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Violenza nascosta


Ci sono alcune cose del Brasile che non riuscirò mai ad abituarmi. Leggo su G1 della Globo:

Garota foi agredida por colegas por causa de ex-namorado, diz mãe

In pratica cosa è successo? Una ragazzina di 14 anni (che chiameremo Carla, nome fittizio) fu trovata a Betim, Regione Metropolitana di Belo Horizonte (MG) in un lago di sangue, con numerose ferite e con parte del corpo bruciato. Secondo le ultime investigazioni risulta che, martedì 13, fu invitata da quattro sue amiche a fare un giro con loro. Durante il cammino, con la scusa di fare pipì, il gruppo deviò verso una piccola boscaglia. A quel punto le sue “amiche” diedero due mattonate sulla testa della povera ragazzina e con un coltello colpirono con ferocia il corpo di Carla. Furono in tutto 15 colpi, che le perforarono i polmoni e che le causarono danni alle ovaie tali da richiedere la rimozione di un ovario. Non contente di questo, tolsero parte degli indumenti di Carla, versarono sul suo corpo dell’alcool e le diedero fuoco.

Per fortuna questa ragazzina non è morta, e le sue condizioni ora sono stabili, anche se molto gravi.
Quello che mi lascia scioccato, al di là della ferocia dell’aggressione, è:
  1. il motivo di tale aggressione. Sembra che tutto ciò sia dovuto per un motivo di gelosia, dato che la vittima aveva una relazione con l’ex-innamorato di una delle aggressori.
  2. l’età dei soggetti. La vittima ha 14 anni, le sue amiche, alcune già interrogate dalle polizia, hanno in media 14 anni. Eppure hanno già un innamorato e fanno cose che neanche una persona adulta penserebbe di fare. Chiamatemi pure di bigotto, di “chato” o di quel che volete, ma io non permetto a mia figlia di 14 anni di avere un innamorato. Dove sono i genitori di queste ragazze?
  3. l’estrema violenza di questa aggressione. Capisco che la gelosia possa creare situazioni e azioni che lasciano a desiderare, ma c’è un limite a tutto. Se quelle ragazze volevano dare una lezione (in ogni caso ingiustificata) alla povera vittima avrebbero potuto limitarsi a qualche insulto, o al limite un calcio nel sedere. Ma qui è stata predeterminazione e ferocia allo stato puro. Non solo si sono unite in gruppo (tipica vigliaccheria di persone ignoranti), ma hanno pianeggiato l’aggressione nei minimi particolari, sia dalla strada da fare durante la passeggiata sia sul fatto di portare con loro alcool e fiammiferi.
  4. il fatto che le persone, in particolar modo i genitori, accettino tale violenza. Immaginate di veder vostra figlia di 14 anni colpita a morte con 15 coltellate o chissà che, con parte del corpo ustionato, e tutto questo per parte di alcune bambine di 13/14 anni, con l’intenzione di uccidere, bruciare e in qualche modo deturpare (vedi i colpi al basso ventre) una loro coetanea, probabilmente amica di scuola. Ora io non so voi, ma vi assicuro che se succedesse questo a mia figlia non aspetterei i risultati della Polizia e della Giustizia. Ci sono cose che vanno al di là del buon senso e della ragione. Invece qui in Brasile sembra che tutti accettino tutto. Perché una cosa è chiara: essendo gli aggressori minori di età, la Justiça brasileira non potrà fare niente di concreto contro di loro. Infatti cosa pensiate che sia successo? Pur sapendo chi ha aggredito questa bambina “que uma garota de 14 anos indicada pela vítima está apreendida na 2ª Delegacia de Polícia de Betim, em uma cela separada para adolescentes. Ela negou ter cometido a violência e vai ser ouvida por um juiz. Ainda segundo a polícia, outras duas adolescentes, de 14 e 15 anos, foram ouvidas e liberadas porque o tempo do flagrante já havia passado. Elas negaram envolvimento na agressão e apontaram um outra suspeita, que seria maior de idade, e ainda não foi localizada. “
Ora qualcuno dirà che questo è un caso isolato, che queste cose succedono raramente, ma non è così. Basta vedere il telegiornale alla sera o leggere un qualunque quotidiano per assistere a notizie come queste. In questo paese se provi a dare del cornuto a qualcuno perché ti ha tagliato la strada rischi di trovarti con una coltellata nello stomaco. Oppure venire pestato a sangue per futili motivi, per poi scoprire che gli aggressori erano per dipiù poliziotti, come è successo in una discoteca di Rio.

E’ inutile essere una potenza economica quando succedono fatti come questi. E’ inutile essere sempre sorridenti e gentili quando poi alcune persone (ma sono molte) commettono azioni come queste. A volte il Brasile mi sembra come quelle ricostruzioni scenografiche di Hollywood, dove, pur avendo un aspetto esteriore molto bello da vedere, basta aprire una porta e vedere che all’interno non è quello che sembra e che era solo una facciata per nascondere quello che c’è dietro.

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9 Commenti

  1. Perché hai intitolato il pezzo "Violenza nascosta"?

    Nascosta dove?

    Se a Betim, una delle zone "ricche" del Brasile, dove l'alfabetizzazione è discreta, il tenore di vita ottimo (grazie alla Fiat), accadono fatti come quello che ha descritto, cosa pensi che accada in altre località più povere, dove l'alfabetizzazione è inesistente?

    La Violenza Non È Nascosta, ma ben in vista. Uno semplice sguardo o un malinteso durante uno scambio di opinioni porta alla morte di uno dei contendenti.

    Il senso di colpa? Neppure sanno cosa sia, dato che già da piccoli, in famiglia, vengono educati alla vendetta, al non accettare soprusi.

    Un fatto storico che può dare una luce su questa contorta mentalità vendicativa.

    Tutti sono concordi nell'affermare che il padre di Virgolino (Lampião), José Ferreira, era una persona pacata, tranquilla, ordinata, e gran lavoratore. Una persona che evitava sempre qualunque mal intendimento. Anche i nemici della famiglia, riconobbero l'indole pacifica e lavoratrice dell'uomo.

    La madre era realista in rapporto all'ambiente in cui vivevano. Tutti gli storiografi affermano che José Ferreira disarmava i figli sulla porta di casa, mentre Dona Maria li riarmava sulla porta del retro, dicendo: "Mio figlio, questo non serve per appenderlo al chiodo. Non crebbi figli perché fossero avviliti".

    Poi sappiamo cosa è stato Lampião per un ventennio. Questa è tutt'oggi la mentalità di gran parte della popolazione. Quindi per titolo niente "Violenza nascosta" ma un più realistico "Dacci oggi il nostro assassinato quotidiano".

    P.S. Credevo che eri in sciopero!!

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  2. Concordo sul titolo poco azzeccato. Volevo essere un po' diplomatico ma ho finito per fare una magra figura. Ma al di là del titolo, benchè molta gente non voglia ammetterlo, a me questa violenza esagerata fa veramente paura. Accusano sempre noi italiani di essere "briguentos" o mafiosi, ma non è niente confronto a questo.

    Sciopero? E che cos'è? In più di 30 anni di lavoro non ho mai fatto un'ora di sciopero. E per cosa, per avere poi un calcio in culo da tutti. Ma, ocome dicono qui, fazer o que?

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  3. Ho parlato di sciopero perché era un paio di giorni che non ti leggevo.

    Ma saltando di palo in frasca, come mio costume, stavo guardando gli accessi ai vari post, e mi è tornato in mente il tuo commento del 03 dicembre 2011 10:21 su Miss Bumbum Brasile, dove hai scritto "è il post più letto di questa settimana".

    In effetti su una media di 20/30 letture per post, quelli su Geisy Arruda, Gheddafi stupra la sua guardia del corpo, il video hard di Belen Rodriguez, Eiaculatio precox hanno straforato le 500 leture, Gheddafi stupratore ha superato le 1000.

    Quelli che riguardano Berlusconi si stabiliscono tra le 150 e 200 letture. Solo quello sui famosi 2.500 euro sui libretti al portatore ha superato di poco le 500 letture.

    Tutti gli altri, che dovrebbero interessare, istruire, informare rimangono nelle retrovie, ben distanti dai top.

    A volte, visti questi risultati, mi domando se il mio impegno di fornire qualche informazione e commento sui fatti che accadono ne mondo ne vale la pena, o se è meglio dedicarmi al gossip più sfrenato e immorale, visto che sono le tette e i culi che fanno audience?

    C'è stato un periodo, molto vicino nel tempo, dove bastava inserire due o tre volte la parola "spread" (trucco che io non ho usato) in qualunque testo, anche il più idiota, per avere centinaia di accessi. Già questo mi dice il valore culturale della maggioranza dei lettori.

    Ricordando Perogatt, scomparso questa settimana, mi viene da dire la frase clou del suo personaggio più famoso (Calimero): "È UN'INGIUSTIZIA PERÒ".

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  4. Ciao Franco,
    in Brasile nel 2010 ci sono stati 50000 omicidi "registrati" , dato che porta ad un valore di 26,2 omicidi ogni 100000 abitanti.
    Un valore da zona di guerra.
    E non parliamo di quale valore verrebbe raggiunto se molte morti fossero classificate per quello che sono: omicidio.
    In Italia , nello stesso anno ,gli omicidi sono stati 730...
    Meno che in una delle medie cittadine di molti stati brasiliani.
    Stefano

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  5. Stefano, magari!! Magari fosse un dato da zona di guerra. Sarebbe troppo bello.

    Durante la Seconda guerra mondiale, su una popolazione di 1.900 milioni dei paesi in conflitto, sono morti meno di 72 milioni di persone, IN CINQUE ANNI. (http://goo.gl/ktN9A )

    Se i dati delle morte violente in Brasile fosse un dato da zona di guerra, sarebbe grasso che cola. Quasi un paese pacifico.

    Prendendo singoli paesi, solo nella seconda metà del secolo passato si sono avuti dati peggiori, come in Cambogia ed in alcuni piccoli stati africani. Ma si trattava di conflitti interni totalmente dissociati dalla violenza comune, legati alla follia politica (Cambogia) o 'pulizia razziale' in Africa.

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  6. Caro Giancarlo,la causa di tutto questo e' una societa' classista come poche sulla terra ed una polizia che piu' marcia non si potrebbe.
    I brasiliani sono trattati dal loro governo solamente in base al potere acquisitivo che hanno.quindi come consumatori non come cittadini.
    Stefano

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  7. basta di parlare male del brasile

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  8. Caro Anonimo, ti rispondo con una frase di Giulio Andreotti: "A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina".

    Io so che spesso vengo criticato per questo ma credimi, il mio non è parlar male. Il fatto che in Brasile esistano problemi molto gravi non significa che non si debba parlarne. Di conseguenza, non parlarne o fare finta che non esistano non significa parlarne bene.

    Credimi, vivo in Brasile, vorrei tanto che queste cose non esistessero. Ma ci sono, e chiudere gli occhi davanti a questo non risolve il problema.

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  9. Lo metto qui, non so perché ( http://bit.ly/H334iT ) Nota che ho lasciato il testo originale, cosi se lo pubblichi nessuno potrà dirti la solita scusa, ossia di guardare all'Italia che c'è di peggio.

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