedo il brasile solo come spiaggie belle donne sole e mare, ma proprio come hai citato, un paese con delle opportunità, poichè emergente, ogni giorno che passa, leggo diversi blog riguardanti il gigante del sud america, e be, anche se non ci sono mai stato, penso che non sia un paese definitivo in cui vivere, tuttavia, un paese dove transitare o fare esperienza lavorativa o volontariale, io sono amante della natura, sport estremi, corse automobilistiche, paracadutismo, sub, arrampiacata libera, e down hill, il che mi ha portato a vedere il brasile come strutturato ambientalmente, ad offire tutte queste cose a prezzi contenuti.... certo, per potermi dilettare in tutto questo avrei bisogno di un lavoro o di una rendita fissa... il che non è semplice...

    RispondiElimina