Il mio Instagram

header ads

San Paolo, l'ingorgo di auto più lungo della Terra


Leggo e copio dalla Stampa di Torino:

PAOLO MANZO
SAN PAOLO 

Alves era sorridente e pieno di progetti. Aveva soltanto 21 anni. Il dolore di sua madre Alexia è insopportabile.


Alves è l’ennesima vittima del traffico nella metropoli brasiliana di San Paolo, sempre più tentacolare e sempre meno umana. E la sua morte appare ancora più stupida se si pensa che a ucciderlo, lui motoboy di professione, è stato un sorpasso nel traffico. Era in fila da un’ora e mezzo tra le auto sulla Marginal Tieté (una delle arterie principali di San Paolo, ndr) e dalla centrale avevano fretta che consegnasse il pacco - spiega la madre in lacrime - così ha fatto quella maledetta gimcana tra le auto». Una gimcana che è costata la vita, a lui e a tantissimi altri come lui, l’esercito quotidiano di motoqueiros, così si chiamano in Brasile i motoboy, in lotta ogni giorno nella giungla d’asfalto della metropoli per bruciare i tempi di consegna. «Un’emergenza che va fermata», ammette il sindaco di centro-destra Gilberto Kassab che, però, da anni parla senza trovare soluzioni adeguate, attirandosi così le ire dei suoi concittadini.

«Le moto sono, però, soltanto un tassello del problema» spiega l’urbanista nippo-brasiliano Kazuo Nakano, «mancano operazioni urbane di valore per ridisegnare il traffico in un agglomerato che non è più città, ma un prodotto postmoderno». Lo dimostrano le code surreali che quest’anno sono arrivate sino alla cifra record di 216 chilometri. «È un inferno senza fine - spiega Igor Kalassa, pendolare, che vi trascorre in media quattro ore al giorno per raggiungere il posto di lavoro -. Chi può si attrezza con iPad e telefonini per lavorare in auto e ottimizzare i tempi». Nell’area metropolitana di San Paolo vivono oltre 19 milioni di persone cui si aggiungono i 9 milioni dell’hinterland, molti pendolari che ogni giorno vanno verso la metropoli. Trent’anni fa gli abitanti erano meno della metà.

«Il problema è urbanistico, la rete di trasporti pubblici fa acqua da tutte le parti ma soprattutto - continua Nakano - manca un piano regolatore». Il che vuol dire che i 17 mila chilometri di strade e tangenziali della metropoli stanno rischiando il collasso con 7 milioni di veicoli in circolazione ogni giorno, e con mezzo milione che si è aggiunto solo nell’ultimo anno, la maggior parte voluminosi macchinoni di produzione giapponese e statunitense. «Bisognerebbe, invece, ispirarsi a un modello europeo - dice Nakano - dove si circola soltanto con utilitarie e dove la rete di mezzi pubblici funziona».

Purtroppo basta prendere un taxi e girare per San Paolo per rendersi conto che si è lontano anni luce dagli auspici dell’urbanista. A circolare sono per lo più macchinoni di grossa cilindrata molti dei quali blindati per fronteggiare l’altra grande piaga della metropoli, la criminalità, che ha fatto delle strade il suo territorio di caccia, con assalti, scippi e rapine quotidiani, compiuti per lo più ai semafori. Il paradosso, dunque, è che da un lato il Brasile è diventato il Paese dove ogni casa automobilistica vuole essere presente: il boom economico garantisce alti profitti. Ma dall’altro la megalopoli non ha fatto nulla per risolvere i problemi di viabilità. Basti pensare che tutte le vetture che in essa circolano messe in fila coprirebbero la circonferenza della Terra.

Per questo i più ricchi preferiscono spostarsi in elicottero, animando un traffico aereo che a volte è ancora più fastidioso di quello a terra. Tra le conseguenze di questa crescita fuori controllo c’è anche l’inquinamento acustico che ha raggiunto cifre allarmanti. Sulla Marginal Tieté, la superstrada che collega la città alla periferia Sud, il rumore supera regolarmente gli 80 decibel, di giorno come di notte. Tanto che la Dersa, l’istituto di trasporti dello Stato di San Paolo, ha in programma la costruzione di barriere acustiche di ultima generazione e un asfalto antirumore.

«Era ora che ci fosse una risposta dalle istituzioni - spiega Joao Silva, un abitante della zona - perché il rumore è insopportabile» anche se, aggiunge subito, «l’altra emergenza è quella dei trasporti pubblici». Non bastano i 760 mila autobus e i 40 mila taxi che attraversano ogni giorno le strade di San Paolo, la quarta città più grande al mondo che però ha solo 61 chilometri di metropolitana, una rete ridicola rispetto ai mille chilometri di New York.  Chi vive in periferia - e non appartiene alla classe ricca che si sposta in auto o in elicottero - è costretto a sottoporsi a una via crucis quotidiana. «Impiego tre ore per percorrere 20 chilometri», spiega Irene Maria de Jesus, che abita nella zona Sud e lavora nel lussuoso quartiere dell’Itaim. «Ho già perso due impieghi- le fa eco Edmilson Assis - perché in un mese ho accumulato dieci ritardi». A causa del traffico si calcola che nel 2010 San Paolo ha perso 14 miliardi di euro. Un prezzo troppo alto.

Che il traffico sia diventato insostenibile è una realtà. E che a São Paulo non ci faccia niente per risolvere questo e altri innumerevoli problemi, primo fra tutti gli allagamenti che avvengono qunaod piove, è vero anche questo. Non capisco come possa succedere nella città più ricca del Brasile, la più popolosa dell’America latina, la sesta città più grande del pianeta e quarta come popolazione. Ma a volte mi dimentico che siamo in Brasile.

Posta un commento

2 Commenti

  1. Oi Franco,
    Bom dia !
    Pois é, não esqueça mesmo que estamos no Brasil.
    E São Paulo não é a única cidade brasileira que enfrenta estes problemas, acho que todas as cidades brasileiras enfrentam o mesmo problema.
    Sou baiano,soteropolitano, aqui em Salvador o transito também é um caos.
    Se chove, a maioria das ruas ficam intransitáveis por conta da agua empossada.Simplesmente porquê as bocas de lobo estão entupidas pois não há a devida limpeza de prevenção.
    Defronte de Salvador, a somente 16 kilometros, existe uma ilha chamada de Itaparica,belissima, mas com um serviço de transporte via ferry-boat simplismente insuportavel.Para se fazer o trajeto no Ferry demora apenas 45 minutos, porém nos finais de semana e feriados a espera na fila de embarque pode chegar a mais de 4 horas, isto mesmo, a mais de 4 horas !
    A saida para o sul da Bahia, a partir de Salvador se dá obrigatoriamente pela BR 324, que foi recentemente privatizada, neste feriado de pascoa as filas para pagamento do pedagio chegavam a demorar de 5 a 6 horas, isto mesmo de 5 a 6 horas.Insuportável !
    A unica saida de Salvador que ainda funciona é a do norte pela linha Verde, uma rodovia privatizada a mais de 10 anos, que se mantém conservada e funcional durante todo este tempo.
    Mas,quando falamos de transito na cidade de Salvador não podemos nos esquecer do metrô, há o nosso metrô ! O nosso metrô começou as suas obras em 1997, porém a sua construção de fato se iniciou em 2000, ou seja a 11 anos atrás, ele já consumiu mais de 1 bilhão de Reais, isto mesmo mais de 1 bilhão de reais, e vai ser inserido no Guiness Book como o metrô de construçâo mais caro do mundo pois ele têm apenas 6 kilômetros ! Não ria que é verdade, ele têm apenas 6 kilometros e as suas obras ainda não terminaram e pasme, quando as obras terminarem ele não vai poder funcionar pois é completamente inviavel financeiramente. até mesmo para o próprio Estado que o esta construindo !
    Pois é Franco, este é o meu pais chamado Brasil !
    Grande abraço,
    Roberto

    RispondiElimina
  2. Sicuramente Sao Paulo non è l'unica città caotica del Brasile. Anche nelle altre grandi città del mondo la situazione non è certo delle migliori. Basta vedere cosa succede nella Tangenziale EST di Milano o sul Raccordo Anulare di Roma alle 8.00 del mattino. Quello che non capisco è come si posa arrivare a quei livelli (arrivare a 216 km di coda non è da tutti) e, soprattutto, non capisco come, pur essendo una delle città più grandi e popolose del mondo, non si sia trovata una soluzione. Io non ho i dati ufficiali ma penso che a New York ci siano ugualmente milioni di macchine e anche là le file e gli ingorchi succedono, ma non a questo livello.

    Ma purtroppo, che nessuno me ne voglia, qui in Brasile è normale fare le cose senza pensare. E' inutile costruire una strada senza avere una regolamentazione o un progetto di transito. Per fortuna ci sono città costruite con più criterio.

    Abraços.

    RispondiElimina