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Será que os Brics podem salvar o mundo?


Poco tempo fa, qualcuno, in questo blog, ha dimostrato, con argomentazioni fondate solo sul “sentito dire”, di avere una propria avversione verso l’Italia, specialmente ora che sta avendo un periodo di crisi. Perché è chiaro, finché un italiano o un europeo in genere viene in Brasile come turista portando denaro nelle tasche dell’economia brasiliana va tutto bene, ma quando le cose s’invertono allora sorgono problemi. E sempre questo “qualcuno” , solo perché i Paesi del BRIC, di cui il Brasile fa parte, hanno deciso di aiutare i Paesi dell’Europa per uscire da questa terribile crisi, ecco che si sente forte abbastanza da alzare la voce asserendo, con una chiara nota di prepotente orgoglio (prepotente perché ora si sente più forte) “… deveremos ajudar a injetar dinheiro na economia da tua "super potencia" de paìs.”.

Bene, a parte che io, pur essendo italiano, sono il primo ad affermare che il Brasile non dovrebbe aiutare l’Europa come sta facendo la Cina, perché dovrebbe prima pensare ai suoi problemi interni, che ne ha molti, posso tranquillizzare tutti quelli che temono questa decisione del governo brasiliano, a tutt’oggi non ancora avvenuta.

Tranquillizzare perché, sembra, che il Brasile non intenda aiutare l’Italia come la Cina (a fronte di pagare il credito cinese in cinque anni con un interesse annuo del 5,6%, molto, ma molto minore del juros applicato dalle Banche brasiliane ai suoi cari connazionali), ma “… uno degli interventi possibili per il Paese del samba sarebbe quello di aumentare le sue riserve internazionali attraverso l’acquisto di obbligazioni in euro, investendo in primis in quello che è considerato il Paese più solido, la Germania, e nella Gran Bretagna, nonostante non faccia parte della zona euro.” Questo si legge da Panorama di questa settimana.

Ma il settimanale italiano non é l’unico ad affermare questo. Secondo l’autorevole  rivista brasiliana di economia Valor, “… Nos filmes é sempre a América que salva o dia, mas sem uma nova safra de super-heróis e uma economia que não enseja superpoderes, a liga do terceiro mundo, elegantemente rebatizada de Brics (Brasil, Rússia, Índia, China e agora África do Sul), aparece para "salvar o mundo", ou melhor, a parte velha dele. Essa é uma visão que se pode dar a intenção dos Brics de ajudar os endividados governos europeus a sair da beira do precipício. Puro marketing

… Mas no lado prático da coisa, diz esse mesmo economista, um ponto precisa ser bem definido, ainda mais se o Brasil resolver tomar parte na liga da salvação. Quem vai garantir o dinheiro investido?…

No caso especificamente brasileiro, qual a vantagem? Remunerar reservas? Ou apenas fazer marketing com dinheiro do contribuinte? "Tem que olhar para esses papéis como qualquer outro 'junk bond'. O que parece barato pode ficar ainda mais barato", diz o economista.

Olhando para a China, a figura é um pouco diferente. Primeiro, porque a China tem bala para resgatar sozinha um país inteiro com US$ 3,2 trilhões em reservas.

… O país asiático pode, de fato, fazer a diferença no resgate de uma economia como a da Itália. Já o Brasil, embora possua não desprezíveis US$ 350 bilhões, pode ficar fora disso.

"Enquanto for só uma jogada de marketing, tudo bem. Mas agora meter dinheiro nosso lá...", diz o professor, lembrando que as reservas têm de representar total liquidez e que elas não existem para comprar títulos com elevado risco de calote.

In un altro articolo si legge: “Primeiro, o Brasil tem como regra de ouro da gestão das reservas internacionais só investir em ativos ranqueados como “AA” a “AAA”, ou seja, de baixo risco. E, como alegam fontes qualificadas da área econômica, o país não vai “sair aplicando nosso suado dinheirinho em papéis de alto risco”. O governo brasileiro também não vai descartar de pronto uma proposta ainda sequer rascunhada.

… O que não se pretende, no governo brasileiro, é mudar os critérios de gestão das reservas internacionais, atualmente de US$ 353 bilhões, para participar de um processo de ajuda aos governos da Grécia, Portugal, Espanha, Irlanda e Itália, assumindo riscos inapropriados.”

Quindi io penso che tutte quelle persone che in qualche modo si sentono preoccupate o indignate per l’aiuto possibile ai Paesi europei, Italia in primis, possano stare tranquille. Il rischio di perdere i propri soldi è minimo e in ogni caso, anche se il governo brasiliano decidesse di aiutare l’Italia nello stesso modo che sta facendo la Cina, non è certo un motivo per sentirsi superiori e arroganti.

Concludo con la conclusione dell’articolo precedente di Valor: “… seria muito difícil para o governo explicar à sociedade que tem alguns bilhões de dólares para financiar governos estrangeiros, mas não tem reais para aumentar o orçamento da saúde.”

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1 Commenti

  1. Occupato ultimamente in altri fronti, non avevo letto questo post. Dopo averlo letto tutto, ed essere passato dallo stupore all'indignazione e poi di nuovo allo stupore, alla fine mi sono tranquilizzato, leggendo proprio l'ultimo capoverso.

    La dove dice: "… seria muito difícil para o governo explicar à sociedade que tem alguns bilhões de dólares para financiar governos estrangeiros, mas não tem reais para aumentar o orçamento da saúde."

    Ecco questa è la realtà, la verità, l'attualità.
    Sarebbe come se il mio vicino, a cui hanno tagliato l'acqua e l'energia elettrica mi presta i soldi per pagare la mia bolletta dell'acqua.

    Salute a parte, il Brasile ha enormi problemi economici, nascosti sotto il tappeto della demagogia.

    Problemi che potrebbe risolverli nel breve termine, se disponesse di un governo che governa e non parla.

    Di fatto, l'attuale governo, sta spendendo tra il 3% e il 4% del suo budget per finanziare con Bolse varie, contribuzioni pensionistiche inventate, e altri ammennicoli vari circa 30 milioni di persone, che hanno l'unica preoccupazione di non lavorare per non perdere l'elemosina governativa.

    Persone che per non perdere questa miseria di elemosina creano un bacino di voti difficilmente scalzabile dall'opposizione, per quanto buona essa sia.

    E con questa elemosina, l'apedeuta e la terrorista sbandierano al mondo che hanno tolto dalla miseria decine di milioni di poveri, ma si dimenticano di dire che hanno caricato le spese per il mantenimento di questi poveri sulle spalle dei contribuenti, creando una spirale debitoria che tra breve supererà quella gigantesca dell'Italia.

    Il Brasile è un paese ricco, estremamente ricco, e mette soggezione agli stessi Stai Uniti, ma è condotto da persone irresponsabili, che fanno demagogia sulla disponibilità nel correre a salvare l'Italia o altri paesi, ma di fatto occupate a finanziare, a spese del popolo lavoratore, la loro permanente campagna pubblicitaria per le successive elezioni.

    Ho letto anche l'articolo di Paolo Manzo su Panorama, la dove dice: "L’accelerata si è avuta nel 2008, quando la “madre di tutte le crisi”, quella statunitense dei subprime, ha fatto retrocedere le economie “mature” che l’hanno subita pesantemente, ed avanzare quelle cosiddette “emergenti” che l’hanno invece sfruttata abilmente."

    Il fatto che il Paolo parli varie lingue e sia laureato alla Bocconi in Economia Internazionale non fa di lui il "veggente" della situazione. Abbastanza chiara la sua tendenza a favore del lulo-petismo, e pertanto ovvio che giri la frittata dal lato dove non è bruciata.

    E quando scrive "quelle cosiddette 'emergenti' che l’hanno invece sfruttata abilmente." è girare la frittata. Cosa ha sfruttato il Brasile? Ha sfruttato la classe operaia, riducendo le tasse sulle autovetture di piccola cilindrata (quelle della classe operaia) e su alcuni elettrodomestici (quelli della classe operaia) che per sfruttare l'abbassamento dei prezzi si sono indebitati per 5 generazioni, a tassi che in Italia si chiamo STROZZINAGGIO. Tassi di interesse che. sulle rate delle Carte di Credito toccano il 500% l'anno.

    E questo, per Paolo Manzo, laureato alla Bocconi in Economia Internazionale è "sfruttare abilmente la situazione".

    Dove Toto, con il suo canonico: "Signor Manzo, ma mi faccia il piacere! Mi faccia!"

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