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Ma a cosa serve studiare?


Penso che sia la domanda che si fanno tutti gli alunni della scuola dell’obbligo brasiliana. Allora…

in Brasile la scuola è obbligatoria come da noi e dura 8 anni. Si parte dalla 1° serie (che corrisponde alla nostra 1° elementare) fino alla 8° serie (che sarebbe la nostra 3° media). Fin qui non c’è nulla di strano, ma qualcuno ebbe una grande pensata. Nel 1996 lo Stato di São Paulo promulgò una legge conosciuta poi come progressão continuada o aprovação automática. Questa legge, varata da sociologi, insegnati e studiosi (ma mi piacerebbe sapere i nomi di queste persone) dice che non si deve MAI bocciare un alunno che frequenta la scuola dell’obbligo, anche se non studia e non sa niente! Questo metodo è considerato una metodologia avanzata di insegnamento per proporre una valutazione costante, continua e cumulativa, e si basa sull'idea che gli studenti, non essendo mai bocciati, migliorino l'apprendimento.

Ora, io non sono uno sociologo, né uno psicologo e nemmeno uno studioso così intelligente come queste persone, però questo metodo così avanzato mi sembra proprio una grande cazzata, perché, e mi metto nei panni del ragazzino di 10 o 12 anni, se tanto non vengo mai bocciato cosa studio a fare? Per la verità possono essere bocciati gli studenti che frequentano la 4° serie o l’8°, oppure  chi non frequenta le lezioni più del 75% nell’anno scolastico, però è una cosa che succede raramente e in ogni caso a cosa serve bocciare un ragazzo quando arriva all’ultimo anno di scuola? Se non ha mai studiato per 8 anni hai voglia a bocciarlo!

Sapete che mia figlia, che frequenta la 7° serie (2° media) non ha mai avuto e mai avrà compiti da fare a casa? Sapete che non ha libri di testo su cui studiare? Quelli si tengono a scuola, non servono a casa! All’inizio dell’anno scolastico lei deve solo comprare 3 o 4 quaderni, qualche biro, matita, gomme varie e articoli per disegnare come pennarelli e matite colorate. Solo questo, a parte la divisa della scuola, perché questa è importante! Finita l'8° serie è nostra intenzione farla continuare a studiare, ma già sto pensando a come sarà difficile per lei (e per la quasi totalità dei ragazzi brasiliani) quando dovrà frequentare una scuola (forse) più seria dove dovrà sapere, studiare e imparare (forse) molto di più.

Qui è il paradiso dei genitori che spendono quasi niente per la scuola dei propri figli, e lo è anche per tutti i giovani studenti perché qui studiano pochissimo (per non dire niente).

Boh, vai a capire certa gente. E poi sento anche qualcuno criticare la scuola italiana!

Una notizia sempre a carattere scolastico: ieri a Jundiaì, una città dello stato di São Paulo, una scuola municipale ha buttato via centinaia di libri della propria biblioteca. Ma veniamo ai fatti:

Bruno e Vanessa, di 12 e 13 anni,  furono molto impressionati quando videro pile e pile di libri ammassati nel marciapiede della scuola Nassib Cury. Senza pensarci troppo raccolsero quello che poterono e con l’aiuto di amici e genitori li portarono a casa. Alcuni libri sono importanti e parlano della storia della città e hanno il timbro della scuola municipale e alcuni anche della donazione del Rotary Club.

I libri in totale erano 271 e ora sono stati dati a un’altra scuola di quella città. Questo grazie al buon senso di quei ragazzi che hanno capito il valore di quei libri. Il direttore e i dirigenti di quella scuola all’inizio non hanno voluto fare commenti sul perché hanno gettato via tutti quei libri (che voglio sottolineare erano tutti in buono stato), ma poi hanno affermato che erano libri ormai vecchi e che non servivano più. Strano, perché tra quei libri c’erano anche molte enciclopedie, biografie e libri sulla storia del Brasile.

E’ molto strano per me leggere queste notizie perché quando ero in Italia avevo più di 1.000 libri in casa e per venire qui molti di questi ho dovuto regalarli a parenti o amici, e vi assicuro che non è stato facile per me, tanto è vero che i migliori di questi li ho portati (a caro prezzo) qui in Brasile, perché non riuscivo ad abbandonare i miei libri preferiti.

E qui ci sono scuole che buttano via i libri dicendo che non servono…

Franco

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17 Commenti

  1. ...traigo
    sangre
    de
    la
    tarde
    herida
    en
    la
    mano
    y
    una
    vela
    de
    mi
    corazón
    para
    invitarte
    y
    darte
    este
    alma
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    contigo
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    blog
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    un
    ramillete
    de
    oro
    y
    claveles
    dentro...


    desde mis
    HORAS ROTAS
    Y AULA DE PAZ


    TE SIGO TU BLOG




    CON saludos de la luna al
    reflejarse en el mar de la
    poesía...


    AFECTUOSAMENTE:
    BRASIL-ITALIA


    ESPERO SEAN DE VUESTRO AGRADO EL POST POETIZADO DE LOVE STORY, CABALLO, LA CONQUISTA DE AMERICA CRISOL.

    José
    ramón...

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  2. Grazie Ramon. In questo mondo cinico e a volte crudele è bello ogni tanto sentire un po' di poesia.
    Um abraço

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  3. Questa della scuola proprio non la sapevo.
    Ti faccio sempre i miei sinceri complimenti per queste analisi cosí dettagliate della societá e cultura brasiliana.
    In effetti la scuola vista cosí sembra non raggiungere il suo obiettivo di stimolare gli alunni a studiare... Peró anche in Italia le scuole sono un pó cambiate rispetto ai tempi in cui ho studiato. Mia madre, ora in pensione, ha fatto la professoressa e ricordo che spesso si lamentava dei tempi cambiati: era veramente difficile riuscire a rimandare un alunno perché poi c´erano sempre tante possibilitá di farla franca, e soprattutto non si poteva piú conversare apertamente con i genitori dicendo che il figlio non aveva la minima intenzione di studiare o peggio ancora che era incapace.
    Ricordo con tristezza il peso della cartella piena di libri per andare a scuola e sopratutto quanto ero costretto a studiare a casa con i compiti.
    In definitiva credo che la scuola italiana, in base a questi canoni, sia infinitamente superiore. Ma anche inferiore alla media della qualitá scolastica di altri paesi come Germania o Inghilterra.
    Faccio peró una osservazione: gli alunni in Brasile studiano da inizio Febbraio fino a Natale ininterrottamente, senza godere dei 3 mesi e mezzo abbondanti di totale vacanza degli alunni italiani.
    Ricordo anche: la mia ragazza é professoressa a Brasilia di scuola per ragazzi da 11 a 14 anni (ensino fundamental): si porta a casa uno stipendio mensile di 3.200 reais (e in piú la tredicesima) quindi uno stipendio molto elevato che qualifica il suo titolo di studio che ha conquistato con tanta fatica e che le permette di avere un tenore di vita medio-alto, di comprarsi la casa, ecc. Con questo stipendio si puó campare tranquillamente una famiglia, in Italia con 2000 euro al mese sopravvivi.
    Ha vinto il concorso pubblico all´etá di 26 anni, e giá ora a 34 anni ha alle spalle giá 8 anni di contributi pagati. Quindi puó andare in pensione alla tenera etá di 51 anni (perché ne ha diritto dopo 25 anni continuativi passati a dare lezioni in aula).
    Dimenticavo: ogni 5 anni di lavoro ha diritto ad una licenza premio retribuita (quindi vacanza totale) di 3 mesi, che possono essere continuativi o no.
    E ha la possibilitá anche di studiare fuori per qualche mese mantenendo lo stipendio, o per un periodo piú lungo senza stipendio, ma con la garanzia che alla fine le viene mantenuto il posto di lavoro.
    In Italia conosciamo bene le condizioni precarie dei professori, quanto studiano e quanto vengono valorizzati i loro sforzi, il loro stipendio da fame e soprattutto a che etá guadagnano il posto di lavoro fisso, che vuol dire tranquillitá economica e mentale per organizzarsi la propria vita (ci sono professori che ancora a 50 anni sono precari).
    Riassumendo: scuola brasiliana mediocre come capacitá di stimolare l´apprendimento, ma dall´altro lato ottimo posto di lavoro per chi riesce ad accedere.

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  4. Caspita, non sapevo che i professori qui in Brasile guadagnassero così tanto! Sono contento per loro, perchè in effetti in Italia è esattamente il contrario.
    Rimane però il fatto che l'educazione scolastisca qui non è molto sviluppata, perchè vedo, tramite mia figlia, come studiano e come si comportano gli alunni nelle scuole brasiliane.
    Ma come ha detto una mia amica in un suo commento "... por que vocês acham que os países daqui são chamados Terceiro Mundo?"

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  5. Informandomi con la mia ragazza subito mi ha specificato che questo "metodo scolastico" esiste solo nello stato si São Paulo.
    A Brasilia la cosa é differente: gli alunni possono essere bocciati (e anzi accade spesso nella sua scuola) se hanno insufficienza in ameno 3 materie. Se hanno voti mediocri in 2 materie al massimo passano all´anno successivo con dei crediti che peró devono sviluppare durante tale periodo.
    Un pó come gli esami di riparazione della scuola italiana solo che qui non si tratta di un vero esame ma piuttosto dei compiti attinenti alla materia che lo studente deve svolgere nell´anno successivo.
    Ricordo peró che gli studenti italiani hanno 3 mesi estivi pieni per studiare le materie dove hanno insufficienze, in Brasile hanno un mese solo di vacanza totale.
    In generale peró nella scuola pubblica lo studente é meno tartassato rispetto a quello italiano come libri di testo, compiti, ecc...

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  6. Credo che il vero problema in Brasile sia nei programmi scolastici molto limitati, non solo nel metodo didattico. Vedo mia moglie, diplomata col secondo grado, che di matematica sa ben poco. Vedo molti brasiliani di livello medio che non sanno leggere una mappa geografica, non sanno quasi nulla di storia. Questa carenza dell'ensino publico fundamental, ovviamente, poi crea grossi squilibri per chi eventualmente volesse proseguire gli studi. Chi viene dalla scuola pubblica di base (indi generalmente i più poveri) non riesce a passare gli esami per accedere alle università pubbliche (vestibular) e quindi non avendo soldi per andare all'università privata smette di studiare. I figli dei ricchi, di contro, potendosi permettere scuole di base private e migliori, si trovano poi avvantaggiati nel superare gli esami di accesso all'università pubblica, che in genere è molto meglio di quella privata. Quindi in buona sostanza i figli ricchi vengono finanziati dal pubblico per studiare, mentre i figli dei poveri si devono arrangiare.
    Sarà forse mica una cosa voluta questa? :=)

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  7. un saluto a tutti.Franco como ja te disse antes gosto do teu blog e leio sempre,mas relendo esse artigo nao resistir a responder.O Brasil e um pais de contraste e verdade mas e tambem o pais das mil e uma oportunidades e muitas dessas oportunidades nos conquistamos com o estudo.Quanto maior o grau de formaçao ou profissionalizaçao maior as chances de um bom trabalho.Te dou um exemplo eu nao sou formada mas tenho nivel tecnico o que me permitia ganhar ai no Brasil mais ou menos 3.500 reais por mes.Se eu era laureada esse valor duplicaria.Minha irma tem duas faculdades feitas na escola publica no Brasil.Entao ai quanto mais se estuda melhor ganha,ou o valor do seu salario e compativel com o seu estudo.Minha filha estudou sempre em escola publica e eu nunca tive que desembolsar um real para fardamento livro merenda escolar,e realmente tudo de graça.E ela adorava a escola e sempre trazia tarefa escolar,mas detalhe ela fazia sozinha porque sabia fazer,pois aprendeu na sala de aula.E isso que acho muito estranho aqui na Italia,quase ninguem gosta de estudar ou praticamente odeam a escola e os colpiti ela trazem a casa e verdade,mas nao sabem faze-los quem faz muitas das vezes saos as maes,isso pra mim e inadmissivel,e o uso da cauculadora nas escolas tambem,assim ninguem precisa ser craque em matematica e mesmo assim nao sabem fazer,existe uma acomodaçao geral.Ai o que acontece se os genitores nao sabem ensinar os colpiti porque nao teem o estudo ou porque teem mas nao aprenderam?Pagam um professor particular: Ai eu te pergunto aonde se chega nesse ritmo?Minha nonna sempre dizia que o estudo e a unica coisa que as pessoas nao podem te roubar.entao estude pra aprender,estude pra ensinar,estude pra ser uma pessoa melhor.Um pais que investe na educaçao sera com certeza um Pais melhor.E por isso que aqui na Italia quem estuda vai embora pra outros paises aonde se pode ganhar e viver melhor com o estudo que se tem.Um abraço a todos

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  8. Ciao Franco tem uma outra curiosidade que eu tenho.Tu em um ano ja conseguiu ter mais ou menos as coisas que tinha aqui na Italia,salvo a casa que essa seria dificil ter aqui;mas se fizessemos o caminho oposto,se sua mulher tivesse permanecido aqui sera que ela teria conseguido fazer algo de concreto?Sera que ela teria as mesmas oportunidades aqui que voce teve ai?Eu te digo que estou aqui faz um ano e meio e ainda nao consegui um trabalho que me pagassem ao menos 800 euros e materialmente falando nao cresci quase nada.E por isso que eu estou voltando ao meu pais e levo meu marido comigo.Porque ruim por ruim vamos a um pais que ao menos der oportunidades ao dois e nao so a um pois a familia e feita por no minimo duas pessoas.Un grandissimo saluto

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  9. Concordo com o ultimo post da "brasiliana". Minha esposa mora comigo em Roma desde 1 ano e mio e trabalha como funcionaria numa loja do centro (sem cartera asinada) por 650 euro mensal. O que da pra fazer com esse dinhero aqui?? Quase nada. Qual prospectiva futura? Niuma. O salario minimo do Brasil tambèm nao da para fazer quase nada ma, pelo meno, pode ser o inicio de algo melhor para quem tem vontade de crescer. E a qualidade das pessoas? Nem se compara! Abraços

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  10. @brasiliana
    Se mia moglie fosse rimasta con me in Italia penso che ora faremmo la fame, perchè trovare un lavoro per lei era quasi impossibile, e vivere in 3 con 900/1000 euro al mese vuol dire non mangiare. Quindi qui io ho avuto più opportunità di lei, ed è anche per questo che sono venuto in Brasile. Ma...
    ... ma io sono stato fortunato. Io ho lavorato sin dal mio primo giorno di arrivo grazie a mio cognato, e se ora guadano 1000/1200 reais al mese è anche grazie a lui. Se non avessi avuto questa opportunità io ora starei facendo la fame in Brasile invece che in Italia. Io ho mandato il mio curriculul a TUTTE le agenzie di lavoro di Sorocaba, circa 32, e in questa zona ci sono le più grandi aziende di Sao Paulo, come la LUK, la FIAT, la COCACOLA e tante altre. Be', in un anno che sono qui ho ricevuto solo 2 offerte di lavoro come AIUTANTE DI PULIZIE, con uno stipendio di circa 500/600 reais, non 1000 come ora nè 3500 come te. Quindi vedi che non c'è poi quella grande differenza che può sembrare. Qui ci sono due cose buone: puoi vivere con poco, cosa che in Italia non è possibile, e chi ha un diploma o una laurea può trovare un buon lavoro pagato bene, cosa che in Italia ormai non c'è più. Ma per il resto, per chi come me non ha avuto la voglia o la possibilità di studiare, ti assicuro che le opportunità sono uguali agli altri Paesi, Italia compresa.
    Torno a dire: qui in Brasile si vive meglio che in Italia, le possibilità di crescita qui esistono, sono reali e chi ha delle qualità qui vengono riconosciute. Ma non è certo il Paese delle Meraviglie, quindi che nessuno pensi di venire qui e avere tutte le cose che ha sempre sognato, perchè anche qui costano e il prezzo da pagare a volte è più salato di quanto sembri.
    Un grandissimo augurio per il tuo ritorno in Brasile. In ogni caso è la scelta migliore.
    Um abraço!

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  11. Ciao a tutti
    sono entrato ora nel blog, da quello che capisco per te non è una grande differenza tra br e ita.
    Per me c'è, io sono tornato inj italia da 6 anni e nonostante che abbia una laurea ho fatto solo lavori da operaio e adesso con agenzia interinale quindi imamgina la sicurezza. Almeno in brasile chi studia ha qualche chance in più. Io tornerei volentieri e sto cercando ma non trovo nulla, se trovo non ci penso due volte.
    abBraccio a tutti

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  12. @Luigi
    Non c'è differenza per chi non ha titoli di studio, ma c'è n'è molta per chi come te ha una laurea o un buon diploma. Ma non dimentichiamo che in Brasile ci sono quasi 200 milioni di persone. Per quale motivo un direttore d'azienda o un gerente dovrebbe prendere me invece di un ragazzo brasiliano? Mia moglie pensava questo: lei diceva "Vedrai che tu come italiano avrai più opportunità di noi brasiliani, perchè il tuo livello culturale è migliore del nostro e le aziende preferiscono prendere te che un brasiliano" (parole di mia moglie brasiliana). Ma non è stato così. Il fatto che io sia europeo e che abbia una cultura o un apprendimento diverso da quello brasiliano non significa che abbia maggiori change. Sono allo stesso livello di una persona brasiliana. Anzi, io qui sono un extracomunitario, come diremmo noi, e quindi le aziende brasiliane preferiscono assumere un connazionale. Questo è quello che ho visto io in un anno di permanenza in Brasile. E torno a dire che se io non ho trovato lavoro è per il fatto di non avere un titolo di studio. Quindi da questo punto di vista le differenze tra Italia e Brasile non esistono, perchè come non troverei un lavoro in Italia non lo sto trovando qui. Certo che se avessi studiato...

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  13. caro franco
    puoi cominciare adesso, in brasile sai benissimo che ci sono persone che studiano la sera, la notte, puoi anche tu fare lo stesso, non è semplice, ti dico che l'italia non premia il merito e il più bravo ma solo conoscenze e amicizie e avviene molto meno lì.
    io sono laureato e da 11 anni e sto facendo l'operaio con agenzia interinale!! penso che mi offre il mio paese: se ho un minima occasione sicuramente me ne vado.

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  14. Tra Italia e Brasile non esistono accordi per il mutuo riconoscimento dei titoli di studio per cui un ingegnere italiano non può esercitare la professione in Brasile e la sua laurea vale ben poco, come pure un chirurgo brasiliano in Italia non può prescrivere neppure un'aspirina. Quindi credo che il problema dei titoli di studio sia relativo. A meno che non si pretenda di andare a lavorare in Brasile con un'impresa italiana o viceversa.
    La grossa chance in più che offre il Brasile, a differenza dell'Europa, è sulle possibilità di intraprendere con buone possibilità di successo un'attività imprenditoriale. Cosa questa oramai praticamente impossibile nell'europa dai consumi zero. In Italia poi, prescindendo dai dati sciorinati dalla propaganda, siamo in grave RECESSIONE. In Italia oramai si licenzia e basta, cosa andiamo a cercare posti di lavoro dipendente??
    E' ovvio che per intraprendere una qualsiasi attività in proprio, anche in Brasile, è necessario un capitale iniziale seppur minimo.
    Forse è questo il motivo per cui, caro Franco, stai incontrando difficoltà di avvio iniziali per ingranare in Brasile. Ben diverso sarebbe stato se tu ti fossi trasferito da solo o con solo tua moglie e magari anche con un capitale iniziale o una piccola rendita in euro che ti potesse sostenere almeno inizialmente. Partire dallo zero assoluto è sempre più difficile. Per fortuna tu hai avuto la possibilità di un aiuto inziale della famiglia di tua moglie. E questo a conferma dell'inestimabile valore del "coraçao" dei brasiliani. Non so quanti cognati o suocere italiani, a parti inverse, avrebbero fatto altrettanto per tua moglie. Abraços!

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  15. Quanto ai libri, non capisco perché fanno questo, è assurdo, sdegno, vergognoso.

    Spero che non sia solo nei nostri Stati e che gli altri abbiano più coscienza.

    http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/167452/

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  16. Molto interessante questa discussione. Che l'ensino fundamental insegni ben poco ci si rende conto quotidianamente vivendo qua e chiedendo il resto in qualsiasi negozio. Sul fatto del titolo di studio straniero ha ragione Marco. Io abito qua da 6 mesi, sono ingegnere civile, ho mandato almeno 50 curriculum ad imprese mirate, anche per offerte aperte di posti di lavoro e finora non ho ricevuto una proposta che sia una. Come dice Franco preferiscono logicamente un brasileiro, magari neolaureato e da spremere. Notare che mia moglie mi aveva detto la stessa cosa della sua: "come italiano e con l'esperienza che hai avrai più possibilità di noi...", ma ora si sta ricredendo. Speriamo in bene. Comunque in Italia, vista la situazione, sarebbe la stessa cosa. Purtroppo a 36 anni e con la sola libera professione per 10 anni alle spalle che ditta ti prende? Abraços
    Francesco - Uberlandia

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  17. Caro Francesco, purtroppo hai pienamente ragione. Che sia in Italia, in Brasile o in una qualunque altra nazione, chi ha superato i 30 anni (a volte anche meno) ha grosse difficoltà nel trovare lavoro. E se hai problemi tu, che sei ingegnere civile, pensa a chi come me non ha nessun titolo di studio! Per fortuna qui ci si può "arrangiare" meglio che nel nostro Paese, e noi italiani siamo maestri in questo.

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