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Come essere felici in Brasile


Ecco una guida semi-seria (ma neanche poi tanto) per essere felici in Brasile (ma può valere anche per altri Paesi extraeuropei). Quindi, per venire in Brasile e vivere felici dovete:

1. amare il caldo
Può sembrare una cosa ovvia questa ma è meglio tenerla presente. Quindi se per voi le giornate autunnali sono romantiche, se amate la differenziazione fra le stagioni, se non vedete l’ora che arrivi Natale per fare la settimana bianca a Cortina, allora è meglio che cercate un altro posto per vivere. Se invece amate il caldo, se per voi 35° è la temperatura ideale e volete il sole tutto l’anno (o quasi) allora il Brasile è il Paese giusto per voi;

2. avere poche pretese
Cosa vuole dire questo? Vuol dire che qui in Brasile, se ne avete le possibilità e le capacità, potete fare una vita degna di un nababbo. Ma io ho notato che di solito, le persone più felici sono quelle che hanno poche pretese, nel senso che non danno molta importanza ai soldi o alla vita mondana, e nemmeno ai problemi quotidiani. Li riconoscete subito perché hanno l’abitudine di dire: “Ma sì… in Brasile ci sono tanti problemi… ma qui c’è il sole tutto l’anno… c’è il mare… c’è il pesce buono… ecc. ecc. “ (NdA: come se queste cose non ci fossero anche in Italia!);

3. dare poca importanza alla cucina italiana
Questo è un dato di fatto. Come tutti gli italiani che hanno perlomeno fatto un viaggio all’estero, scordati la buona cucina italiana. O perlomeno la cucina come siamo abituati a mangiare in Italia. E’ vero che qui trovate molti prodotti italiani, quindi chi mastica un po’ di cucina avrà modo di arrangiarsi, ma ci sono alcuni prodotti che, se in Italia li trovate nel negozietto sotto casa, qui sono praticamente introvabili. Quindi, se amate il risotto al tartufo, se pensate che senza la mozzarella di bufala campana DOP non sapete vivere, se siete certi che senza l’olio extra vergine d’oliva della Riviera Ligure la vita non ha senso o che senza l’aglio di Voghiera i vostri piatti non avranno sapore, allora è meglio che rimanete in Italia;

4. ritenere che l’Italia sia allo sfascio e che sia uno dei peggior Paesi del mondo
Questo sembra che sia un requisito fondamentale pe vivere felici in Brasile (o in qualunque altro Paese al di fuori dell’Italia). Leggendo i vari blog, forum, siti, e chi più ne ha più ne metta, pensare che l’Italia riesca in qualche modo a uscire da questa crisi o addirittura credere che, in fondo in fondo, l’Italia non fa poi così schifo come sembra, vuol dire crearsi innumerevoli nemici virtuali e essere messi al bando da una certa comunità di italo-meio-doidos-filobrasiliani. Quindi se volete avere una vita sociale degna di Paris Hilton e essere ammessi nei vari Club “Italia allo Sfascio” evitate di dire in pubblico che l’Italia ha qualche possibilità. Il vostro motto dovrà essere “Sono italiano… ma mi vergogno”;

5. accontentarsi di poco
Questo si rifà un poco al punto 2. Accontentarsi di poco vuol dire che sì, le cose possono anche andare bene qui, forse anche meglio di quando stavate in Italia, ma di solito chi viene qui ama una vita semplice e tranquilla. Non per niente il sogno di molti, quando tornano a casa stressati dopo una lunga giornata di lavoro nel rigido inverno di dicembre, è quello di andare a vendere banane in una spiaggia tropicale. Nessuno sogna di fare il manager a Detroit o di lavorare alla Daimler di Stoccarda (anche se a questi livelli chiunque accetterebbe a occhi chiusi), Quindi venite in Brasile…

6. se amate la vita semplice
Io penso che il profilo ideale del felice abitante brasiliano sia quello di una persona semplice, che ami una vita tranquilla a contatto con la natura, che non abbia troppe pretese in fatto di vita quotidiana, che non si senta un emarginato senza l’ultima creazione di Armani, che non se la prenda se vede alcune cose fuori posto o diverse da come erano in Italia. Se venite qui dovete amare di passeggiare sulla spiaggia alla sera col vostro cane (stando però sempre molto attenti ai numerosi assalti che avvengono quotidianamente) o di bere una cerveja gelata insieme a uno espetinho di carne. Ma soprattutto, NON venite in Brasile…

7. se non siete dei fanatici dell’efficienza e della organizzazione
E’ inutile negarlo. I brasiliani sono un popolo meraviglioso, ma efficienza e organizzazione sono due parole che non fanno parte del loro vocabolario. Vi potrei citare numerosi esempi di persone che, pur essendo adorabili e grandissimi lavoratori, in fatto di organizzazione sul lavoro sono pari a zero. Forse perché c’è questa calma apparente che regna su tutto il Paese, forse perché c’è questa tipica mania di dire “tanto faz” e di non dare molta importanza ai particolari, ma vi assicuro che, se siete una persona organizzata e pignola, qui rischierete di avere il fegato ingrossato in poco tempo. Però, venite in Brasile…

8. se amate il cocco e il latte condensato
perché qui lo mettono da tutte le parti. Non è una critica alla comida brasiliana, che tra le altre cose io la trovo ottima. Sicuramente anche noi italiani avremo le nostre manie alimentari. Ma è pur vero che qui non esiste dolce senza l’aggiunta, più o meno abbondante, di questi due ingredienti, il che rende i golosi come me un poco in difficoltà. Un consiglio spassionato: prima di venire in Brasile imparate a cucinare. Avrete molti meno problemi in seguito.

9. non volete cambiare le cose
Cosa voglio dire con questo? Significa che in ogni caso sarete degli stranieri in terra straniera. E vero che i brasiliani sanno accogliervi a braccia aperte e sono piuttosto disponibili nell’accettare nuove culture, ma non dimenticatevi mai che non sarete più in Italia. Qui ci sono abitudini diverse, leggi diverse, cibi diversi, colori diversi. Anche il cielo e l’aria qui è diverso che in Italia, quindi sarete voi che dovrete abituarvi al Brasile, non il contrario. Se decidete di cambiare Paese dimenticate il vostro Paese d’origine, nel senso che non potrete dire o pensare “Ma in Italia si fa così”. Qui non è l’Italia, quindi abituavi fin dall’inizio ad accettare tutto quello che vi viene fornito dal Brasile, sia le cose buone che quelle cattive. Se volete vivere alla moda italiana rimanete in Italia. Questo è un ottimo consiglio per non soffrire quotidianamente la nuova vita che inizierete qui. Perché, se venite in Brasile, iniziate a…

10. pensare a una nuova vita
Cogliete l’occasione che “mollate tutto” a approfittate per iniziare una nuova vita. E’ chiaro che, se siete maestri pasticceri o dei meccanici provetti, e vi piace il vostro lavoro, qui avrete buone occasioni per continuare a farlo, forse anche con maggiori prospettive. Ma se fate un lavoro comune, se quando eravate in Italia il vostro perenne pensiero era “io non sono fatto per questa vita”, se avete una passione per qualcosa o pensate di riuscire in quella determinata attività, allora mettete in pratica i vostri sogni e provate a fare quello che avete sempre voluto. E’ rischioso, certo, ma un’altra occasione così non vi capiterà facilmente. Quindi abbiate coraggio e seguite i vostri sogni, cercando però di rimanere con almeno un piede piantato per terra, perché è vero che i sogni sono importanti, ma senza qualcosa di sicuro la vostra vita può diventare un vero inferno, e senza la pancia piena i vostri sogni possono diventare degli autentici pesadelos. Però vale la pena provare.


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27 Commenti

  1. Punto 4 “Sono italiano… ma mi vergogno” non sarà mai un mio lemma. Io sono italiano, e come diceva una canzone di tanti anni addietro, sono un italiano vero.
    Mi trovo in Brasile e amo il paese e la sua gente, ma odio la classe politica, e non lo nascondo. Ma sempre sono orgoglioso di essere italiano. Questo nessuna comunità di italo-meio-doidos-filobrasiliani potrà togliermelo. Possoo offendermi, attaccarmi, oltraggiarmi, "bannarmi", ma al contrario dei giunchi del noto criminale Battisti, che si piegano alla tempesta, io mi spezzo, ma non mi piego.

    Punto 1. Generalmente il sole la fa da padrone, ma quest'anno è stata una tragedia, in piena stagione secca, dove non dovrebbe cadere un goccia d'acqua neanche nei sogni, sta "serenando" quasi tutti i giorni.

    Punto 7. L'organizzazione. Devo riconoscerlo, i primi tempi sono stati duri, quasi impossibili, mai il pettine nello stesso posto, abituato alle tavole patronali, dove ognuno ha il suo posto a secondo del peso familiare, qui sono rimasto esterrefatto, ciascuno si siede dove capita, molti anche per terra. L'unica parvenza di organizzazione della mia casa è che il mio posto a tavola è inamovibile e il mio cassetto al lato del PC è off limits, su tutto il resto ho dovuto cedere.

    Hai comunque dimenticato di informare gli incauti navigatori che dovranno saper distinguere tra la novella delle 7 e quella delle 9, che il mercoledì è peggio che in Italia.

    Ti leggo sempre volentieri. Sei forte.

    Giancarlo
    http://ilmosta.blogspot.com (link di pubblicità per il mio sito, poiché la pubblicita non fa male)

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  2. 4. purtroppo devo darti ragione. Ho conosciuto molti italiani che pensano proprio che l'Italia sia una m...a e se provi a dimostrare il contrario ti danno contro in tutti i modi possibili. Quello che è strano è che per la maggior parte questi "italiani" vivono nel nordest del Brasile (Salvador, Natal, Recife, ecc). Sarà l'aria di mare che gli farà male, vai a saber!

    Marco

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  3. @Giancarlo
    grazie per i complimenti. Mi ero dimenticato che per venire qui devi amare le novelas,ormai divenute simbolo del Brasile insieme al samba e alle noci di cocco. E non preoccuparti per la publicità: oltre a essere ben accetta ti ho già inserito da tempo tra i miei blog preferiti, e forse è per questo che hai ricevuto ultimamente visite inappropriate...

    @marco
    grazie per la visita. In effetti quello che hai detto è vero. Molte delle critiche che ho ricevuto vengono proprio da quelle regioni. sarà che il freddo del sud faccia ragionare meglio? Abraços

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  4. bando di nulla facente andade a lavorare,falliti !!!!!!!!

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  5. Come volevasi dimostrare, ecco la prova di quello che ho detto. Anche se ti sei firmato come anonimo, noi ci conosciamo già, vero? E solo a titolo di cronaca, io lavoro tutti i giorni, sabato compreso, dalle 8.00 alle 18.00, quindi...

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  6. Io amo l'italia perchè somo Italiano,ma vivere lontano dalla mia Patria non mi da per niente fastidio,so adattarmi a tutte le situazioni.
    Anche perchè quando sono fuori dall'Italia e vedo qualcosa di storto, mi fermo e dico: "Yutto il Mondo è un Paese"....
    Buona serata e un Saluto dall'Italia a tutto il mio Amato Brasile. :-)
    Vincenzo Gagliardini

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  7. Un lieve off-topic per commentare l'anonimo del 4/11 h12:31.

    Quello che non mi piace di Blogger, la piattaforma attualmente da me utilizzata, e che nei commenti non mi fornisce l'IP, come faceva Wordpress, dove leggendo la lista degli IP che mi commentavano sbottavo in risate da pisciarmi addosso.

    Persone che commentavano e poi si auto-rispondevano cambiando nic, o altri che dicevano "Non conosco Caracas" ma scrivevano con un IP di Caracas. Giornalisti (pseudo) che mi contestavano i commenti, prima con il nic ufficiale, poi ampliavano il discorso con altri nic, come per dimostrare che la maggioranza era contro di me.

    Credetemi, uno spasso. Poi le problematiche tecniche (Aruba docet) l'incompetenza del provider locale e la velocità, mai superiore ai 250 kbyte, mi hanno convinto a risparmiare questi pochi Euro di Aruba, e tornare a Blogger, che ha molti problemi, ma almeno è gratis, ma ha posto fine al divertimento.

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  8. Quello che a me da fastidio non é tanto l'anonimato, né le offese che scrivono, ma il fatto che si spacciano per persone diverse. Ho ricevuto commenti "poco graditi" da italiani che si spacciavano per brasiliani, come non fosse possibile capire la differenza. A me capita molte volte di incontrare articoli o post che non sono d'accordo, ma in quel caso ignoro quel blog o quel sito e il gioco é fatto. Anche perché se leggo delle "bobagem", e mi capita molto spesso, poi chi sta male sono io, perché mi arrabbio moltissimo a leggere certe cose. Quindi, per evitare di rodermi il fegato, smetto di seguire quel determinato blog e il gioco é fatto. Invece ci sono persone che godono a rompere le balle al prossimo. Pena per loro.

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  9. Franco hai pienamente ragione su questo. Concordo.
    Vincenzo.

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  10. Standing ovation!
    Concordo quasi su tutto.
    Discodo lievemente sul primo punto:l'inverno nel sud del paese ha dei giorni che non sono facili... per il freddo!mai sentito tanto freddo come in BRasile (sembra una barzelletta).
    Per il resto il Brasile ha molti lati positivi,e' un paese in un cammino evolutivo deciso,vanno gestiti alcuni aspetti poco simpatici.
    La sicurezza in primis (una delle peggiori polizie del pianeta),e un livello di approssimazione che cercano di venderti come super efficienza.
    Ammiro profondamente i brasiliani,sempre ottimisti, mai lamentoni (come noi italiani che piangiamo sempre) e che riescono a sopportare da sempre uno stato che tende sempre di piu' a trattarli come consumatori non come cittadini.
    Stefano

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  11. Questo "paradosso" del freddo é vero, perché anch'io, che abito nel Suleste do Brasil, in inverno soffro come non mai, forse perché qui in Brasile le case non hanno il riscaldamento (e questo per me é un mistero dato che nel Sud fa veramente freddo). Peró appena inizia la primavera io soffro ancora di piú dato che non sopporto il caldo.

    Um abraço.

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  12. Ciao Franco!
    Io l´unica cosa che non sopporto è il punto 7, la mancanza di efficienza.
    Mi è capitato, più di una volta, con i tecnici (idraulico o con il tipo che mi ha consegna gli elettrodomestici).
    Tu li chiami e quelli ti fissano l´appuntamento per i giorni successivi, però non ti dicono a che ora vengono: semplicemente durante "horário comercial", dalle 8 alle 18. Quindi tu sei obbligato a stare in casa tutto il giorno ad aspettarli. Poi, alle 17:30 non si sono ancora palesati e allora li chiami per sapere a che punto sono e ti dicono che non verranno quel giorno perché hanno avuto un problema.
    Una volta, è stato bellissimo, è venuto l´idraulico intorno alle 10:30. Lavora una mezz´ora poi mi dice "vado in macchina a prendere un attrezzo". Va bé, il tempo di scendere e risalire, ci vogliono 5 minuti. E´ ritornato alle 13:30!!!
    Cosa facciamo, ci incazz..mo o la prendiamo a ridere?
    Abraços!
    Andrea

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  13. Concordo su quanto hai scritto.
    Ho conosciuto molte persone del punto 2, dove proprio passeggiare sulla spiaggia col cane era il massimo della vita per loro. Oppure un'altra che, vedere i propri figli camminare scalzi era la maggiore felicità. Buon per loro, non c'è dubbio, ma sono contento di avere altre idee riguardo la felicità.

    Saluti.

    Marco

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  14. sei simpaticissimo! complimenti! ti seguo sempre.Vivo in Italia, (forse dovrei vergognarmi...) amo il Brasile ( non sopporto il caldo) a comida e muito gostosa ( sono gia grassa)amo la vita semplice ( per fortuna) sono pignola ed esigente con idraulici, elettricisti ecc...(ahi!)EWIWA TE IL BRASILE E I BRASILIANI ci sono stata ed e stato tutto fantastico! che dire: tanto faz!

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  15. Ti ringrazio molto per i complimenti. Ma anche tu, in quanto a simpatia, non scherzi. Sei molto simpatica e allegra. Sicura di essere italiana?

    Abraços.

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  16. Meu querido Franco, ebbene si confesso : sono italiana! Tanta saudade no meu coraçao...Nessuno sa raccontare il Brasile come te cosi semplice, cosi chic, con i suoi colori e la sua gente. Continua cosi...SEI GRANDE!!!Abraços Rosanna

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  17. Franco,

    Desculpe dizer, mas você é um previsível italiano que procura encontrar a Itália onde quer que vá: o mesmo clima, a mesma comida e se bobear até mesmo o dialeto.
    Com todo o respeito, por que você saiu da Itália, se faz questão em ter as mesmas coisas que tinha no seu país?
    É óbvio que em nenhum outro lugar do mundo você irá encontrar o que você tinha no seu país. Caso você ache isso, é óbvio que você irá se frustrar com o que vai te faltar, mas daí culpar o país em que está te hospedando por essa falta, já é demais, você não acha?

    Jéssica.

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  18. Cara Jessica,
    a me non sembra di dare la colpa al Brasile per queste mie piccole mancanze. E' vero che sono un po' restrittivo come idee e che dovrei forse pretendere meno dal tuo Paese e dai brasiliani in genere, però se guardi bene sono solo dei semplici desideri che, se fossero realizzabili, mi renderebbero un poco più felice.

    Ma non credere che sia l'unico a sentire "falta" di qualcosa. Se, come penso che fai, vai a leggere i post di alcuni blog di brasiliani che vivono in Italia, leggerai cose incredibili sul fatto che in Italia non si usa collocare il "ralo" in cucina e in bagno, come se questa fosse la cosa peggiore che possa succedere. Oppure interminabili reclamazioni sul fatto che in Italia non c'è il "chuveiro" ma solo il "chuveirinho", dimenticandosi che in tutte le case italiane c'è la "banheira", cosa che qui in Brasile hanno solo i ricchi. Oppure puoi leggere tanti reclami per la mancanza del "tanque". E potrei continuare ancora per molto.

    Quindi come vedi la mancanza di piccole cose non sono solo io che le sento, e gli stessi problemi che ho io nel tuo Paese li hanno tutti i brasiliani che vivono in Italia. Ma questo non ci impedisce di amare questi due magnifici Paesi.

    Abraços

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  19. Caro Franco,

    Concordo que são opiniões pessoais suas, mas lembre-se que você postou em tom jocoso, como por exemplo "a alegria do brasileiro é levar o cachorro para passear na praia", "não pretender muito", "contentar-se com pouco" ou "não sermos práticos e organizados"... todos esses pontos que você levantou, nada mais são do que críticas ao nosso país, a nossa cultura e a nossa tradição, que NÃO é melhor NEM pior do que a sua, é apenas diferente.
    Sim, é verdade que os brasileiros sentem falta de algumas coisas que na Itália não tem. Mas todos esses que você citou: ralo, chuveiro, tanque, etc., são "objetos". Não falamos do modo como vocês se comportam, se exigem muito ou pouco da vida para serem felizes ou se colocam mirtilo em tudo.
    Para mim é inconcebível um estrangeiro que vem ao Brasil, que é sempre bem tratado, que escolhe morar aqui, ainda reclamar.
    É bem verdade que muitos brasileiros, escrevem posts em seus blogs, falando bem mal da Itália e dos italianos, mas lembre-se que ainda temos uma "justificativa". Os brasileiros, assim como os marroquinos e os albaneses, são vistos como desordeiros, prostitutas (para as mulheres) e mortos de fome. O falar mal da Itália, para alguns brasileiros donos desses blogs, serve como um "escape", porque aguentar todo o preconceito e desprezo que recebem de muitos de vocês e ficar calado, "altro che corrodere il fegato!".
    Já você, se fala mal do Brasil, é porque não tem respeito pelo nosso povo.

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  20. Cara Jessica,
    forse non sono stato chiaro quando ho scritto questo post, oppure tu hai frainteso qualcosa. Il titolo avrebbe dovuto essere "Come uno straniero può essere felice in Brasile" e sinceramente in quello che ho scritto non mi sembra di aver parlato male del tuo Paese. D'altronde ci sono alcune cose che fanno parte proprio di noi, che ci piacciano o meno. Per esempio è vero che noi italiani, confronto a voi brasiliani, siamo "grosseiros", ma è anche vero che voi brasiliani siete poco organizzati.

    E forse TU non parli di come noi italiani siamo, ma ti assicuro che in tutti i blog brasiliani io leggo critiche e critiche su di noi. Non sto dicendo che parlano male, ma critiche le fanno.

    E se tu pensi che facciano questo solo per una forma di difesa per tutti le ingiustizie che subiscono (?)ho paura che tu non abbia le idee chiare.

    Inoltre, siccome vivo in Brasile, non posso reclamare niente? Forse tu sarai abituata alla dittatura e alla censura, ma io grazie a Dio quelle cose non le ho vissute, e come so riconoscere le cose buone e parlare bene del Brasile, so anche vedere le cose che non vanno e fare alcune critiche.

    Poi, se a qualcuno da fastidio o non piace quello che scrivo, può benissimo smettere di leggere questo blog.

    Abraços

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  21. Caro Franco,

    Graças a Deus também não vivi na ditadura, nasci quando ela estava acabando. As minhas críticas são tão e somente para defender a minha pátria, a qual você fala a respeito neste blog.
    Sobre as injustiças que os brasileiros sofrem, minhas ideias são bem claras, desse assunto eu entendo bem, pois vivi na Itália e senti na pele o preconceito e o desprezo que os italianos sentem por qualquer extracomunitário.
    Sim, você pode reclamar, todos nós temos o direito de fazê-lo, somos livres, mas lembre-se que um blog é um instrumento de opiniões, suas e também a dos leitores que aqui vêm.
    Se você diz que *não* escreveu as coisas que escreveu para detonar o Brasil, eu acredito, desculpe, mas foi isso que me pareceu ao ler o seu post.

    Um abraço,

    Jéssica.

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  22. Prezada Jessica, amo il Brasile da una vita e per questo ho avuto amiche brasiliane; persone serie lavoratrici, educate. Invita a pranzo la loro famigliain otto: si presentano in venti in casa dappertutto!!! CHE ALLEGRIA!!Mai avrei immaginato in tanti anni di amicizia e rispetto che in Italia falta ralo, chuveiro,tanque. Scopro tante cose interessanti nei vari blog brasiliani e come ci vedete. Mi riconosco e mi faccio un sacco di risate! Anche a me al mio paese, mi è capitato di ristrutturare la mia casa e l'idraulico, il muratore ecc.. PAZZI. il piastrellista se ne era dimenticato..l'imbianchino poi...INEFFICENZA TOTALE.Quindi c'è solo scambio culturale per me. Obrigada. Rosanna.

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  23. sei solo un povero paesano...torna in Italia ...

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  24. Meglio paesano che imbecille, non credi?

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  25. caro Franco,vivo a fortaleza ed è la prima volta che scrivo in questo blog.Sappiamo che l'italiano è un lamentatore di natura (salvo poche eccezioni).Tu sei partito dall'italia per i tuoi motivi giusto?sei arrivato in brasile e hai nostalgia dell'italia ti mancano le cose avevi il clima ecc.ecc.e mi chiedo se mentalmente eri pronto per il cambio di vita.Ma credo che come ti lamentavi in italia continui qui,questo fa capire che non sei venuto in brasile di tua spontanea volontà,ma almeno non fare i paragoni su un blog può essere offensivo per il popolo che ti ospita,e poi dimmi:in italia hai lasciato qualcosa migliore (nel senso di tenore di vita olavoro).

    ciao Filippo

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  26. Caro Filippo,
    prima di tutto benvenuto in questo blog. Fa sempre piacere conoscere gente nuova.

    A me non sembra che noi italiani ci lametiamo molto. E' ovvio che, con il governo che abbiamo, c'è ben poco da stare allegri, ma in linea di massima mi sembra che accetiamo quello che ci viene dato. Personalmente io in Italia mi lamentavo solo di guadagnare poco (900 euro), ma per il resto non avevo problemi.

    Come hai giustamente detto io sono venuto in Brasile per motivi miei, e forse non ero veramente pronto per questo cambio di vita. Ma in ogni caso a me non sembra di offendere qualcuno. Che in Brasile ci siano tanti problemi lo sanno praticamente tutti e che i brasiliani non siano un esempio di virtù lo si può vedere tutti i giorni. E solo perchè vivo in questo paese dovrei far finta di niente e dire che qui è il Paradiso? Io sono abituato a dire quello che penso, senza offendere qualcuno, e come tanti brasiliani si lamentano di noi italiani io mi lamento di alcune cose che vedo e che mi sembrano, per così dire, sbagliate. E questo può essere la fila al supermercato come la classe politica di questo paese.

    I paragoni li faccio perchè trovo giusto farli. Senza malizia nè cattiveria. E' solo un modo di dire "In Italia è così mentre in Brasile è cosà". Io faccio solo notare le differenze. Se poi qualcuno vede in questo qualcosa di sbagliato o negativo ti assicuro che non era di mia intenzione.

    Per quanto riguarda la tua ultima domanda ti posso dire tranquillamente: no. In Italia non facevo una vita migliore. Ma non la faccio nemmeno qui. La mia vita sociale, culturale ed economica non è cambiata venendo qui in Brasile. Non sono uno di quei tanti italiani che sono venuti in Brasile per investire migliaia di euro comprando pousadas o appartamenti. Io sono partito con meno di 5.000 euro e sono venuto a vivere con la mia famiglia. Il mio tenore di vita è lo stesso che in Italia. L'unica differenza (e non è poca) è che qui riesco a vivere con mia moglie e mia figlia, grazie però all'aiuto della sua famiglia, mentre in Italia, con 900 euro al mese, non potevo. Quindi questo se vuoi è un miglioramento. Ma non è grazie al Brasile che io riesco a questo. E' grazie al mio lavoro e all'aiuto che la famiglia di mia moglie ci sta dando.

    Quindi se io qui riesco a vivere non devo ringraziare il Brasile o il popolo brasiliano, ma solo le persone che ho trovato e che mi hanno aiutato (e anche al fatto che non ho nessuna paura di lavorare 9 ore al giorno compreso sabato e domenica mattina). La realtà è questa. E non mi sembra che mi stia lamentando o criticando il paese che mi ospita (che poi anche questa espressione andrebbe riveduta e corretta, ma non è questo il luogo adatto per farlo).

    Un saluto e un abbraccio dallo Stato di Sao Paulo.

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